Politica
Barabotti (Lega): «A Massa stanziati 270mila euro per emergenza abitativa, orgoglioso dell'amministrazione»
L'onorevole del Carroccio Andrea Barabotti commenta positivamente la notizia del finanziamento desciso dall'amministarzione Persiani da destinarsi alla riqualificazione degli alloggi di residenza popolare. Il parlamentare fa…

Buco da 300 mila euro creato dalla precedente gestione dell’aeroporto del Cinquale sotto le amministrazioni del Pd: l’ex assessore al bilancio Pierlio Baratta smentisce le dichiarazioni della segretaria dem Claudia Giuliani
Una descrizione idilliaca e virtuosa della gestione dell’aeroporto del Cinquale sotto le amministrazioni dem, quella fatta sulla stampa locale dalla segretaria Claudia Giuliani, che tuttavia si scontra –…

L’amministrazione Persiani sblocca 270mila euro per riqualificare gli alloggi Erp: “Una svolta concreta contro l’emergenza”.
Un passo decisivo e immediato per affrontare l’emergenza abitativa e ridare dignità a chi attende da tempo una casa. La Giunta comunale ha approvato una delibera strategica e…

Andrea Barabotti riceve il "Consumatore Award" per il suo impegno nella tutela dei cittadini.
Consumerismo No Profit e U.Di.Con. (Unione per la Difesa dei Consumatori) hanno assegnato oggi all'Onorevole Andrea Barabotti il prestigioso "Onorevole Consumatore Award" in riconoscimento del suo significativo impegno…

Ex Hotel Mediterraneo: il caso che svela il vero volto della “rigenerazione urbana”
Arriva da Arca un'attenta anilisi sul sito dell'ex hotel Mediterraneo: "Tra cementificazione, vincoli ignorati, opportunità PNRR mancate e democrazia dimezzata, la storia dell’ex Mediterraneo a Marina di Carrara…

Porto Marina di Carrara: accolto dal governo l’ordine del giorno dell’onorevole Barabotti er uno sviluppo sostenibile
È stato accolto dal governo l’ordine del giorno presentato dall’onorevole Andrea Barabotti, che delinea una strategia chiara e sostenibile per lo sviluppo del porto di Marina di Carrara,…

Buca profonda e pericolosa in Via Pisa a Marina di Massa: Benedetti e Rivieri chiedono maggior manutenzione stradale
Una buca profonda e molto larga presente sul manto stradale di via Pisa a Marina di Massa è diventata un grande pericolo per l’incolumità di ciclisti e motociclisti.

Mareggiata ha distrutto il ripascimento della spiaggia a Marina di Massa: Italia Nostra Massa Montignoso chiede l'intervento della Regione Liguria
"La recente mareggiata estiva, come era ampiamente prevedibile e previsto, si è portata viia l'ultimo ripascimento sulla costa di Marina di Massa: la sabbia si è persa in…

Sabato 12 luglio a Marina di Massa il nostro primo "Firma Day" per il referendum sulla sanità pubblica in Toscana
È ufficialmente partita da poche settimane l'ultima fase della raccolta firme per il Referendum consultivo sulla sanità toscana, promosso dal Comitato Referendario Sanità Toscana 2025. Elisa Giovannelli, rappresentante del Gruppo…

Fiaccolata di Avenza Si R-Esiste per protestare contro la costruzione di alloggi ERP in area contaminata
Finalmente, dopo tanti anni, promossa dal “Comitato dai monti al mare” con “Avenza Si R-Esiste”, alle ore 21 di giovedì 9 luglio si è svolta una manifestazione per…

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I dati relativi all’inquinamento delle acque dei torrenti discendenti dalle cave non arrivano in forma completa ad Arpat: la centralina di Miseglia-Pesa sembrerebbe non funzionare. A segnalarlo la consigliera Maria Mattei che ha preparato una mozione per il consiglio comunale: “Permettetemi di ricordare che ARPAT, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, è da tempo responsabile del Progetto Speciale Cave, approvato con delibera della Giunta Regionale Toscana n° 945 del 2016.Il Progetto Cave si inserisce nel quadro complessivo delle Strategie della Regione Toscana per la Tutela Ambientale del Settore Estrattivo e prevede il potenziamento dei controlli diretti al miglioramento qualitativo e quantitativo delle tecniche di monitoraggio degli acquiferi, mediante monitoraggio dei corsi d’acqua legati alle sorgenti apuane, anche attraverso l’installazione di centraline per la verifica della qualità delle acque dei fiumi: Carrione e Frigido. Le suddette centraline hanno il compito di registrare i dati relativi alla torbidità, conducibilità e temperatura dell’acqua realizzando un monitoraggio costante del quale, in attuazione del Decreto Legsl. 152/2006, Arpat è responsabile. Considerato che sul Portale SIRA di Arpat (Sistema Informativo Regionale per l’Ambiente) sono messi a disposizione delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini, i risultati delle attività di controllo e monitoraggio effettuate da Arpat e che è possibile leggere, non solo le rilevazioni del giorno come effettuate dalle centraline delle Stazioni di Carbonera -Torano e Miseglia- Pesa, ma digitare a ritroso i giorni che si desiderano controllare e che mi è stato facilmente possibile verificare che, mentre per la Centralina di Carbonera- Torano i dati sono presenti, per quella di Miseglia- Pesa compare la dicitura NO DATA FOUND a partire dalla fine della prima decade di marzo, per proseguire per tutto aprile e fino ad oggi.Considerato che il Progetto Cave di Arpat deve delineare la quantificazione degli impatti dell’attività estrattiva sulle risorse idriche. Considerato che l’intorbidamento delle acque superficiali e sotterranee dei corsi d’acqua, in primis del Carrione, è un fenomeno ampiamente studiato che ha evidenziato come l’inquinamento da marmettola e terre di cava sia legato alla gestione dei detriti di escavazione, attualmente considerati rifiuti e come tali sottoposti a specifico codice che obbliga al loro smaltimento in discariche autorizzate, ex art 184 bis del Decreto Legsl. 152 del 2006 (Sito ARPAT). Considerato altresì che ISPRA – Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale, istituito con Legge n°133 del 2008 e sottoposto a vigilanza del MASE Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica – ha richiamato gli enti pubblici e le aziende private a una migliore gestione dell’inquinamento da marmettola, evidenziando che le azioni intraprese non sono efficaci e sufficienti e sono inadeguate a identificare le responsabilità delle violazioni ambientali. Visto che dopo le recenti piogge sono apparsi sulla stampa locale alcuni articoli (che ad oggi nessuno ha smentito) che hanno sottolineato la conseguente presenza di marmettola nei fiumi e la mancanza di dati relativi alla torbidità delle acque che le centraline Arpat avrebbero dovuto rilevare alla stazione di Miseglia Pesa e inserire sul portale SIRA di Arpat, chiedo all’ amministrazione comunale di Carrara se sia al corrente che la Centralina di Miseglia – Pesa non sta fornendo dati ad Arpat. E quali azioni abbia intrapreso o intenda intraprendere in proposito”.
Jacopo Ferri, candidato di Forza Italia alle Europee, incontra i cittadini massesi martedì 14 maggio
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È di questi giorni la notizia che a Massa, l'ex area del Cat verrà riconvertita in un luogo di arte e di cultura. La Casa delle Arti sarà composta da sale da musica, aule per attività teatrali, un auditorium da 300 posti e un atrio con un punto ristoro. Con questo ennesimo atto, finalizzato a valorizzare il territorio, i nostri “cugini” massesi dimostrano di aver capito che per combattere il degrado urbano e il disagio sociale è necessario intervenire con azioni volte a intensificare cultura e socialità. Abbellire la città e renderla piacevole a residenti e visitatori è infatti propedeutico alla prevenzione di molte forme di insofferenza sociale, violenza e microcriminalità. In tema di riqualificazione urbana, raffrontando Massa con Carrara, si evince che negli ultimi anni il divario tra i due co-capoluoghi di provincia si è allargato: la prima vive una stagione di rinascita, la seconda versa invece in uno stato di inesorabile declino. Considerati i ripetuti episodi di delinquenza, spaccio e vandalismo, con un pizzico di enfasi e con profonda tristezza, vien da dire che il centro storico di Carrara e soprattutto alcune zone di Avenza fanno venire in mente la New York descritta da John Carpenter nel suo celebre film “1997 Fuga da New York”.
Questi eventi malavitosi hanno fatto scattare un allarme sociale, più volte segnalato da cittadini e associazioni, che vede tra le sue principali cause lo spopolamento di alcuni luoghi simbolo della comunità. A Carrara troppi edifici e spazi pubblici sono abbandonati a sé stessi (Ex Mediterraneo, Sala Amendola, Ex palazzo del Cat, Ex caserma dei Carabinieri, Ex mercati coperti, Ex liceo scientifico, palazzina sud ex campo profughi, sottopasso di Fossola) e molti sono attualmente chiusi (Museo del Marmo, La Caravella, Ex Capannone del Cat), ma anche quelle strutture che attualmente ospitano servizi pubblici (vedi distretto sanitario di Via Giovan Pietro) risultano essere fatiscenti e solo parzialmente utilizzate.
Tra i residenti l’insicurezza è oramai tangibile e se l’intervento delle forze dell’ordine, in questa fase di esplosione dei suddetti fenomeni, risulta essere fondamentale, altri strumenti più volte reclamati come la videosorveglianza non trovano in questo contesto una reale utilità.
Un serio ed efficace piano di rigenerazione urbana non può passare solo attraverso l’adozione di strumenti di prevenzione e repressione della criminalità, piuttosto deve avere una illuminata visione del territorio, volta anche a mantenere e valorizzare gli elementi storici e culturali del paese. Tuttavia da troppo tempo a Carrara pare che le varie amministrazioni comunali abbiano come mission non il bene comune bensì il soddisfacimento di richieste di soggetti terzi. Richieste che quasi mai sono nell’interesse della collettività e se lo sono, comunque, restano sussidiarie all’interesse primario.
Il paradigma esemplificativo di questo “caos amministrativo organizzato” risiede in tutte quelle scelte adottate dalla Regione Toscana in tema di politiche sanitarie.
Esempio: le varie amministrazioni comunali carraresi che si sono succedute dagli anni ’80 in poi assumendo comportamenti passivi ed eterodiretti hanno accettato che la Regione, attraverso l’ASL, si impossessasse ad Avenza di due plessi scolastici (finanche ubicati in posizioni strategiche) per la creazione del distretto sanitario. Attualmente il distretto “spezzatino” è inspiegabilmente diviso per l’appunto in due sedi, quella iniziale di Via Giovan Pietro (Ex Gil) e quella di Via Campo d’Appio (Ex Scuola Leonardo Da Vinci) ed entrambi gli edifici sono parzialmente utilizzati. Proprio un bell’esempio di razionalizzazione. La Regione occupa due stabili per metà, non realizza quanto stabilito (Casa della Salute e Scuola Infermieri) e nel frattempo il comune, in emergenza scolastica, allestisce al Campo dei Pini di Marina di Carrara, dove invece dovrebbe esserci un impianto sportivo, una scuola provvisoria fatta di containers, con relativi costi e disagi a carico delle famiglie. Ma che genialate! L’ideazione di tutti questi spostamenti di sedi e di attività (Nausicaa e Cure intermedie di Fossone seguono a ruota) è degna di un campione mondiale di Risiko e non certo di quella che è indicata come la capitale mondiale del marmo. Carrara, se trasposta nel famoso gioco da tavolo, verrebbe classificata come un territorio sedotto, sfruttato, ed abbandonato, proprio come la penisola della Kamchatka che tutti i giocatori di Risiko vogliono conquistare.
A margine di quanto sopra esposto vorrei sottolineare che questo modus operandi della politica carrarese si traduce molto semplicemente nella scelta “ponziopilatesca” di non voler (o poter) prendere alcuna decisione, in funzione del fatto che a decidere tanto ci pensano altri (enti pubblici, imprenditori, gruppi industriali). Un metodo collaudato, orientato a deresponsabilizzare gli amministratori pubblici, che determina un vuoto amministrativo, il quale a sua volta viene riempito da soggetti pubblici e privati che trovandosi a dettare l’agenda locale decidono perciò il futuro di Carrara.
Proprio in tema di scelte politiche più volte si è parlato di possibili casi di conflitti di interesse che potrebbero riguardare alcuni assessori e consiglieri carraresi. A tal proposito risulta difficile per noi semplici cittadini esprimere un parere in merito a questioni che riguardano, per giunta, il principale settore economico della città che direttamente o indirettamente coinvolgono una buona parte delle famiglie carraresi.
Qualcuno potrebbe dire: chi è senza peccato scagli la prima pietra o meglio chi è senza conflitto scagli la prima scaglia. Quindi, mentre la politica giustamente si interroga su possibili interferenze sulle azioni amministrative, viene il sospetto che la macchina comunale sia permeata da un costante disimpegno verso l’interesse pubblico. Il “conflitto di disinteresse” in alcune circostanze causa un’inerzia amministrativa non meno dannosa del regolamentato conflitto d’interesse. Infatti l’ex palazzo del Cat di proprietà del Comune, e l’ex Caserma dei Carabinieri (edificio di importanza storica) di proprietà della Provincia, sono le due ultime vittime illustri che nel disinteresse quasi totale vengono sacrificate nell’ottica di racimolare denari che se (e quando) entreranno nelle casse pubbliche presumibilmente non verranno reinvestiti sul territorio. E allora, bene ha fatto la Pro Loco di Avenza a chiedere che i soldi della vendita dell’immobile di proprietà del Comune (ex palazzo del Cat) vengano reinvestiti nel recupero della Sala Amendola. E se il Comune di Carrara per il sopraccitato edificio pubblicherà a breve un avviso pubblico di vendita, la Provincia di Massa Carrara è invece da circa 15 anni che prova ad alienare il bene senza ottenere però i risultati sperati. Nel frattempo, purtroppo, l’immobile non è mai stato oggetto di manutenzioni e la struttura si sta velocemente degradando e deprezzando. La ex Caserma dei Carabinieri e già sede del Distretto Minerario non merita di versare in perenni condizioni critiche, né tantomeno merita di non avere una degna ed adeguata destinazione d’uso. La storica casa di Via Farini e la Sala Amendola, assieme a tutte le aree dismesse del comune, devono essere ristrutturate e al più presto restituite alla collettività.
Già, ma come? Articolo 21, perequazioni, mutui, finanziamenti statali, regionali o europei, a noi poco importa quali strumenti intende usare la politica, l’importante è che essa risolva i problemi ed anche in fretta. Stop ai conflitti di disinteresse, la politica torni protagonista.Questa è la soluzione. Decisioni subito. La città non può più aspettare!
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Si è tenuta questa mattina presso la sala di rappresentanza del comune di Montignoso la conferenza stampa per fare il punto sulla situazione relativa alla discarica dell'ex Cava Fornace e le recenti analisi eseguite da ARPAT in seguito all'incidente che ha causato lo smottamento di un versante all'interno della stessa lo scorso 6 maggio.Arpat rappresentata dall'ingegnere Stefano Santi responsabile del Settore indirizzo tecnico delle attività della Direzione tecnica, ha relazionato solo sugli aspetti ambientali facendo presente che "trattasi di scenario non preoccupante in quanto non sussistono pericoli per l'ambiente e per l'incolumità pubblica. Tuttavia dalle analisi in corso, è emersa la presenza di fibre di amianto nel sedimento che il percolato ha depositato sul fondo della Fossa Fiorentina. Il fatto che sia presente un battente di acqua sulla Fossa Fiorentina rende indisponibile l'amianto alla respirazione e quindi lo rende innocuo. Appena le analisi saranno concluse, forniremo il quadro completo dei risultati ".L'evento avvenuto esattamente una settimana fa ha portato ad una significativa revisione del percorso che potrebbe sancire la chiusura della discarica, che è stato ribadito anche oggi. La sospensione del PAUR e l'obbligo di ripristino delle condizioni di sicurezza all'interno della discarica hanno aperto una nuova prospettiva, incanalando un percorso completamente nuovo."Seguiamo con grande attenzione quanto successo e voglio ringraziare in particolare Arpat e le amministrazioni comunali per il lavoro che si sta continuando a svolgere" - ha dichiarato l'assessore regionale Monia Monni presente questa mattina - la Regione ha difeso nei tribunali amministrativi la scelta di sottoporre il progetto di continuazione ad iter valutativi rigorosi e oggi più che mai vediamo come fosse stata corretta quella decisione. Non serve alimentare polemiche e clamore, ma servono rigore e corrette informazioni. Arpat ha comunicato di aver rilevato presenza di fibre di amianto nei sedimenti, chiarendo però che c'è una situazione di "intrinseca sicurezza" perché non c'è dispersione in aria e quindi rischi di inalazione. Ripeto il controllo sarà rigoroso e attento. Ho incontrato con piacere i rappresentanti del comitato a margine della conferenza stampa insieme al sindaco di Montignoso per raccontare loro il lavoro che si sta svolgendo in queste ore e le competenze che regioni e comuni hanno su questa vicenda".
"La richiesta di chiusura della discarica, avanzata da Montignoso e Pietrasanta, è una richiesta che abbiamo sostenuto a lungo anche attraverso gli indirizzi dei nostri consigli comunali", ha aggiunto il sindaco Gianni Lorenzetti. "L'evento imprevisto ci induce a intraprendere un percorso che sembra irreversibile. Un percorso condiviso che ha visto la nostra collaborazione negli anni con la Regione e tutti gli enti interessati. L'evento imprevisto che si è verificato all'interno di ex Cava Fornace ha modificato gli scenari delle fasi autorizzative per la discarica. Tutto questo ci pone di fronte a una situazione che appare irreversibile e che richiede un'azione decisa, ma torno a ripetere e sottolineare che la chiusura da sola non è sufficiente, è necessario un piano di gestione post-mortem. Ringrazio Arpat per il lavoro svolto nell'assicurare la popolazione – conclude Lorenzetti - come amministrazione l'impegno di restare vigili e consapevoli che, pur non dovendo rappresentare un pericolo diretto, saranno effettuate ulteriori analisi per monitorare l'evolversi della situazione". "L'intervento delle amministrazioni locali, delle forze dell'ordine e di tutta la parte tecnica degli enti interessati è stato immediato, il giorno del disastro – ha ricordato Alberto Stefano Giovannetti, sindaco di Pietrasanta – ma quello che è accaduto, al netto di tutte le rassicurazioni che possiamo avere dal punto di vista ambientale, resta un grosso campanello di allarme di tipo strutturale: l'ex cava Viti non è adeguata né proporzionata per sopportare l'attività di discarica. Il crollo è avvenuto su un versante che ha raggiunto la quota massima autorizzata di 43 metri: cosa può succedere, se saliamo a 98? Auspico fortemente che le forti prese di posizione, soprattutto da parte della Regione, scatenate dall'evento del 6 maggio non vadano a scemare dopo la scadenza elettorale ma portino nella direzione che anche con il nostro consiglio comunale abbiamo sostenuto: chiusura e bonifica della discarica."
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Il Movimento 5 Stelle fa sapere che sabato 18 Maggio, alle ore 18 piazza Garibaldi, la deputata Gilda Sportiello sarà presente a Massa per un incontro pubblico intitolato "Diritti Strappati". Recentemente al centro delle discussioni alla Camera, la Deputata Sportiello ha acceso il dibattito sulla legge 194, essenziale per la tutela della libera scelta delle donne in tema di interruzione di gravidanza. L'evento, oltre alla 194, si focalizzerà sui diritti delle donne nei vari ambiti, con riferimenti al programma elettorale del M5S sul tema in vista delle prossime elezioni. Durante l'incontro, che vedrà anche la partecipazione di candidati, si discuterà delle politiche europee e del loro impatto diretto sulla vita quotidiana dei cittadini. Sono previsti interventi della società civile.Invitiamo tutti i cittadini a partecipare a questo appuntamento per il futuro delle nostre politiche sociali. Sarà un'occasione per confrontarsi direttamente con i rappresentanti del Movimento e per discutere insieme il futuro dell'Europa. Per ulteriori informazioni, contatti: Luana Mencarelli, coordinatrice provinciale M5S,
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"Questa mattina, come avevo gia' anticipato nei giorni scorsi, ho provveduto a protocollare interrogazione urgente, a risposta orale, in merito alla discarica Cava Fornace che porta il n. 6156 del 13.05.2024.
Alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi ma anche in virtu' dei reiterati atti che la Lega ha presentato negli anni in Consiglio Regionale, ho chiesto al Presidente Giani ed alla sua Giunta - a cominciare da Monia Monni - quali azioni si intende intraprendere, da parte della Regione Toscana, al fine di verificare le cause dell'incidente e le conseguenti idonee misure di compensazione nonche', ancora, se si intende rigettare l'istanza PAUR ai sensi dell'Art.73 bis, comma 5 della L.R 10/2010 il quale dispone che per i procedimenti di competenza regionale, la Giunta Regionale, nell'esercizio della propria discrezionalità politica e amministrativa, si esprime in ordine alla compatibilità ambientale del progetto, e quindi di provvedere alla chiusura della discarica di cava fornace con un protocollo di bonifica e gestione post chiusura, così come richiesto anche dalle tante associazioni intervenute. Cosi' interviene Massimiliano Baldini, Consigliere Regionale della Lega e membro della Commissione Ambiente.""Si tratta di una situazione non piu' procrastinabile e dove l'intera Giunta Regionale, a cominciare dall'Assessore all'Ambiente Monia Monni, deve provvedere a fare quanto le viene sollecitato da tempo, sia dalla Lega che da tante associazioni rappresentative del territorio.Sono in contatto costante con i nostri rappresentanti sul territorio, a cominciare dal nostro Assessore all'Ambiente a Pietrasanta Tatiana Gliori - conclude Massimiliano Baldini - e non intendiamo accettare che questa situazione continui ad essere tollerata per mere motivazioni di equilibrio politico elettorale.La comunita' attende una presa di posizione netta e l'immediata chiusura di Cava Fornace.E' in questa direzione che e' necessario andare senza ulteriori ritardi."
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Molti si sentono confortati dai risultati delle analisi condotte da ARPAT sui campioni prelevati dal fosso in seguito allo smottamento del 6 maggio scorso all'interno della discarica di Cava Fornace. Si legge che i risultati delle analisi sono compatibili con la natura dei rifiuti conferiti nella discarica e che il confronto delle analisi con gli standard relativi agli scarichi industriali hanno rilevato che i limiti sono stati rispettati ad eccezione del ferro, dell'alluminio e dei solidi sospesi.E con interesse abbiamo letto che i predetti sforamenti deriverebbero dallo stoccaggio della marmettola, la stessa marmettola che da quando sono scadute le autorizzazione per PAA, Lorenzetti e gli industriali del lapideo avrebbero volentieri conferito a Cava Fornace fino al riempimento, anche se lo stesso Lorenzetti ha ammesso che in discarica finora del residuo della lavorazione di marmo ce n’è andata ben poca. Vogliamo ricordare a chi ha la memoria corta che le analisi ARPAT del maggio 2023 hanno evidenziato nel controllo dei piezometri sforamenti importanti ed inquietanti di sostanze inquinanti come ferro, tricloromentano, manganese, arsenico.Da mesi chiediamo ad ARPAT, alla Regione e ai Comuni di effettuare nuove analisi dei pozzi ed ora vogliono tranquillizzarci come se tutto andasse bene. Noi non ci sentiamo per nulla rassicurati né confortati, considerando che il percolato, presumibilmente mescolato ad acque meteoriche, è finito in quantità enormi nel Lago di Porta, in una zona umida protetta dall’ Unione Europea, collocata a pochi passi dalla falda dove pescano gli acquedotti della Versilia: Il lago non è un’ area produttiva e non ci basta che il confronto dei risultati di ARPAT sia stato fatto con standard di scarichi industriali. Forse queste analisi dovrebbero essere confrontate con quelle fatte su aree naturalistiche protette.Analisi perfette (e qui comunque ci sono sforamenti di ferro, alluminio e solidi sospesi) per la discarica, ma le stesse vanno bene anche per il Lago? Davvero dobbiamo stare tranquilli? Il lago non è area industriale ma un’oasi verde,un ecosistema a rischio dove si è riversato lo sversamento proveniente da una discarica che avrebbe dovuto avere standard di sicurezza elevatissimi. Abbiamo sempre evidenziato tutti i rischi connessi alla presenza di una discarica così vicina al Lago e ai centri abitati e i sostenitori di Cava Fornace ci hanno sempre sottolineato la sicurezza dell’impianto. Anche durante l’inchiesta pubblica è stato detto che la discarica avrebbe retto di fronte ad eventi meteorici di portata eccezionale. Oggi, davanti a quanto accaduto, nessuno può più parlare di garanzie e rassicurazioni. Nei giorni scorsi la Regione, a seguito dell’incidente in discarica, ha sospeso l’attività di discarica e noi auspichiamo che non riprenda più perché sarebbe davvero un’ assurdità dopo quanto successo il 6 maggio.Lunedì ci sarà un incontro tra l’Assessora Monni e i Comuni di Montignoso e Pietrasanta. La riunione sarà in loco a Montignoso. Da anni cerchiamo di incontrare Monni senza riuscirci. L’assessora regionale all’ambiente viene qui, viene per parlare di Cava Fornace e non ci cerca, ritiene di poter continuare a non confrontarsi con i cittadini.Noi vogliamo avere la certezza che la discarica venga chiusa e l’intera area bonificata. Lunedì i comuni interessati devono pretendere la chiusura di Cava Fornace e la garanzia che l’impianto non produca altri danni. Chiusura e bonifica, null’altro.
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Il titolo è un azzardo. Ma si può fare? Salviamo le Apuane ritiene di sì e lo propone. L’articolo 3 dello Statuto del Parco delle Alpi Apuane recita: Finalità 1. L’Ente persegue il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali; la tutela dei valori naturalistici, paesaggistici ed ambientali; il restauro dell’ambiente naturale e storico; il recupero degli assetti alterati in funzione del loro uso sociale; la realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistemi. 2. Tali finalità sono perseguite attraverso una gestione unitaria, particolare e continua per garantire la conservazione, la valorizzazione e lo sviluppo dei beni protetti. Condividiamo l’articolo ed, in specifico, si richiama l’attenzione sulla frase “la realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistemi”. Non ci sfugge che questo passaggio sia riferito alla particolarità del Parco e cioè la coesistenza di un’area protetta e di un’attività estrattiva che, per sua natura, modifica profondamente l’ambiente naturale. Poiché, nel complesso delle Apuane, l’attività estrattiva è la fonte maggiore di occupazione, si ritiene che, tout court, sia da difendere, ovunque, tale attività. Ma le Alpi Apuane, nel corso degli ultimi decenni, si sono diversificate molto divenendo, di fatto, due entità molto diverse fra di loro. Da una parte il territorio compreso nei confini del Parco Regionale delle Alpi Apuane e, dall’altra, la parte di Apuane esterna al Parco. Nella seconda parte è evidentemente maggioritaria l’attività estrattiva. Ma la prima parte ha avuto uno sviluppo molto diverso, grazie all’attività del Parco Regionale ed alle iniziative della Regione Toscana e dei Comuni che hanno finanziato (dal PSR in poi) molti interventi di sviluppo economico diverso dall’attività estrattiva e soprattutto nel campo del turismo (il Geoparco Unesco, le 3 Grotte Turistiche, la ricettività, la ristorazione, i prodotti tipici, l’escursionismo, l’alpinismo, la didattica, ecc.). A ciò si aggiunge l’azione notevole svolta dal CAI, dalle associazioni speleologiche, dalle Guide del Parco che hanno organizzato la rete sentieristica (amplissima come dimostra la Mappa interattiva del sito web del Parco delle Apuane) e quella in grotta, attrezzando anche un numero molto alto di rifugi alpini. Inoltre, vasta è stata l’azione dei privati che hanno impiantato agriturismi, B&B, case vacanza, hotel, affittacamere. Ciò ha creato un quadro molto interessante in cui, nel territorio dentro il Parco l’attività economica maggioritaria è fondamentalmente quella turistica e di attività sostenibili, rispetto all’attività estrattiva e, nel territorio esterno al Parco, l’attività principale è quella estrattiva. Di conseguenza, va evidenziato che lo Statuto citato, relativo all’Ente Parco, non può che vedere l’attività con cui trovare l’equilibrio e da tutelare armonicamente con l’ambiente nel turismo e settori collegati e non nell’attività estrattiva che non è predominante nel Parco. Pertanto, si pone la necessità, dal punto di vista economico, di prendere atto che le Alpi Apuane si compongono di due aree fra loro ben distinte: quella dentro il Parco e quella fuori. La prima mantiene un ambiente ancora ampiamente protetto, proteggibile e ricostruibile laddove sono oggi cave mentre la seconda, specialmente a Carrara, è, di fatto, irrecuperabile dal punto di vista ambientale ma è diventata un bacino di estrazione industriale. L’obbiettivo, sancito dalla Costituzione, per tutti, è trovare un equilibrio fra le esigenze della protezione dell’ambiente e la necessità di salvaguardia del lavoro.
Salviamo le Apuane propone una soluzione semplice, in 5 punti, per far ciò.
- Individuare e specializzare come unico sito di estrazione industriale del marmo, di forte potenza, i grandi bacini storici di Carrara e solo quelli in tutte le Apuane.
- Specializzare il turismo e settori collegati come attività principale all’interno del Parco delle Apuane eliminando dai suoi confini, in quanto incompatibili con le ragioni della tutela ambientale e l’attrazione turistica, le cave di marmo (eliminando le Aree Contigue di Cava).
- Attivare l’obbligatorietà, prevista dalla Legge Regionale 35/2015, che il 50% del marmo escavato sia trasformato in loco (nelle Apuane) e riattivare/creare molti laboratori di lavorazione di qualità del marmo cavato a Carrara ma dislocati nei Comuni che hanno visto chiudere le cave sul loro territorio, in modo da riassumere il personale degli ex cavatori locali. I laboratori riceveranno il marmo in blocchi direttamente dai bacini di Carrara, anche tramite treno, al fine di limitare il movimento di mezzi inquinanti (camion).
- Impostare con la Regione Toscana un’azione di marketing territoriale di valorizzazione del Marchio Made in Italy del Marmo di Carrara, il marmo di Michelangelo al fine di competere –con una qualità d’immagine insuperabile- la concorrenza del marmo di altre nazioni e continenti.
- Completare il processo individuato dalla Legge 394/1991 (Legge Quadro delle Aree Protette) con la costruzione del Parco Nazionale delle Alpi Apuane e dell’Appennino toscoemiliano ricompattando il territorio individuato nella legge, come anche fonte di finanziamento nella fase di primo lancio.
Questa soluzione permette:
- di continuare l’escavazione come da legge attuale a Carrara, dove sono i bacini di gran lunga più grandi e ricchi di marmo e di marmo pregiato;
- di eliminare dal Parco delle Apuane attività incompatibili con la protezione ambientale come sono le cave (e le Aree Contigue di Cava);
- di salvaguardare il numero di posti di lavoro nei Comuni del Parco riconvertendo i cavatori (che fanno un lavoro usurante) in lavoratori da laboratorio (il cui lavoro non è usurante);
- di poter usare il Marchio Made in Italy Marmo di Carrara come elemento vetrina sia dell’ambiente di cava che dell’ambiente naturale apuano;
- di avere un’entità nazionale (e non solo regionale) come Parco con un peso molto più forte, anche economico.
Salvare le Apuane e il lavoro apuano si può, riunificando un territorio fortemente lacerato e conflittuale fra le ragioni della difesa del lavoro e dell’ambiente. Necessita uno sforzo di tutti, dalle Istituzioni democratiche, ai Sindacati, alle Associazioni, alle Imprese, alla Chiesa, alla società civile. Ma si può fare.
- Lega Massa: approvata la variazione di bilancio che permetterà la riqualificazione del mercatino della Partaccia
- Potenziare i servizi cimiteriali: l'appello del consigliere Filippo Mirabella della Lista Ferri
- Museo del marmo: incaricata una guida per fare le visite turistiche anche se è chiuso da due anni, la denuncia di Filippo Mirabella
- Esclusa dall'ordine del giorno del consiglio comunale l'interrogazione sulla riapertura fontanella EVAM
- Disastro biblioteche: la denuncia del consigliere Massimiliano Manuel
- Cava Fornace. i cittadini chiedono al sindaco Lorenzetti ulteriori controlli
- Croce Rossa risponde al territorio: ecco il modello a rete che sostiene l'emergenza degli sbarchi dei migranti
- Carrara città di serie b per Autolinee Toscane: chiude la biglietteria di Carrara e ne apre un'altra a Massa, lo segnala il consigliere Bernardi
- Sanac ancora nell'incertezza: parlano i lavoratori
- Il linguaggio dei media quando: il genere è un discrimine" convegno organizzato da Azzurro Donna Massa Carrara