Politica
Il comitato Ugo Pisa a fianco di studenti e docenti per impedire la demolizione della scuoal Parini di Massa
Il comitato Ugo Pisa ha parteciapto, venerdì 5 dicembre al gesto simbolico organizzato da studenti, insegnanti e genitori della scuola Parini che si sono ritrovati per decorare il…

Caos e tensioni tra lavoratori e dirigenza di Retiambiente: Carrara rischia di fare il Natale coi rifiuti in strada secondo il consigliere Bernardi
“Le ultime settimane sono state segnate da forti tensioni all’interno di RetiAmbiente Carrara, dove i dipendenti contestano con decisione le ipotesi di modifica degli orari di…

Massa: presentazione Carta della Partecipazione. Il progetto “Sicuramente” selezionato come buona pratica toscana
L’Amministrazione Persiani ha partecipato - giovedì 4 dicembre ndr - al convegno regionale “La Nuova Carta della Partecipazione Pubblica per politiche più inclusive”, organizzato dal…

"I voti si contano, non si pesano": la posizione di Nicola Cavazzuti segretario del circolo di Massa di Rifondazione Comunista
"Oltre 70'000 Toscani si sono visti esclusi dal diritto di rappresentanza. La legge elettorale Toscana è stata creata e studiata per limitare il diritto di rappresentanza di cittadini…

Sanità, proclamato sciopero per venerdì 12 dicembre 2025
È stato indetto uno sciopero per venerdì 12 dicembre 2025 proclamato dal sindacato Cgil e indirizzato a tutti i dipendenti pubblici e privati, di comparto e dirigenza. L’Azienda si scusa…

Grottesco espellere chi non è neppure iscritto al partito": il sindaco Valettini ha commentato la decisione del Pd di Massa Carrara
"Grottesco il provvedimento del PD di espellere un non iscritto.Questo comportamento ci ricorda momenti i bui della storia, come le proscrizioni di…

Elezioni provinciali 2025: concluso il controllo delle candidature a presidente
Si è concluso da parte dell'Ufficio elettorale della Provincia di Massa-Carrara il controllo sulle liste dei candidati alle elezioni per il rinnovo della carica di Presidente della…

Il Pd sospende il sindaco di Aulla, Roberto Valettini dal partito per la sua scelta di candidarsi alla presidenza della Provincia contro il collega piddino Giannetti
Non è piaciuta, al Pd di Massa Carrara, la decisione del sindaco di Aulla, Roberto Valettini, del Pd, di candidarsi…

Avenza: Niente festa per Santa Barbara e i Vigili del Fuoco, il dispiacere per una tradizione spezzata
Arriva da un cittadino una riflessione sulle mancate celebrazioni della festa di Santa Barbara patrona dei Vigili del Fuoco, nella caserma di Avenza. "Il 4 dicembre…

Groviglio di errori e scelte discutibili nelle progressioni verticali della Provincia": la critica di Enzo Mastorci di Cisl Fp
Paral di "pasticciaccio brutto di Piazza Aranci”, il segretario generale CISL Funzione Pubblica Toscana Nord, Enzo Mastorci in relazione a quello che lui definisce: "

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Due commissioni secretate nel giro di pochi giorni: quella sul bilancio della Imm e quella sui beni estimati. Due argomenti tra quelli di cui più si attendevano le risposte non hanno potuto essere ascoltati direttamente dai cittadini. “Le commissioni secretate sono palesemente in contrasto infatti con l’idea della trasparenza amministrativa e ripropongono un atteggiamento borbonico del rapporto tra governanti e società civile” ha detto il consigliere Massimiliano Bernardi che ha anche ammesso di pensare seriamente all possibilità di chiedere il commissariamento del comune guidato dall’amministrazione 5 stelle.
“I grillini se ne sono infischiati alla grande delle regole democratiche, compromettendo la libera determinazione degli organi elettivi ed il buon andamento dell’amministrazione comunale. È chiaro che De Pasquale ed i suoi vorrebbero chiudere le questioni senza troppo dibattito e questo è un metodo per impedire ai cittadini di mettere bocca ed orecchi nei loro affari.” Bernardi ha detto di rivolgersi principalmente al presidente del consiglio comunale Michele Palma responsabile di aver avvallato quello che lui ha giudicato un vergognoso retaggio ed ha ricordato che, anche se i presidenti delle Commissioni Bilancio e Marmo hanno secretato le sedute, non potranno certo sigillare una ad una anche le orecchie dei consiglieri presenti, il che renderebbe, secondo Bernardi, la decisione ancora più senza senso. Bernardi ha annunciato l’intenzione di organizzare una protesta pubblica per questa assurda quanto scandalosa mancanza di trasparenza e di democrazia e per la violazione della legalità che ferisce profondamente l'istituzione comune.
“È di dominio pubblico - ha aggiunto Bernardi - che “le porte chiuse” possano essere invocate solo su questioni attinenti alla privacy delle persone: mentre le vicende dello statuto della IMM e i Beni Estimati non rientrano certo all’interno di questi vincoli, anche perchè nessuna motivazione a riguardo è stata resa pubblica. Le recenti vicende di negazione dei diritti acquisiti sono drammaticamente significative per far emergere lo stato di paura e di debolezza dell’attuale maggioranza che, al fine di evitare un confronto pubblico, si blinda. La richiesta è che si cambi rotta applicando semplicemente la legge vigente, che le commissioni siano pubbliche e che l’amministrazione si impegni concretamente a favorire la trasparenza, pubblicizzando le convocazioni dei consigli comunali e delle commissioni affinché siano accessibili a tutti i cittadini. Il tempo è galantuomo e quello che è rimasto è in scadenza .”.
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La segnalazione è partita da Lorenzo Baruzzo, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia,dal suo delegato alle politiche sanitarie, Nicola Frediani e dai responsabili regionali dei dipartimenti sanità, Ezio Lucacci e sociale, Emanuela Busetto che hanno portato la questione dell’abbattimento del monoblocco di Carrara all’attenzione del consigliere regionale di FdI Paolo Marcheschi sollecitando un ‘interrogazione regionale in merito.
Della questione FdI Carrara ha anche interessato il senatore Achille Totaro, membro della commissione sanità del senato, che alcuni mesi fa ha fatto un sopralluogo nella struttura carrarese accompagnato dal coordinamento comunale di FdI. Oggi è arrivata la risposta all’interrogazione sul monoblocco fatta da Marcheschi da parte dell’assessore Saccardi che ha confermato la decisione di Asl di accogliere le istante espresse dai comitati e dai cittadini di mantenere la struttura dell’ex ospedale di Carrara, provvedendo ad adeguarla sismicamente.
“Ancora una volta Fratelli d’Italia – hanno fatto notare dal coordinamento comunale - unico partito ad interessarsi anche presso le sedi istituzionali, ha dimostrato di essere dalla parte dei cittadini e di fare politica nell’esclusivo interesse della collettività".
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Il “superamento del ghetto” di cui, nel 2018 aveva parlato il sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale annunciando un rapido smantellamento del campo rom al Lavello è rimasta una promessa senza seguito.
A ricordarlo è il coordinamento comunale della Lega che ha segnalato come la zona sia ancora molto degradata e come i residenti si siano attivati per sollecitare il mantenimento della promessa fatta da De Pasquale.
“Negli ultimi anni al campo rom - ha spiegato Nicola Pieruccini coordinatore comunale della Lega - sono state costruite vere e proprie case in muratura con bagni in marmo e rifiniture pregiate ma vi sono rimaste alcune pericolose carcasse di roulotte bruciate. Il sito che si trova sotto il ponte dell’autostrada tra la ferrovia e un corso d’acqua inquinato, è del tutto irregolare e rigorosamente abusivo, oltreché in situazione malsana dal punto di vista igienico-sanitario e ambientale".
Pieruccini ha ricordato che il comune di Massa aveva a suo tempo certificato la presenza di sversamenti tossici e scarico rifiuti nel Lavello da parte dei residenti del campo che implementavano l'inquinamento delle acque. La gravissima situazione era stata segnalata più volte a GAIA "affinché sistemasse definitivamente il depuratore. Si sa infatti che le case presenti nel Campo non sono collegate alla rete fognaria e sono costruite su un terreno non edificabile, ma i Rom ci vivono tranquillamente da 30 anni col beneplacito della politica della sinistra che ha concesso loro di tutto.”
Secondo Pieruccini la parte “rossa “ dell’amministrazione grillina avrebbe manifestato tolleranza per la situazione del campo rom, ma che le lamentele sarebbero sempre più numerose, specie da parte di chi ha ricordato che gli stessi abusi fatti al campo rom non sarebbero stati tollerati se fatti da cittadini italiani.
“Gli abitanti del campo sono principalmente bosniaci – ha continuato Pieruccini - restano lì per scelta e non sono, come affermano molti buonisti, cittadini italiani. Quasi tutti sono pregiudicati che hanno scontato nel campo gli arresti domiciliari o sono stati obbligati alla firma, in tanti non lavorano e qualcuno non ha neppure i documenti in regola. A fronte della situazione come questa la Lega stigmatizza il comportamento del sindaco per il “mancato censimento“ che avrebbe permesso di capire chi e quante persone realmente vivono nel campo del Lavello perché i cittadini italiani pretendono e meritano legalità e non l’insicurezza. Basta con i continui roghi, la sporcizia, i cumuli di elettrodomestici sventrati, le bombole di gas abbandonare , le gomme e i chili di cavi elettrici oltre alla precaria situazione igienico sanitaria. “.
La Lega ha sottolineato l’urgenza dello smantellamento anche come misura per tutelare i minori presenti al campo e i residenti della zona circostante che hanno dovuto chiamare le forze dell’ordine a più riprese per roghi, schiamazzi L'obbligo di smantellare questo aggregato d'illegalità per la Lega è anche dovuto al fatto che in mezzo a tutto questo e altre forme di disturbo della quiete pubblica provenienti dal campo.
”Il sindaco - ha concluso Pieruccini - puntava a spostare gli attuali nuclei in zone più consone al decoro ed aveva anche individuato alcuni terreni che sarebbero stati acquistati dalle famiglie rom e chiedere alla Regione Toscana di assistere il comune in questo delicato percorso ed aveva anche ricevuto un encomio pubblico proprio dal governatore PD Enrico Rossi, alleato di governo. A questo punto ci dica il sindaco de Pasquale se e quando manderà le ruspe a smantellare il campo rom del Lavello come aveva promesso oppure se dopo l'inciucio del Movimento 5 Stelle con il Pd ci ha ripensato.”.
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“Apprendiamo con grande piacere che la Regione Toscana ha aumentato le risorse da destinare alle persone non autosufficienti, ora aspettiamo di vedere in che modo quei fondi saranno ripartiti alle Asl, e quindi ai territori, considerata la battaglia portata avanti negli ultimi mesi dal territorio apuano per far sì che fossero aumentate le quote disabili nelle Rsa”. Il sindaco Francesco Persiani e l’assessore al Sociale Amelia Zanti intervengono sulla notizia dello stanziamento delle risorse che la Regione ripartirà alle aziende sanitarie. Da tempo per il Distretto apuano, la Consulta provinciale per le disabilità sta portando avanti una battaglia perché vengano azzerate le liste di attesa (35 persone) e l’indice dei servizi essenziali di assistenza fermo al 5,54 sia adeguato a quello del territorio regionale del 9,8. L’amministrazione comunale ha sostenuto questa battaglia nella convinzione che ogni cittadino debba avere il diritto di essere assistito nel migliore dei modi. Sindaco e assessore avevano già espresso la propria posizione rispetto alle necessità di avere quote adeguate, inoltre, forte è stato l’impegno della commissione Sociale che ha portato in consiglio comunale un apposito documento, approvato all’unanimità.
“Il tema della disabilità e dell’assistenza è un tema trasversale a cui ognuno di noi deve, per le rispettive competenze, dare il proprio contributo. Lo stanziamento di maggiori risorse sembrerebbe essere una buona notizia, auspico ora che la Regione Toscana dimostri attenzione al territorio apuano, spesso dimenticato rispetto ad altre zone, e ci sostenga concretamente nell’aiutare i nostri concittadini” dichiara il primo cittadino.
Si unisce l’assessore Zanti: “bene che la Regione abbia aumentato di circa 4 milioni le risorse per la non autosufficienza, ma mi auguro che quei soldi vengano ripartiti tenendo conto delle criticità emerse e vadano a sanare le disuguaglianze tra il nostro ed altri territori regionali. Come diceva Don Milani “non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”. Ecco, ripartire i fondi equamente, per il distretto Apuano significherebbe aver perso la battaglia vista la situazione di grande svantaggio in cui si trova”.
“La zona apuana è in difficoltà per quanto riguarda le quote disabili – concludono il sindaco Persiani e l’assessore Zanti – terremo alta l’attenzione per tutelare i nostri concittadini”.
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Malintesi, incomprensioni, finanche bugie: così la maggioranza ha definito sostanzialmente la polemica innescata dai consiglieri dell’opposizione sulla modifica al regolamento del consiglio comunale, attualmente ancora in bozza, che imporrebbe l’obbligo di presentare tutte le interrogazioni in forma scritta e almeno 24 ore prima dell’inizio del consiglio, salvo casi urgenti accaduti nel lasso di tempo vietato. L’annuncio della modifica sulle interrogazioni avvenuta in sede di commissione, aveva scatenato nei giorni scorsi l’indignazione di tutti i consiglieri dell’opposizione, che, in maniera compatta, avevano parlato di bavaglio messo ai cittadini. Stamani, il presidente del consiglio comunale Michele Palma, la consigliera grillina Elisa Serponi, presidente della commissione che sta lavorando alla modifica del regolamento e il capogruppo della maggioranza Daniele Del Nero, hanno voluto incontrare la stampa per chiarire l’entità del provvedimento e porre fine alle polemiche.
“E’ importante far sentire la nostra voce – ha detto Palma - perchè si sono lette tante opinioni e tante critiche, ma sono stati portati pochi fatti per cui bisogna dare ai cittadini gli strumenti per potersi fare la propria opinione. La modifica del regolamento del consiglio comunale è partita da diversi mesi per la necessità di adeguare la normativa locale alle mutate leggi nazionali. C’ è stata una serie di regole che abbiamo cambiato o soppresso in conformità alle indicazioni nazionali come ad esempio l’eliminazione della differenza tra consigli ordinari e straordinari, il superamento del divieto di fumare in sala di consiglio come norma ormai acclarata ovunque, la definizione delle regole sulla privacy nelle riprese dello streaming e le modalità di accesso agli atti migliorate nella direzione della trasparenza.
Un’altra serie di modifiche hanno riguardato l’aspetto organizzativo per ottenere il miglioramento della macchina comunale: tra queste l’uso della pec per le notifiche dei consigli, provvedimento già in atto ma non ancora codificato e l’istituzionalizzazione dell’uso della pagina Facebook della presidenza del consiglio comunale come veicolo di comunicazioni ufficiali su tutti gli appuntamenti del consiglio comunale. Abbiamo disciplinato anche l’uso del cellulare durante le sedute, mantenendo invariato il divieto di fare o ricevere telefonate, ma concedendone l’uso per l’accesso al web per informazioni dell’ultimo secondo. In relazione alla proroga del tempo da concedere a mozioni e interrogazioni abbiamo seguito l’usanza già in atto di votare per la concessione.”. Come ultimo passaggio nell’elenco delle principali modifiche apportate al regolamento attualmente in corso, Palma ha introdotto quelle di genere politico, che sono appunto quelle che hanno innescato la querelle con l’opposizione. “ Ho esaminato gli statuti di molti altri comuni specialmente di quelli limitrofi al nostro ed ho riscontrato alcune caratteristiche esistenti solo qui – ha continuato Palma –Come la possibilità di concedere interventi del pubblico che non esiste in alcun altro comune italiano, ma che abbiamo giudicato positiva e quindi abbiamo deciso di mantenere. Gli interventi del pubblico resteranno in consiglio comunale all’inizio delle sedute, come succede adesso. La novità sarà invece la possibilità concessa al sindaco di rispondere subito ai quesiti posti dai cittadini, cosa che finora non accade per regolamento.”
Sullo spinoso nodo delle interrogazioni Palma ha parlato di un’informazione errata fatta passare per sostenere la tesi del bavaglio e cioè che l’amministrazione 5 stelle non risponde alle interrogazioni dei consiglieri di opposizione. Dati alla mano, Palma ha sostenuto che, in realtà è vero il contrario: “Nell’ultimo consiglio comunale presieduto dall’ex sindaco Zubbani c’erano 36 interrogazioni, una delle quali attendeva risposta da cinque anni.- ha spiegato Palma – Oggi ne abbiamo tredici, delle quali una ripetuta tre volte per cui di fatto undici, in attesa di risposta, cioè un terzo rispetto a prima e con tempi molto più corti. Tuttavia, nonostante il buon impegno nel fornire risposta alle interrogazioni tanto di averle ridotte di due terzi, ne restano ancora in attesa per cui abbiamo capito che la gestione delle interrogazioni anche adesso è troppo lenta e farraginosa. Da qui è nata la modifica tanto discussa che punta solo ad abbreviare i tempi di attesa per le risposte, che sono l’obiettivo principale delle interrogazioni. Lo scopo è evitare sorprese alla maggioranza in modo che gli assessori abbiano il tempo di organizzare le risposte. La nostra proposta, infatti, dice che le interrogazioni vanno depositate in forma scritta 24 ore prima del consiglio. Sarà possibile fare interrogazioni solo orali per eventi, di ogni genere, accaduti nelle ultime 24 ore. Per queste si è parlato di casi di urgenza ma il termine può fuorviare: l’unico discrimine che verrà utilizzato è solo quello della temporalità. Riteniamo che questo sistema permetterà di diminuire ulteriormente il numero delle interrogazioni che attendono una risposta.”. La consigliera Serponi ha elogiato il percorso fatto in perfetto accordo tra maggioranza ed opposizione nella commissione da lei presieduta e ha ricordato che il fatto che nelle poche controversie emerse tra le due parti, la maggioranza abbia imposto la propria decisione avvalendosi dei numeri a proprio favore, altro non è che l’esercizio della democrazia e non un colpo di mano. “ E’ falso dire che abbiamo tolto il diritto di parola ai cittadini – ha aggiunto la Serponi – Questo diritto è rimasto inalterato, anzi i cittadini avranno un’opportunità in più perché otterranno una risposta immediata.”.
Il consigliere Del Nero ha respinto le accuse venute dall’opposizione di una maggioranza troppo prevaricatrice e intenzionata a mettere il bavaglio agli avversari politici e ha spiegato le diverse dinamiche del consiglio comunale attuale rispetto a quello precedente: “La consigliatura Zubbani aveva sei gruppi di maggioranza e tre di opposizione. Sommando il minutaggio a disposizione per legge ad ogni gruppo, poteva gestire due terzi del tempo . L’attuale consigliatura ha un solo gruppo di maggioranza e cinque dell’opposizione che quindi può disporre dell’83 per cento del tempo per le interrogazioni. Il silenzio che spesso abbiamo mostrato in consiglio non è da interpretare come incapacità di dire qualche cosa ma come rispetto delle regole che abbiamo trovato. Non siamo intervenuti sul tempo da dedicare alle interrogazioni ma sulla modalità con cui le interrogazioni devono essere presentate. La forma scritta anticipata di un giorno serve per dare tempo agli assessori di documentarsi e quindi per poter rispondere in sede di consiglio. Abbiamo poi invertito la scaletta di questa parte di consiglio mettendo prima le delibere e poi le interrogazioni, come abbiamo fatto spesso nei consigli passati chiedendo l’inversione dell’ordine del giorno. Questo è stato fatto per una nostra precisa visione: il dibattito non c’è nelle interrogazioni mentre c’è sulle delibere, per cui abbiamo ritenuto di dargli la precedenza.”
Del Nero ha poi spiegato che l’uso molto frequente della richiesta di inversione dell’ordine del giorno, diventato un classico dei consigli comunali dell’era grillina, era dovuto in molti casi a garantire il numero utile alla maggioranza per far passare alcuni provvedimenti trattati nelle delibere, cioè: si è preferito trattare prima argomenti che richiedevano il voto perché così i consiglieri di maggioranza che avevano impegni potevano andare via subito dopo l’inizio del consiglio garantendo comunque il buon esisto del voto alla maggioranza. “ Ma questa richiesta potrebbe perdurare anche con il nuovo regolamento: se per caso un relatore invitato a parlare dovesse arrivare più tardi rispetto all’ora di inizio del consiglio, chiederemo l’inversione e faremo prima le interrogazioni delle delibere.”
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Tutti d'accordo sul monoblocco: 6 mila 500 firme raccolte in due mesi dal Comitato Primo Soccorso e Urgenza Carrara. Tantissime le adesioni alla raccolta firme aperta dal Comitato Primo Soccorso e Urgenza Carrara per impedire l'abbattimento del Monoblocco. I membri del comitato fanno un bilancio della situazione ad oggi:
in poco più di due mesi dalla raccolta firme lanciata per chiedere garanzie sul futuro del Centro Polispecialistico Sicari e della Sanità Pubblica a Carrara e Provincia, il Comitato "Primo Soccorso e Urgenza Carrara" presenta un primo e provvisorio bilancio.
Quasi 6 mila 500 firme, un numero che già di per sé esprime quanto il tema della sanità pubblica e quello della salute stiano a cuore al territorio che per anni ha subito tutto quello che veniva calato dall'alto, ritrovandosi una sanità ridotta dai vertici amministrativi di Asl e dal governo della Regione a quello che appare oggi: indici LEA non rispettati (vedi anche quote per ricoveri in RSA inferiori a quanto prescritto) e PAL firmati per essere relegati tra scartoffie polverose. La raccolta firme è stata, nello spirito dei Volontari che l'hanno organizzata e nell'accoglienza ricevuta tra i Cittadini, la risposta ad un malessere già in atto ma esasperato dal tentativo di abbattimento del Monoblocco: a due anni di distanza dalla sua inaugurazione i vertici ASL, veloci nel decidere ma renitenti alla rendicontazione, avevano deciso un assurdo progetto di abbattimento, dopo averlo proposto in conferenza integrata della sanità senza che il sindaco di Carrara, presidente della Conferenza stessa, ne comprendesse appieno la gravità e da subito intervenisse, comunicando con la città e tutta la provincia.
Il consiglio comunale straordinario del 12 novembre 2019 è riuscito a stoppare questo tentativo, così come le insistenze del nostro Comitato hanno contribuito a far votare all'unanimità dal consiglio comunale del 16 dicembre 2019 un dispositivo in cui si chiede al sindaco di farsi interprete della volontà politica di tutelare i servizi sanitari al Monoblocco, richiedere certezza di tempi, risorse e modalità per i miglioramenti necessari alla struttura e soprattutto il rispetto del PAL. Contemporaneamente sono stati richiesti i verbali e le delibere della Conferenza integrata per prendere conoscenza e rendere pubbliche proposte, discussioni, decisioni e tutto ciò che bolle nella pentola di Asl.
Dopo il misterioso buco nero di 240 milioni di euro della ASL locale, i decisori politici devono comprendere che non si può sempre lasciare i cittadini nell'ignoranza, specie quando gli oneri li subiscono proprio loro. Non tutti i verbali sono stati consegnati ma ormai è chiaro a tutti gli attori del settore sanità che l'attenzione dei cittadini è vigile e accesa specialmente sull'operato del sindaco di Carrara, che deve garantire la gestione della Cosa Pubblica in modo trasparente e efficace, cercando di non cadere nel sistema tipicamente aziendalista di Asl e sull'operato della stessa Asl, encomiabile nel parlare di ascolto partecipato, ma di fatto sempre soggetta a prendere decisioni unilaterali. Aspetto confermato dalla recentissima chiusura temporanea del reparto radiologia del Monoblocco. Rileviamo arroganza e anche trascuratezza in un organismo che vorrebbe apparire efficiente e moderno e sensibile.
A questo proposito al direttore dipartimentale di immagine dottor Sabino Cozza chiediamo il motivo per cui, avendo due medici in servizio, diversamente dal passato, quando ve ne era solo uno, ha autorizzato la sospensione del servizio di Radiologia a Carrara e rileviamo ancora una volta il silenzio del sindaco di Carrara.
Su questo fatto rileviamo anche che non c'è stato nessun intervento pubblico da parte del sindaco di Carrara. Probabilmente nessuno di Asl si è curato di informare il sindaco ma quest'ultimo avrebbe potuto rivolgersi ad Asl e deprecarne l'operato, una volta appreso l'accaduto.
Come comitato rileviamo con rammarico, che c'è la tendenza a lasciare tutto nel vago e nel sospeso, specialmente la consegna di documenti richiesti e per questo chiediamo più rispetto per noi e per i cittadini.
In sostanza, ad oggi, anche se l'abbattimento del Monoblocco appare scongiurato non ci sembra allontanato il rischio di depauperamento dei servizi sanitari e di inosservanza del PAL. Per questo proseguiamo la raccolta firme e prevediamo iniziative pubbliche dove tutti possano intervenire, auspicando in primo luogo la presenza, oltre che delle organizzazioni sindacali, di amministratori e politici, che rappresentino quanto fatto e quanto prevedano di fare. Per adesso si contano a mala pena sulle dita di una mano quelli che hanno preso una precisa posizione! Defilati e silenziosi gli altri.
Ci facciano sapere tutti, soprattutto gli aspiranti governatori e amministratori regionali, quali nastri potranno tagliare anche a Carrara in ambiente sanitario!
Da ultimo non possiamo non esprimere una preoccupazione riguardante la comunicazione e gestione della cosa pubblica a Carrara. Non abbiamo apprezzato le ventilate modifiche dello Statuto del consiglio comunale, così come in precedenza la sistematica decisione di ribaltare l'ordine del giorno dei consigli comunali. E' imbarazzante una simile operazione che cerchi di togliere spazio e voce ai cittadini e alle espressioni democratiche della minoranza. E che non aiuterebbe neppure a governare al meglio chi ne ha la responsabilità. Ci domandiamo se veramente tutti i consiglieri di maggioranza siano d'accordo su questo stravolgimento opaco del dialogo politico istituzionale. Auspichiamo un ripensamento, per loro, destinati diversamente all'estinzione, e soprattutto per la nostra città.
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La notizia che il territorio attendeva da tempo è arrivata: sono disponibili i finanziamenti che la Provincia di Massa-Carrara si era aggiudicata sull’annualità 2019 del piano triennale dell’edilizia scolastica dove era collocata ai primi tre posti della graduatoria con i progetti dell’istituto alberghiero di Marina di Massa (oltre dieci milioni di euro) e degli istituti Zacagna e Tacca di Carrara (circa quattro milioni ciascuno) per un totale di oltre 18 milioni di euro.
Lo ha annunciato l’assessore regionale Cristina Grieco proprio nella sede dell’alberghiero dopo aver fatto visita al Liceo Pascoli di Massa per prendere visione dei lavori effettuati dalla Provincia dopo l’episodio del distacco di una porzione di soffitto della scorsa settimana (l’intervento terminato e le lezioni riprendono regolarmente martedì 14 gennaio): presenti il presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti, il consigliere regionale, Giacomo Bugliani, i consiglieri provinciali Stefano Alberti, Cristiano Bottici e Antonio Cofrancesco, assieme alla preside reggente, Sonia Casaburo.
“Questa notizia arriva in un momento critico che vivono le scuole medie superiori della nostra Provincia dove le ultime situazioni dell’alberghiero e del Pascoli hanno acuito il sentimento negativo che c’è rispetto all’edilizia scolastica nel territorio – ha dichiarato il presidente della Provincia Gianni Lorenzetti. La Provincia con i mezzi modesti che ha è intervenuta il più rapidamente possibile per tamponare e risolvere alcune urgenze, con fatica ma con efficacia. Sul piano antisfondellamento dei soffitti, dopo le verifiche di tre anni fa, abbiamo presentato richiesta per avere fondi da parte del Ministero sul nuovo piano e saremo pronti a ripartire anche su questo per partecipare poi ai bandi per richiedere ulteriori finanziamenti per gli interventi che saranno necessari.
Con il piano triennale però abbiamo invertito un trend che era negativo rispetto alla programmazione dell’edilizia scolastica rimettendo in moto un meccanismo che si era fermato da tempo e che ci ha portato, con l’incontro tra l' indirizzo politico e quello tecnico, a questo risultato importante. Abbiamo fatto uno sforzo anche economico per finanziare i progetti esecutivi, una scelta rivelatasi giusta”
“Al termine di una precedente visita – ha detto l’assessore regionale Grieco – avevamo detto che la strada da seguire era quelle che metteva assieme i diversi livelli, statale, regionale e provinciale per risolvere definitivamente i problemi di questa struttura. La Regione non ha una competenza di finanziamento sull’edilizia scolastiche perché è propria dello Stato. Noi comunque ogni anno finanziamo, con la legge 70, interventi urgenti per circa 3 milioni. Dal 2014 però sono stati ripristinati i piani triennali dell’edilizia scolastica e su questo strumento ci eravamo indirizzati.
Per intercettare questi finanziamenti tutto dipendeva dalla capacità dell’ente proprietario, in questo caso la Provincia, di presentare un progetto di livello avanzato, con criteri che mettessero la sicurezza e lasostituzione edilizia al primo posto. La capacità quindi della Regione di intercettare questi criteri e la capacità della Provincia dal punto di vista progettuale ci hanno permesso di intercettare questi finanziamenti per avviare l’intervento risolutore che consente di dare il via alle gare”.
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Non ci stanno, le associazioni CAI, Grig, Italia Nostra e La Pietra Vivente, ad accettare le accuse di irregolarità nei documenti contenenti la Pronuncia di compatibilità ambientale sulle cave del parco delle Apuane che ha rivolto loro il presidente del Parco Alberto Putamorsi. Di questi giorni la replica: “In merito alle PCA irregolari, riportiamo quanto scrive l’Avvocatura Regionale nel 2017: In base alla normativa su richiamata si ritiene non possa configurarsi l’ipotesi di una PCA incompleta, né la possibilità per l’Ente Parco di rinviare l’acquisizione dei pareri e dei contributi ad un momento successivo al rilascio della PCA positiva.”. Il gruppo di associazioni ha ricordato anche che la cava Biagi, tra quelle autorizzate alla riapertura aveva scavato in passato senza autorizzazione e senza che il Parco facesse nulla per impedirglielo, in modo da favorire l’esistenza di una nuova cava nel territorio che avrebbe dovuto tutelare, senza rispettare il PIT.
“In merito alla modifica dei confini di cava Romana – hanno continuato le associazioni rivolgendosi direttamente a Putamorsi - qualunque sia l’estensione, viene comunque sanata l’errata linea di confine tracciata dal professionista e approvata dagli Enti. La procedura non è legittima perché non approvata dal Consiglio Regionale. In merito al Bacino del Monte Cavallo, il PIT precisa: “Non sono ammesse ulteriori autorizzazioni all’escavazione sul versante visibile dalla costa”. La sentenza del Tar riferita a questa area puntualizza: Il divieto di prosecuzione dell’attività estrattiva sopra i 1200 metri anche per le cave sotterranee, ha il fine di tutelare un aspetto del paesaggio valorizzato dall’art. 142 del Decreto legislativo 42/2004 con riferimento all’integrità delle falde e alla stabilità dei versanti che potrebbero essere compromesse anche da scavi sotterranei.In merito alla galleria di Minucciano approvata dal Parco in area ZPS, sito Rete Natura 2000, e in violazione degli articoli 136 e 142 di una legge dello Stato, Decreto legislativo 42/2004, contravviene anche a quanto disposto dal MIBACT nel 2013 che vieta opere interrate in aree vincolate. Se pretendere il rispetto delle procedure, del Codice dell’Ambiente e del Paesaggio è “salire in cattedra”, allora, Presidente Putamorsi, siamo in cattedra.”
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Il recente stralcio dell’edificabilità dei terreni di Poveromo dal Regolamento Urbanistico di Massa, voluto dalla giunta Persiani, ha lasciato già una lunga scia di polemiche e di interventi. Ultimo in ordine di tempo quella dell’ambientalista Franca Leverotti, membro del Grig, che ha ripercorso le tappe della storia della zona di Poveromo sin dagli anni ottanta per dimostrare l’ingiustizia di imporre su terreni boschivi di pertinenza delle case private, la tassa IMU tipica di quelli edificabili.
“Dal 1981 al 1994 fu concesso il permesso di costruire ville monofamiliari su una superficie di almeno tremila metri quadrati. – ha spiegato la Leverotti – Dopo il 1994 sono state sospese le licenze edilizie e non sono stati più concessi permessi. Nel 2006, la Regione ha imposto la costruzione di sole 80 case, ma le amministrazioni democratiche che si sono susseguite a Massa in quel periodo si rifiutarono di scegliere 80 lotti tra i 200 lotti liberi, per cui decisero che tutti i proprietari di terreni di tremila metri quadrati dovevano pagare l’IMU come se fossero edificabili, anche se solo 80 di loro avrebbero ottenuto il permesso di costruire. Persiani, con l’approvazione di un Regolamento Urbanistico monco, che non è una cosa usuale, ha riportato nell’indeterminatezza l’area, oggi disciplinata solo dal PIT.”. Leverotti definisce l’ultimo capitolo della storia dei terreni di Ronchi Poveromo “ un’alzata di genio” dei responsabili fiscali del comune di Massa che ha portato a tassare anche i giardini boscati: “ Sono aree inedificabili per la presenza del bosco – ha chiarito Leverotti - pertinenze che sono state mantenute integre con amore e rispetto delle piante: giardini di case STORICHE, alcune costruite anche 100 anni fa, molte tra il ’20 e il ’40, abitate nel periodo estivo da illustri personaggi, scrittori, pittori, psichiatri, fisici premi Nobel, critici d’arte e letterari, che ebbero la disavventura di innamorarsi dell’<<incomparabile solitudine e bellezza di Ronchi Poveromo>> secondo la definizione di Lavinia Mazzucchetti.”. Secondo la Leverotti questo sarebbe imputabile al fatto che queste dimore non avrebbero graffato il terreno alla casa cioè non avrebbero posto il mero segno grafico che collega la casa al terreno circostante- regola non prevista quando queste case vennero costruite. “ Questi proprietari, che mai hanno presentato un progetto per nuova edificazione, continuano ad abitare nelle case costruite da grandi architetti quali: Enrico Galassi e Tomaso Buzzi, immerse nel verde vincolato dalla Soprintendenza e tutelato dal PIT: una pineta più o meno estesa, da 200 a 600 metri quadrati a quattro o cinquemila. Case e presenze che costituiscono un valore aggiunto per il territorio.”. Leverotti ha ricordato che a Natale sono arrivate ai proprietari esose richieste per il 2013 – ormai prescritto- e per il 2014 per omessa e falsa dichiarazione, poiché questi ultimi non hanno pensato che anche il loro bosco-giardino fosse edificabile e, dunque, soggetto a IMU. Secondo la Leverotti, per sciogliere eventuali dubbi dell’amministrazione sulla graffatura dei terreni sarebbe stato più semplice chiedere ai proprietari una dichiarazione di pertinenza, secondo l’articolo 817 del Codice di procedura civile.
“Forse il comune non sa che le nuove case saranno, se va bene, solo 80 mentre tutto il resto è inedificabile? - ha concluso la Leverotti - E se centinaia di terreni liberi, di tremila metri quadrati, non saranno mai edificati, come è possibile che lo siano i giardini di pertinenza? In questa città non esistono tutele per il semplice cittadino, ma solo per certe categorie che hanno in affitto i beni della collettività. “.
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Strisce pedonali ormai completamente sfumate, segnali di stop in buona parte cancellati, linee di mezzeria di cui restano solo ombreggiature sull’asfalto, cartelli mancanti o rotti o nascosti da piante: questa la condizione della segnaletica orizzontale nel comune di Massa, soprattutto nelle zone periferiche, che mette a serio rischio l’incolumità di pedoni e automobilisti. A sottolineare la gravità della situazione e l’urgenza di un tempestivo intervento di manutenzione sono stati Maurizio Bonugli, Andrea Biagioni e Daniele Terzoni del gruppo Left, Laboratorio Politico Massa Carrara, non senza una frecciata ironica all’attuale amministrazione che si è molto preoccupata di inserire nel Regolamento di Polizia Urbana, norme e sanzioni relative all’abbigliamento femminile e all’accattonaggio diventato una colpa da punire, ma non ha preso alcun provvedimento né per garantire la sicurezza dei ragazzi nelle scuole, né, appunto, per tutelare i cittadini nella circolazione sulle strade. “Al netto di qualche intervento di maquillage concentrato soprattutto nei centri di Massa e Marina – hanno detto da Left - le condizioni della segnaletica orizzontale sono pessime perché poco visibile o addirittura invisibile su larghissima parte del territorio di competenza del comune. Soprattutto nelle periferie dove, nelle ore serali e notturne, la situazione diventa ancor più pericolosa.” A sostegno della richiesta di intervento il gruppo di Left ha portato il Codice della strada che all’articolo 37 impone ai comuni la manutenzione della segnaletica nei centri abitati, sulle strade locali duoridai confini del comune e sulle strade private aperte a uso pubblico. Soprattutto è stata messa in evidenza la norma che prevede che : “per ciascun segnale deve essere garantito uno spazio di avvistamento tra il conducente ed il segnale stesso libero da ostacoli per una corretta visibilità. In tale spazio il conducente deve progressivamente poter percepire la presenza del segnale, riconoscerlo come segnale stradale, identificarne il significato ed attuare il comportamento richiesto”.Per questa semplice ragione: “tutti i segnali devono essere percepibili e leggibili di notte come di giorno”.
Il gruppo di Left ha suggerito , quindi, l’utilizzo di vernici altamente retroriflettenti in grado di recepire la norma EN 1436 della Commissione Europea di Normazione (CEN) sulle caratteristiche minime prestazionali della segnaletica orizzontale in uso per la sicurezza dell’utente della strada, oppure in 3D ed ha invitato il comune di Massa al rispetto delle normative in materia: “ Vorremmo conoscere il costo previsto a bilancio per l’anno 2020 della voce “apposizione e manutenzione segnaletica stradale”, quali le ditte (assegnatarie) e i criteri di assegnazione dell’appalto relativo, quali i capitolati e/o i disciplinari tecnici relativi ai materiali con cui si realizza il rifacimento e l’apposizione e/o manutenzione della segnaletica stradale orizzontale perché anche qua, decidere di spendere meglio i soldi dei cittadini massesi, consentirebbe interventi più duraturi nel tempo sostitutivi di quelli che invece sembrano susseguirsi in maniera continuativa dentro una modalità non meglio programmata ed emergenziale. Ben fatto è meglio che ben detto.”
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