Politica
Arrighi scavalca il Prefetto e fallisce sulla sicurezza. Città abbandonata al degrado
"La gestione della sicurezza urbana da parte del sindaco Arrighi viene strumentalizzata e continua a sollevare perplessità e critiche. Arrighi, consapevole del suo immobilismo, ma anche che la…

No al biodigestore al Cermec: la posizione di Italia Nostra Massa Montignoso
La storia del biodigestore raccontata da Bruno Giampaoli di Italia Nostra Massa Montignoso:"Lavello e Alteta, due antichi luoghi bellissimi del nostro territorio deturpati dalle industrie chimiche tanto che anche…

Apuane: ecosistema o polo di sfruttamento produttivo? I dubbi del Cai di Massa
Le osservazioni ai piani attuativi dei bacini estrattivi che come Club Alpino Italiano abbiamo inoltrato all'amministrazione di Massa ben 4 anni fa hanno avuto un ben preciso obiettivo:…

Svastiche e scritte minatorie sui muri del liceo scientifico Fermi di Massa: la solidarietà dei Giovani Democratici Massa Carrara
I Giovani Democratici di Massa denunciano gravi minacce rivolte agli studenti, in particolare a quelli del Liceo Fermi di Massa. "Come movimento giovanile riteniamo fondamentale esprimere la nostra solidarietà…

"Sul futuro di Cermec le mie preoccupazioni sono le stesse dei sindacati: garanzie per il futuro e no all'ingresso di privati" : il sindaco Arrighi replica ai sindacati
Il sindaco di Carrara Serena Arrighi torna a parlare del futuro di Cermec e del progetto per la costruzione di un nuovo impianto. "Le preoccupazioni che esprimono oggi le segreterie…

Iniziate le operazioni di rimozione nave Guang Rong. Paolo Balloni (Collaboratore On. Barabotti): "Buona notizia a lungo attesa. Rafforzare al massimo sinergia fra tutte le istituzioni per accelerare quanto più possibile la ricostruzione"
Si è tenuto in data odierna il sopralluogo al cantiere della nave mercantile Guang Rong, che si è scontrata e incagliata contro il pontile di Marina…

Il sistema di Retiambiente non ci piace: la critica del comitato Si R-Esiste
Retiambiente riserva ogni giorno spiacevoli sorprese: è la conclusione a cui è arrivato il comitato Si R-Esiste che ha commentato le ultime vicende collegate ai servizi…

"Serve una visione chiara per rilanciare la città": primo incontro a Massa del comitato Tra la gente
Si è svolto il primo tavolo di confronto promosso dal comitato “Tra la Gente”, un incontro partecipato che ha riunito cittadini, commercianti e operatori locali per discutere i…

Sicurezza e allagamenti: il consiglio comunale di Massa accende i riflettori su via Garosi
Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, il consigliere Tarantino ha riportato all’attenzione due questioni centrali per la città: la sicurezza pubblica e i continui allagamenti in via Garosi.«Negli…

Lavori a Carrara, chiuso l'accesso alla sede UIL. Il commento: "Problemi di sicurezza e danno economico rilevante ai servizi. Riaprire immediatamente l'accesso"
I lavori in corso che hanno invaso Carrara hanno chiuso l'accesso alla sede della Uil in via Roma. Una sistuazione aggravata dal mancato preavviso da parte del…

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“Il terremoto giudiziario che sta scuotendo la Lunigiana copre di vergogna il nostro territorio. Le accuse sono gravissime: corruzione e traffico di influenze illecite ai danni di minori disagiati. Alla mente vengono solo orribili paragoni.”
Commenta così il deputato massese Riccardo Ricciardi le notizie sull’indagine “Accoglienza”, dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Massa.
“Tutto da appurare - aggiunge - ma gravissimo se confermato: si tratterebbe di collusione tra privato e pubblico corrotto, sulla pelle di minori con disagi; una pagina nera della storia della Lunigiana. Adesso si tutelino immediatamente i minori coinvolti”.
“Siamo sconvolti per la situazione che si è generata nella provincia di Massa che ha coinvolto anche il Comune di Massa con gli arresti domiciliari alla responsabile del Centro Affidi e un avviso di garanzia per traffico di influenze illecite per il presidente del Consiglio Stefano Benedetti” proseguono Luana Mencarelli e Paolo Menchini del M5S di Massa.
“All'inizio del consiglio comunale, ieri (lunedì), abbiamo chiesto al presidente Benedetti di auto-sospendersi dalla carica in attesa che venga chiarita la sua posizione visto il ruolo di rappresentanza che riveste, ma questa richiesta non è stata accolta né da lui né dalla maggioranza. Aspettiamo la prosecuzione dell'iter processuale e cercheremo di monitorare il destino dei minori e degli altri ospiti delle strutture Serinper che sono le vere vittime di un potenziale sistema marcio”.
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E’ stupito ma sereno, Stefano Benedetti, presidente del consiglio comunale di Massa, che ha scoperto stamani, dai giornali, di essere coinvolto nella maxi operazione dei carabinieri che ha portato agli arresti domiciliari i vertici della cooperativa sociale Serimper e anche alcune figure della pubblica amministrazione.
Benedetti è accusato di traffico di influenze illecite, cioè, nello specifico, di aver fatto pressioni politiche a favore della cooperativa sociale in cambio dell’assunzione di persone da lui indicate.
“Non ho mai raccomandato nessuno in vita mia – ha dichiarato Benedetti che abbiamo raggiunto al telefono – Basti pensare che mio figlio di 33 anni è stato disoccupato fino a pochi giorni fa quando ha iniziato a lavorare per una ditta di impianti elettrici alla quale si è proposto da solo.”.
Sul suo coinvolgimento nell’indagine chiamata “Accoglienza” per la vocazione principale delle strutture Serimper, Benedetti ha detto: “Non ne sapevo nulla. Di tutte le persone citate ne conosco solo due: Enrico Benassi che è una figura molto nota a Massa con il quale ogni tanto scambio due battute e Paola Giusti, responsabile degli affidi del settore sociale e responsabile delle adozioni per tutta la provincia, con cui, però mi sono sempre trovato in disaccordo tanto che non ci salutiamo neppure. Come consigliere dell’opposizione, per anni ho condotto battaglie a suon di interpellanze ed esposti proprio contro la gestione degli affidi del sociale: è una cosa molto nota. Non ho un buon rapporto con le assistenti sociali del comune e comunque è un settore con cui non ho contatti. Io so di non aver mai agito in malafede e contro la legge. Mai ho cercato il mio tornaconto. Per questo sono moralmente sereno e attendo di poter leggere bene gli atti per capire che cosa mi viene contestato.”.
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Cambiare discorso quando non si hanno argomenti per controribattere è la tecnica più semplice ed è quella usata dall’assessore ai lavori pubblici Andrea Raggi in merito ai quesiti posti dal gruppo consiliare Insieme per Carrara.
A dirlo è Gianenrico Spediacci che insieme a Andrea Vannucci e a Dante Benedini fa parte di Insieme per Carrara: “L'assessore Raggi ci ha ricordato che la domanda per finanziare il progetto della Giromini, ereditato dalla precedente amministrazione, l’ ha fatta lui ma evita di spiegare il motivo per cui, dopo che la regione ha concesso al comune di Carrara 400 mila euro, se li è fatti scappare. Inoltre non ci dice perché, dopo aver cambiato il progetto, non ha partecipato all' aggiornamento previsto dal bando, anticipando i tempi di qualche mese per poi riperdere tempo subito dopo per pastoie burocratiche. La nostra domanda è semplice: perché in Toscana tutti ristrutturano le scuole con grandi contributi regionali e noi perdiamo quelli che ci assegnano, non chiediamo i nuovi e facciamo pagare il conto ai nostri concittadini?”.
Spediacci è tornato anche sul caso della scuola media Taliercio, che fa parte di quel polo scolastico di villa Ceci che l’amministrazione aveva inizialmente annunciato di voler smantellare per trasferirlo nella zona antistante il porto. All’interno del polo di villa Ceci ci sono anche una materna e un nido appena ristrutturati- l’asilo Giampaoli – che in una recente proposta dell’amministrazione sembrerebbero dover essere abbattute e ricostruite come è previsto per la Taliercio.
“Vorremmo una parola chiara sulla retromarcia rispetto al trasferimento e soprattutto sulla demolizione del nido e della materna appena ristrutturate. A proposito di villa Ceci, l' assessore all’urbanistica Bruschi continua a confondere il dimensionamento del parco di villa Ceci con quello di tutta l'unità territoriale, che comprende tutta l'area compresa tra il Carrione ed il viale XX Settembre e tra via Marco Polo e via Covetta, nella quale si trovano segherie, palazzi e quant'altro. Inoltre ci preme anche ricordare che il piano strutturale misura una potenzialità, non concede diritti. Questi ultimi vengono definiti con il poc, che in effetti, ci pare si capisca proprio poco.”.
Vi. Tes.
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Il civico consigliere comunale Arcipelago Massa Andrea Barotti commenta gli esiti dell'ultimo consiglio in merito al regolamento degli agri marmiferi.
"L'amministrazione Persiani - esordisce - afferma, trionfalmente, di essere entrata, con il regolamento per gli agri marmiferi, nella storia senza considerare che è più importante il giudizio dei posteri del solo ingresso nel ricordo collettivo! La damnatio memoriae del diritto romano, fortunatamente, non esiste più perciò di una fase politica rimane, nel bene e nel male, traccia".
Il civico spiega le ragioni della sua assenza: "Non ho partecipato ai lavori della Commissione Ambiente e del Consiglio Comunale poiché sono contrario, specie quando si affrontano temi delicati, alle sedute non in presenza! Quanto avvenuto nel corso della maratona per il regolamento degli agri marmiferi, che rimanda al modus operandi adottato dalla vecchia Giunta per il regolamento urbanistico, non ha bisogno di commenti! I problemi tecnici si sono susseguiti, i consiglieri non hanno potuto seguire, con continuità, i lavori dell'Assemblea ed addirittura non vi è stata l'usuale diretta televisiva. Ritengo che una Commissione, quella Ambiente, incapace di approfondire temi come la ex discarica di Codupino, la vicenda della ex Ricicleria non sia, dal punto di vista politico, agibile per chi considera necessario restituire credibilità all'impegno civico! da qui la mia attività, a costo zero per i contribuenti, fuori dal palazzo, per strada tra i cittadini. La mia protesta terminerà quando le porte della sala Consigliare torneranno ad aprirsi! È assurdo che gli operai siano in fabbrica, che ci si impegni per far suonare le campanelle dei plessi scolastici ed i consiglieri, per numero inferiori ai dipendenti di una media/grande impresa, stiano dietro un monitor".
Barotti attacca e scrive: "In merito al regolamento non ho mai nutrito la speranza che la maggioranza di destra, fustigatrice del vecchio centrosinistra, accogliesse qualche seria proposta della minoranza ed è anche per questa ragione che non credo alle parole di Persiani quando scrive che il regolamento è perfezionabile! Se si è consapevoli di non aver raggiunto il miglior risultato perché esaltarsi? Perché approvare un regolamento così fatto? Sono domande che, al pari di altre, cadranno nel vuoto! Si infrangeranno contro gli spot, i post, le immagini di una destra che sembra non aver sostituito l'ebrezza della vittoria con la moderazione del governo".
Il Consigliere indirizzerà a Strasburgo una nota: "Personalmente ho forti dubbi, quanto alla conformità al diritto comunitario, sia sul testo approvato dalla maggioranza sovranista (i moderati mi sembrano, come dimostra la vicenda del MES, estinti nel centrodestra) e sia sulla legge regionale! Ho intenzione, per dare un contributo utile alla città (partecipare ad una storia con il finale già scritto non è il compito datomi dagli elettori), di sottoporre alcuni quesiti alla Commissione Europea ed al parlamento Europeo. Sono convinto, come cittadino, di avere maggiori possibilità di risposta confrontandomi con le Istituzioni Europee che con la Giunta Persiani o con una maggioranza di destra e sovranista".
Per Barotti i giovani sono rimasti, ancora una volta, fuori dalla visione della politica: "Le Apuane non appartengono a noi, appartengono a chi verrà ed è veramente incredibile che si offra la possibilità, conformemente alla legge regionale ed al regolamento approvato, di prevedere concessioni della durata massima di 25 anni prorogabili, dietro voto del Consiglio e con l'impegno di far lavorare il 50% dell'escavato, di altri 25 anni! Questo significa privare alcune generazioni, i giovani della possibilità di decidere del loro futuro! Un venticinquenne, tornando all'esempio, avrà allo scadere del rinnovo 75 anni!"
L'esponente civico guarda all'Europa: "Le ricchezze naturali, paesaggistiche del nostro territorio sono un tesoro europeo e credo sia opportuno, per garantire la tutela ma anche la concorrenza, il giusto equilibrio tra protezione e sviluppo informare le Istituzioni dell'Unione. La Lega, F.d.I lavorano per sgretolare le Autorità europee ed addirittura arrivano a giustificare chi si oppone alla clausola sul diritto per l'accesso al Recovery Found chi, invece, crede all'Europa, al progetto di una Unione sempre più forte capace di offrire progresso, salvaguardia dei diritti e benessere dei cittadini non ha alcuna difficoltà a chiedere l'esame di una legge regionale e di un regolamento comunale".
L'intervento termina con una nota ironica: "Le verifiche, come l'esperienza scolastica di ciascuno insegna, aiutano a migliorarsi; rimetto alle Autorità europee il compito di giudicare l'operato della Giunta Persiani cosicché sapremo dove collocare, nella storia della città, la destra sovranista massese! Un Sindaco, una coalizione che si auto promuove, che si complimenta con i consiglieri di maggioranza non penso sia particolarmente obiettiva".
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Una discussione suddivisa in due sedute fiume l’ultima delle quali ha occupato un’intera notte. Molti sono i dubbi della consigliera dell’opposizione massese Elena Mosti che ha anche affidato alla stampa la sua riflessione su tutto il comparto marmo. Ecco le parole della Mosti:
“Fino a qualche anno fa la mia personale consapevolezza sul mondo delle cave era ristretta e indirizzata a quel sentimento romantico e culturale rappresentato dal duro lavoro dei cavatori, dall'eroica resistenza sulla roccia impervia, dalla lizzatura e dal lardo di Colonnata. Negli anni di attività politica attiva ho poi potuto conoscere e approfondire, capendo che questo complesso settore rappresenta molto di più, e che queste montagne nascondono problemi e ferite. Ogni blocco che lascia il monte, è unico e irripetibile.
Non ce ne sarà un altro mai. Il marmo non ricresce, non è un seme dal quale poter far nascere un fiore.
La figura meravigliosa del cavatore e del suo dignitoso ed etico lavoro non esiste più, o meglio non è più quella che era. Un lavoro pericoloso, alle volte ingrato ma anche molto amato da chi lo fa, un lavoro che ci ha portato e ci porta via ancora oggi molti concittadini che lassù perdono la vita. Oggi la maggior parte del lavoro è svolto dalle macchine. Negli ultimi vent'anni si stima che si siano persi 1000 posti di lavoro.
Sono sparite più di 70 aziende. In parallelo si escava sempre di più, con più velocità e invasivamente.
La filiera è praticamente inesistente perché partono dalla nostra provincia per lo più blocchi non lavorati.
L'impatto ambientale di tutto questo è enorme. Quanto deve essere per davvero la "quantità massima estraibile" senza che l'orografia delle nostre apuane venga modificata e cambiata in maniera irreversibile?
È il momento di pensare alle creste, alla tutela delle acque di cui le nostre Alpi sono piene, a limitazioni vere, ad inquinare meno, ai lavoratori e al nostro territorio. È il momento di capire che le cave non si "coltivano", e di prendere totale coscienza che ogni blocco che se ne va è appunto andato.
Non sono mai stata per la chiusura totale delle cave, e non lo sono oggi né demonizzo l'attività estrattiva.
Ma non voglio nuove cave aperte. Ho conosciuto imprenditori e lavoratori seri, preparati, amanti della montagna e del territorio, che mi hanno mostrato il lato buono, responsabile e coscienzioso di questa attività, ma procedere in questo modo non è più sostenibile sotto nessun punto di vista.
In due lunghe sedute di consiglio comunale a Massa si è portato il regolamento degli agri marmiferi.
Un regolamento degli agri marmiferi che è stato approvato con larga maggioranza. Due sedute di Consiglio.
Dalle 17 a mezzanotte e mezzo la prima. Dalle 17 di ieri a stamattina la seconda.
Non ho votato. Alle 4:30 ho lasciato la seduta perché non riuscivo più a partecipare e seguire. Non avevo più la lucidità per concentrarmi. Un dibattito intenso. Impegnativo. Un regolamento al quale avrei votato contro. Un atto praticamente blindato. Pareri tecnici negativi sugli emendamenti della minoranza, che di tecnico non avevano nulla. Modalità di svolgimento mai viste. Un regolamento che va più verso gli interessi privati che verso un ampio diritto pubblico. Un atto così importante poi, discusso in maniera, telematica, con tutte le difficoltà e gli ostacoli del caso.
Non è il regolamento che vorrei.
Le montagne, le cave e lo stesso marmo, sono beni che appartengono alla comunità e al territorio tutto.”
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Stanno arrivando a tutti i comuni, proprio in questi giorni, i soldi del governo per una nuova erogazione di buoni alimentari ai cittadini che si trovano in difficoltà economica per cause legate all'emergenza sanitaria. Una prima tranche era già stata finanziata durante il primo lockdown, per dare il medesimo supporto ai bisogni primari della popolazione le cui condizioni risultassero aggravate dalle conseguenze economiche del l'emergenza pandemica.
In merito a questa seconda erogazione, i consiglieri dell'opposizione, Emanuele Ferdani, Michele Moscatelli, Alessandro Ricci, contestano all'amministrazione comunale le modalità scelte per la gestione della misura nazionale.
"Siamo stati informati – spiegano i consiglieri - che l'amministrazione del comune di Mulazzo guidata dal sindaco Claudio Novoa (in foto) ha intenzione di erogare i nuovi buoni spesa relativi all’emergenza COVID 19 tramite la distribuzione di Buoni “Qui-Ticket”.
Ebbene: "Questa metodologia – affermano - ci trova contrari per diversi motivi. I consiglieri spiegano quindi le loro ragioni: "Nessun esercizio commerciale del nostro comune utilizza questo metodo di pagamento. Questi ticket, per gli esercenti, hanno un costo di commissione e per piccole realtà come quelle presenti sul nostro territorio è un costo molto elevato e a volte insostenibile".
Dunque, i buoni ticket non sarebbero spendibili nei negozi del comune. Non solo: "La metodologia utilizzata per la distribuzione della prima parte dei buoni spesa nei mesi di marzo e aprile ci sembra la più giusta: buoni emessi direttamente dal comune e spendibili solo nel territorio comunale. Così facendo, oltre ad aiutare le famiglie che ne hanno diritto, si aiuterebbero anche le nostre attività locali che hanno risentito enormemente, durante il periodo estivo, del calo di turisti, del mancato arrivo dei proprietari di seconde case e dell’effettuazione delle varie sagre dovuto dalle restrizioni dei vari DPCM per il contrasto del COVID 19".
L'opposizione prosegue intravvedendo così le conseguenze negative della scelta fatta dagli amministratori comunali: "Si rischia di dirottare clienti abituali dei negozi locali su altri negozi causando un ulteriore danno alle già martoriate attività del nostro comune. Questa scelta non è nemmeno giustificabile con il fatto che questi buoni si possano spendere presso i discount locali visto che l’unica catena che accetta questo tipo di ticket è il CONAD".
I consiglieri concludono puntualizzando il loro netto disaccordo con l'indirizzo del sindaco e di tutta l'amministrazione comunale: "Parliamo tanto di ripopolamento dei piccoli comuni cercando di non far chiudere i servizi e poi quando si può fare qualcosa di concreto si fanno scelte contrarie. Tutto questo dimostra la scarsa e disattenta conoscenza del territorio comunale da parte del Sindaco Novoa ed il poco interesse che nutre verso le attività commerciali alimentari che hanno sede nel suo comune".
Attività che – proseguono i consiglieri - durante questi mesi di pandemia, hanno svolto un servizio fondamentale per tutti i cittadini tenendo aperto e mettendo a rischio la propria salute, con la consegna della spesa direttamente a casa di chi non poteva muoversi da casa".
Di qui, la richiesta dei consiglieri agli amministratori: "Pertanto, chiediamo al sindaco e all’Amministrazione di tornare sui propri passi e di utilizzare il metodo usato nei primi mesi di pandemia così da aiutare sia le famiglie sia i negozi".
Michela Carlotti
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Approvazione anche da parte di Marco Guidi, assessore ai lavori pubblici di Massa e coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia per il regolamento degli agri marmiferi votato dal consiglio comunale che lui ha definito altro importante obiettivo raggiunto dal sindaco Francesco Persiani e dalla sua maggioranza.
"Quello che è stato approvato - hanno detto Guidi e i consiglieri comunali di Fratelli d'Italia Alessandro Amorese, Massimo Evangelisti e Bruno Tenerani - è un regolamento che mette al centro la tutela della ambiente, del lavoro e delle imprese, con importanti ricadute anche in termini economici per l'intera città. Nonostante i continui tentativi delle opposizioni di bloccare questo importante atto, dopo 17 ore di consiglio comunale, abbiamo consegnato alla città un atto atteso. Dove il centro sinistra ha fallito per anni, l'amministrazione guidata dal sindaco Francesco Persiani è riuscita a portare a termine questo percorso e lo ha fatto senza creare contrapposizioni ma affrontando il tema del marmo e della tutela del territorio, senza un approccio ideologico ma con l'intento di contemperare tutti gli interessi in campo. Come Fratelli d'Italia siamo soddisfatti che parole come ambiente, sicurezza sul lavoro e libertà di impresa siano elementi centrali di questo nuovo regolamento".
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Sarebbero arrivati, addirittura, al negazionismo pur di negare il disastro sanitario emerso in Toscana con la seconda ondata della pandemia: i colpevoli sono le varie cariche regionali, presenti e passate, del Pd; gli accusatori sono i rappresentanti della Lega, il partito che alle ultime regionali ha conteso il governo della Toscana proprio al Pd, al potere da oltre quarant’anni. A sparare a zero sui dem è Nicola Pieruccini, commissario della Lega Salvini Premier di Carrara, uno dei due comuni in cui la Lega ha battuto il Pd alle ultime regionali.
“Non è accettabile – ha tuonato Pieruccini – che a fronte di decine di migliaia di morti e di contagiati ci si permetta di negare ancora la pessima situazione in cui si è trovata la sanità toscana, grazie alle politiche di Enrico Rossi e dei compagni eletti in rappresentanza del territorio più martoriato dal virus, come Giacomo Bugliani. E soprattutto non è accettabile che esponenti delle istituzioni locali promuovano e avallino iniziative simili, sebbene fossero stati perfettamente a conoscenza del fatto che la seconda ondata di Covid-19 avrebbe potuto stravolgere ancora di più le nostre vite.”. Pieruccini ha puntato il dito contro la concentrazione esclusiva del Pd sull’obiettivo elettorale e la sostanziale immobilità nelle politche a favore della salute pubblica. “Sapevano perfettamente come si sarebbe attuato il contagio – ha continuato Pieruccini - quanto la curva avrebbe impiegato a gonfiarsi di nuovo e a riempire gli ospedali poco resilienti e con pochi posti di terapia intensiva. La Lega si è stancata di ascoltare queste posizioni assurde , soprattutto dopo aver letto i dati pubblicati oggi dalla Regione, un vero e proprio bollettino di guerra, che,solo per rispetto, dovrebbe spingere i Dem a fare una dignitosa autocritica. “.
Pieruccini ha rimarcato come tutti i malumori che emergono dalla condizione sanitaria della Toscana arrivino dagli operatori del settore, dai cittadini ed anche da membri stessi del Pd. “ E’ evidente – ha rincarato Pieruccini – che sta facendo vero sciacallaggio in questo momento gravissimo di crisi sanitaria economica e sociale : sono solo quelli del Pd che, non soddisfatti del risultato elettorale , si fanno la guerra passando sopra la testa di chi soffre.” Pieruccini ha ricordato che la Toscana è diventata zona rossa per il rischio alto di valutazione dell’impatto: 48 per cento di occupazione delle terapie intensive quando la soglia era al 30 per cento: presenza di due allerte rispetto alla valutazione della resilienza territoriale e uno scenario rispetto all’ Rt di 1.8 che era il più alto d’Italia e sulla base di questi dati ha diffidato il Pd dal rilanciare chiamando in causa la cattiva gestione leghista della Lombardia. “ Non andate a cercare la Lombardia ma guardate a casa vostra – ha ammonito Pieruccini – vogliamo ricordare che il giudizio sui 40 anni di disastri della sinistra , compreso il buco della nostra Asl da 400 milioni di euro volatilizzati nel nulla, i cittadini di Massa Carrara lo hanno espresso con il voto di settembre decretando la vittoria del centrodestra nella provincia apuana, con il 45,6 per cento dei voti contro il 43,9 di Giani. Dopo il PD ha cavalcato la politica del risentimento ed imbastito la più grande ondata di rancore contro la Lega , in maniera perfino superiore al vecchio e caro Partito Comunista che era animato sì da invidia sociale ma seguiva un realismo politico che, al di là dell’idealismo strumentale, è sempre stato il fondamento del comunismo vero. Invece quelli di adesso , rabbiosi e rancorosi, hanno dimenticato quella politica. Non ritroveranno il consenso attaccando la Lega e al contempo negando le proprie responsabilità sulla politica dei tagli alla sanità.”
Pieruccini ha invitato i rappresentanti del Pd a rispondere politicamente sui temi e ad evitare di fare chiacchiericcio sterile per attaccare la sua persona.
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La riapertura è stata abbastanza in sordina e poco in linea con la tendenza trionfalistica con la quale l’amministrazione 5 stelle è solita annunciare ogni suo più o meno raggiunto traguardo. Talmente in sordina che quando i primi mezzi si sono avventurate sul nuovo ponte di Avenza hanno trovato dall’altra parte le auto parcheggiate come se la viabilità fosse ancora interdetta, perché nessuno era stato informato della riapertura. A descrivere nel dettaglio la situazione del ponte Gino Menconi ad Avenza è stato, ancora una volta, Cesare Micheloni, di Fratelli d’Italia, che ha riscontrato diverse anomalie e soprattutto la persistente assenza di controllo da parte dell’amministrazione. “ Oltre al ponte aperto senza che nessuno fosse avvertito – ha detto Micheloni – ancora oggi a due giorni dalla riapertura, non sono stati tolti i cartelli che indicavano la viabilità modificata a causa dei lavori sul ponte. Molte persone infatti continuano a seguire quelle indicazioni e non sanno che il ponte è percorribile.”
Micheloni, che ad Avenza risiede ed ha un’attività commerciale, si è preso la briga di andare a controllare lo stato del ponte ed ha spiegato: “In realtà il ponte non è finito. L’asfalto definitivo verrà gettato a gennaio. Al momento sono stati sospesi i lavori per consentire un minimo di ripresa della circolazione in occasione delle feste. Purtroppo la riapertura ha coinciso con questi giorni di forte pioggia che hanno un po’ deteriorato il primo strato di asfalto gettato. Le cose più gravi, tuttavia sono altre: il ponte di notte è completamente al buio perché l’impianto di illuminazione non è ancora stato fatto. Questo lo rende molto pericoloso sia per il passaggio a piedi sia per il transito di veicoli a due ruote. Inoltre tutto il lato monti del ponte, in corrispondenza del famoso muretto che avevamo segnalato, che è stato tagliato solo in parte, è protetto da new jersey in cemento, che costringono i mezzi in transito da Avenza vecchia verso Avenza nuova a spostarsi verso il centro della carreggiata per evitare di andare a sbattere contro il muretto che è storto e quindi non in asse col ponte. In tutto questo, ancora una volta non c’è stato alcun controllo da parte del comune.”
Alla luce di questi riscontri Micheloni ha rinnovato l’appello al sindaco per avere chiarimenti sulla presenza e sulla durata delle protezioni coi new jersey ed anche sulla segnaletica sbagliata e soprattutto sulla necessità di una verifica in loco da parte dell’amministrazione.
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"Scene come queste non si vedono neppure nel terzo mondo. Fanno accapponare la pelle: mura marce e piene di muffe, calcinacci che cadono a pezzi, radiatori che forse risalgono ai tempi della guerra, bagni guasti, lavandini intasati. Poi porte che hanno un'età da pensione chiuse con i lucchetti come biciclette alla stazione. Pareti piene di crepe. Non siamo in un ospedale abbandonato. Siamo all'ufficio igiene dell'Asl in viale Democrazia a Massa. Qui le persone vanno a fare le vaccinazioni. Non possiamo certo stupirci se poi esplodono focolai di contagio nelle strutture dell'Usl Toscana nord ovest se questa è la misura della gestione aziendale. Perché vale all'ufficio igiene come al distretto di via Bassa Tambura dove sono senza lavandino nello spogliatoio oppure ad Aulla, dove nello spogliatoio non sono rispettate le misure di sicurezza. Abbiamo richiesto un incontro urgente con la direttrice Maria Letizia Casani: è un anno che aspettiamo una sua convocazione. Non accetteremo altre inutili discussioni con collaboratori con varie competenze teoriche ma spesso inefficaci di stanza in quella che qualcuno, a quanto pare, considera la periferia dell'impero".
Una situazione al limite quella descritta dal segretario della Uil Fpl di Massa Carrara, Claudio Salvadori. Reportage fotografico alla mano, mostra quello che è il disastro delle strutture sanitarie territoriali (escluso il Noa): "Se la gente è costretta a lavorare in contesti come questi è chiaro che la responsabilità del contagio non va cercata fra gli operatori ma nell'incompetenza di una struttura dirigenziale che gestisce un'azienda sanitaria di area vasta. Vogliamo per caso parlare di percorsi sicuri Covid-19 in queste condizioni? Ma per favore. A quanto pare l'Asl pensa di fermare il virus con una catenella, come al Pronto Soccorso. Problemi peraltro segnalati da tempo: mandano un collaboratore di turno a fare un sopralluogo e rimandano al 'poi passiamo'. E hanno il coraggio di puntare il dito contro gli operatori colpevoli, a loro dire, di prendere il virus fuori dalle strutture sanitarie e di portarlo loro dentro... Ridicolo. E' così che giustificano la presenza di 16 operatori positivi al Pronto Soccorso?".
Il segretario della Uil Fpl rigetta al mittente tutte le accuse avanzate al personale sanitario, medico e infermieristico: "Si dovrebbero piuttosto vergognare di aver fatto lavorare i dipendenti per mesi senza Dispositivi di protezione adeguati o non a norma. E invece di andare a risolvere i problemi si insinua il sospetto sui lavoratori, che non rispetterebbero le regole. Se ne hanno le prove, multino i responsabili. Ma l'evidenza dimostra ben altro – conclude Salvadori -: qui l'unica a non rispettare i protocolli di sicurezza è l'Asl stessa. Forse qualche dirigente dovrebbe provare qualche volta a venire in corsia, a mettersi guanti, mascherine e tute per provare sulla sua pelle cosa vuol dire".
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