Politica
Susanna Donatella Campione, senatrice di Fratelli d'Italia, sul tema sicurezza: "A Carrara il far west continua, anche stavolta per la sindaca è colpa del governo?"
«A Carrara si respira un clima di insicurezza e degrado tale che in quartieri come Avenza, i negozi restano aperti solo la mattina e chiudono poco…

Incidente a Fossone in via Pelucara nel punto già più volte segnalato dai consiglieri Bernardi Manuel e Tosi come pericoloso e in stato di degrado
I cittadini di Fossone sono esasperati: via Pelucara versa in condizioni inaccettabili e i lavori di ripristino nei punti critici ben noti non sono…

Polo Progressista e di Sinistra: "Persiani revochi il mandato all’amministratrice di Asmiu"
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa diffuso dal Polo Progressista e di Sinistra: "Il Polo Progressista e di Sinistra, composto…

Il futuro è Futura: grande successo di pubblico e di consensi per i giovani fondatori dell’associazione di promozione sociale carrarese nella serata evento a Spazio Made
Carrara ha un futuro, anzi, Carrara ha Futura. No, non è il solito, ridicolo e inutile modo di inseguire la parità di genere (solo) a livello…

Elezione del nuovo presidente della Provincia di Massa Carrara il 20 dicembre
Si svolgerà il prossimo 20 dicembre 2025 la tornata elettorale che porterà sindaci e consiglieri comunali del nostro territorio a scegliere chi sarà chiamato a…

Nessun miglioramento nella raccolta dei rifiuti porta a porta: l'ex presidente della commissione ambiente 5 Stelle Montesarchio chiede al sindaco di uscire dall'immobilità
"La situazione della raccolta differenziata porta a porta non accenna a migliorare" lo ribadisce Giovanni Montesarchio, ex presidente della commissione ambiente del movimento 5 stelle che…

Governo indecente che aspira al ritorno al ventennio: Rifondazione Comunista Massa Carrara attribuisce al governo la responsabilità della scritta minatoria comparsa a Massa sul muor del liceo scientifico Fermi
Rifondazione Comunista Massa Carrara si scaglia ferocemente contro Fratelli d'Italia e il centro destra e rinnova il mantra dell'attentato alla democrazia per la scritta "Siete nel mirino" e…

Cermec, massima fiducia nell'assessore Orlandi: la Lista Serena Arrighi
" La lista del sindaco Arrighi fa quadrato intorno alla prima cittadina e all'assessore Orlandi sul caso del Cermec: I consiglieri della Lista Serena Arrighi Sindaco esprimono massima…

Recinzione abbandonata cade a pezzi sulla strada della Foce:i residenti fanno segnalazioni al comune di Carrara ma parte il rimpallo delle responsabilità tra gli uffici
Un vecchio cantiere per costruire delle abitazioni proprio sulla sommità della via Foce, nel comune di Carrara, abbandonato da tempo e una recinzione in legno, ormai…

Arrighi scavalca il Prefetto e fallisce sulla sicurezza. Città abbandonata al degrado
"La gestione della sicurezza urbana da parte del sindaco Arrighi viene strumentalizzata e continua a sollevare perplessità e critiche. Arrighi, consapevole del suo immobilismo, ma anche che la…

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"Atto vile e da condannare,la politica non è questa". La candidata del Pd l'onorevole Martina Nardi condanna senza se e senza ma quanto accaduto sabato sera a Marina di Carrara al gazebo della Lega. "La lotta politica si fa con le armi della democrazia e delle idee, mai con la violenza. Chi usa violenza per imporre la sua visione politica non ha mai ragione . Esprimo tutta la mia solidarietà e quella del Partito Democratico ai militanti della Lega rimasti coinvolti in questa bruttissima vicenda". Secondo la Nardi la violenza non ha mai ragione, spera però che questo vergognoso episodio non inquini questa campagna elettorale. "L'episodio è da condannare senza se e senza ma, non può e non deve avvelenare il clima politico di grande competizione, nel rispetto delle idee, che in questo territorio si respira".
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Il responsabile comunale di Forza Italia, Gianenrico Spediacci, esprime a nome della sezione locale del partito la sua vicinanza al consigliere della Lega Andrea Tosi e ai militanti che sono stati vittima dell’aggressione al gazebo di Marina sabato sera.
Una notizia che Forza Italia apprende con grande dispiacere, augurando alle vittime dell’aggressione una pronta guarigione e l’augurio che episodi del genere diventino sempre più isolati e circoscritti per il bene della democrazia e del dialogo.
“Forza Italia è vicina a tutte le persone che hanno subito la dura aggressione al gazebo di Marina – commenta Gianenrico Spediacci – con l’augurio che possano al più presto lasciarsi alle spalle questo deprecabile episodio e tornare ad occuparsi di politica in modo sereno e sicuro. Situazioni del genere non sono del tutto nuove nel nostro comune, e riteniamo altresì che questo clima di odio verso alcuni partiti non faccia altro che esasperare e accrescere le tensioni; quando invece sarebbe utile che ci fosse il rispetto reciproco tra tutte le componenti come una società civile dovrebbe avere”.
Forza Italia ribadisce inoltre come solo un sano confronto politico improntato sul dialogo, l’educazione, il dibattito e soprattutto il rispetto per il pensiero altrui, possa essere costruttivo per il bene della città e più in generale per la politica locale, senza che debba sfociare talvolta come nel caso dell’aggressione di sabato sera in uno scenario da far west con danni e feriti.
“Sono atteggiamenti che condanniamo fortemente – prosegue Spediacci – e sui quali è necessario fare un’attenta riflessione, in modo che in futuro questo tipo di tensioni sia sempre meno presente nelle nostre strade. Non è stato sicuramente un bello spettacolo ciò che è successo e Carrara non ha bisogno di finire sulle cronache nazionali per episodi del genere. La violenza verbale e non solo fisica, con cui sono stati aggrediti i militanti della Lega con i soliti insulti sul fascismo, attribuibili spesso ai partiti di centro destra, sta diventando purtroppo una costante pericolosa”.
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Fratelli d'Italia Carrara con Lorenzo Baruzzo esprime solidarietà alla dirigenza ed ai militanti della Lega che nella serata di sabato 10 settembre a Marina di Carrara, sono stati aggrediti da parte di una cinquantina di delinquenti riconducibili all'area antagonista anarchica e della sinistra estrema.
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I due big del Terzo Polo, la ministra Maria Stella Gelmini e l'onorevole Cosimo Maria Ferri, si sono incontrati oggi nella provincia di Massa Carrara per un confronto proseguito poi a Palazzo Ducale di Genova. Presente anche l'onorevole Raffaella Paita a sua volta candidata al senato nella regione Liguria.
"Credo che la campagna elettorale che il terzo polo sta portando avanti in Toscana – ha dichiarato al nostro microfono la Gelmini - sia una campagna elettorale coraggiosa, perché improntata al Si senza se e senza ma. E quindi si al rigassificatore di Piombino, si alle infrastrutture e alle grandi opere, improntata ad un'attenzione autentica sull'energia".
La Gelmini, ex ministra di Forza Italia, numero due in tandem con Renzi nel collegio Toscana, entra dunque nel merito dei temi della coalizione: "Vogliamo aiuti per famiglie ed imprese: sappiamo che i soldi non bastano mai se non si ottiene un tetto europeo al prezzo del gas".
Quale ricetta? "Vogliamo provare a superare le conflittualità e le contrapposizioni, silenziare le curve sud, e provare a realizzare un'agenda che serva realmente al Paese partendo dalla ricetta economica liberale".
Cosimo Maria Ferri: "La presenza di Maria Stella Gelmini è importante perché testimonia che il terzo polo riformista guarda al mondo moderato. Siamo un nuovo spazio politico, una prospettiva, una nuova casa per chi non si sente più rappresentato dai partiti".
L'onorevole conclude puntualizzando: "Serve un cambiamento e la necessità di praticarlo in Parlamento. Il nostro progetto riformista è uno spazio politico coraggioso che dice basta alle vecchie etichette politiche".
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Giuseppe Mascambruno buongiorno. Lei è livornese doc oltre ad essere giornalista da una vita ed aver ricoperto il ruolo di direttore responsabile del quotidiano La Nazione di Firenze. A Livorno il candidato del Pd è un lucchese, Andrea Marcucci. Lei ne ha già scritto. Cosa pensa di questa scelta per una città che, comunque, è sempre stata rossa quasi per definizione?
Beh, cominciamo col dire che la <rossa Livorno> è un'identità che ormai appartiene più alla storia che all'attualità. Il dato vero, caso mai, è capire fino a quanto e, soprattutto fino a quando, il Pd possa ancora essere considerato l'erede politico di quella storia. Direi ormai poco, molto poco in termini quantitativi di rappresentanza delle fasce sociali più deboli e meno garantite e, anche per questo, molto poco anche in termini temporali. E, a confermarlo, c'è proprio la scelta di candidature, come quella del senatore Marcucci, posizionate esattamente all'opposto di quella domanda sociale. Scelte che spiegano meglio di tante altre pensose analisi quanto ignobile sia questa legge elettorale, non a caso espressione, stavolta per mano di Rosato, di quella <cultura renziana> che ha allevato anche il senatore Marcucci e che sottrae per l'ennesima volta agli elettori la possibilità di scegliersi il parlamentare di fiducia.
Alcuni giorni fa Enrico Letta, segretario del Pd, durante una festa de l'Unità a Pisa, la sua città, se ne è uscito come i dolori con un 'Livorno merda', ovviamente calcisticamente parlando, che, però, non è piaciuto alla città amaranto. Secondo lei Marcucci come avrebbe dovuto prenderla?
Non ho idea di come l'abbia presa Marcucci. Nell'agiografia del campanilismo pisano-livornese ormai è roba anche un po' decotta e noiosa. Marcucci è un signore che è cresciuto negli agi frutto di una ingente eredità familiare: non mi pare obiettivamente il più adatto a capire e soprattutto interpretare l'anima popolare di una comunità, quella livornese, forse in Toscana la più distante da quella vena lucchese cittadina, composta e formale fino ai confini, in certi casi, dell'adulazione interessata e per questo ipocrita. Un abito, un gessatino direi, che Marcucci mi pare indossi alla perfezione.
Battute a parte lei come vede la situazione politica nel capoluogo labronico alla vigilia delle elezioni politiche?
Livorno è in una fase storica delicata: agli effetti generali di una congiuntura carica di incognite e uguale per tutti, si aggiungono gli esiti di politiche di governo del territorio che, negli ultimi vent'anni, raccontando l'opposto hanno in realtà approfondito i solchi di divisione sociale della città. Attraverso miopie di programmazione industriale, inchiodata sulle alterne sorti del porto, ma anche per effetto di politiche urbanistiche che hanno finito per favorire speculazioni in mano ai soliti imprenditori dominanti, esplosione della grande distribuzione commerciale fuori dai confini e conseguente degrado, non solo commerciale, del centro e dei quartieri storici. Inevitabile che in questi ultimi, soprattutto quelli a nord della città dove si concentrano le case popolari, spesso occupate abusivamente, trovassero base operativa anche attività criminose. Fino a raggiungere episodi molto gravi che stanno spaventando proprio quella fascia di elettorato cresciuta nel culto del PCI e che oggi è obiettivo privilegiato della destra leghista e meloniana. Credo proprio che, da questo punto di vista, Livorno possa finire tra le sorprese di questa tornata elettorale.
Sinceramente, secondo lei candidare Marcucci a Livorno, Pisa e Viareggio è stato volergli fare un regalo oppure l'opposto?
Per quanto già detto, sinceramente ho trovato la scelta del Pd ben poco strategica. Non dico suicida, ma giù di lì. Non so quanto l'influenza di potere della famiglia Marcucci possa estendersi dalla Media Valle lucchese a Viareggio, ma penso che la reazione negativa all'effetto-paracadute di un candidato così estraneo alla cultura, non solo popolare, di Pisa e soprattutto Livorno alla fine risulterà evidente. Tanto più che si tratta di un personaggio vissuto male anche per quella sua promiscuità tra Pd e renzismo, interpretata come opportunismo di galleggiamento e conservazione del potere.
Noi ci siamo conosciuti proprio alla redazione di Livorno del quotidiano Il Telegrafo nel lontanissimo 1989. Lei era il caposervizio, noi soltanto dei borsisti di prima generazione. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. Come è cambiato il giornalismo?
Il tema è di quelli che richiederebbero un'analisi molto articolata. Mi limito a dire che il giornalismo è sempre figlio del suo tempo e questo è un tempo di crisi gravissima, non solo economica e occupazionale, del giornalismo tradizionale, stampa in particolare. Per capire i tempi che viviamo, in qualsiasi tempo, vale sempre la regola del <follow the money>, segui il denaro. Il denaro per fare informazione oggi più che mai è concentrato solo nelle mani di poche figure dominanti che intrecciano interessi economici e politici. E non essendoci più il mercato di un tempo, anche le cosiddette <grandi firme> restano abbarbicate alle poltrone che garantiscono visibilità e soldi fin quando possibile. Il risultato è un appiattimento asservito, a tratti più che imbarazzante, che non può che accelerare l'agonia in particolare della stampa. Mi spiace soprattutto per i giovani che vorrebbero fare questo meraviglioso mestiere e che rischiano di trovare solo le macerie lasciate dalle generazioni precedenti. Quelle che si sciacquano la bocca in continuazione con il <largo ai giovani>. Confido nell'evoluzione digitale, anche se mi resta ancora difficile capire come raggiungere un livello di business davvero in grado di sostenere quel tasso di autonomia indispensabile a un briciolo di affidabilità dell'informazione.
Livorno è una città unica per molti versi, ma, a dirla tutta, lontana anni luce, per garbo, laboriosità e... anche ipocrisia o tirchiaggine, dalla Lucca che gli sta ad un passo. Cosa prenderebbe a Lucca per dare a Livorno e cosa di Livorno presterebbe volentieri a Lucca?
A metà degli anni Ottanta del secolo scorso, ho lavorato e vissuto per due anni a Lucca. E, vista anche di recente, resto ancora ammirato dalla pulizia e dal decoro della città. Un segno di rispetto dell'appartenenza che fa onore ai lucchesi e che stenta invece ad affermarsi a Livorno. Anche se non mancano i segnali di riscatto grazie a un associazionismo ambientalista che sfida con gigantesco impegno un menefreghismo diffuso e duro a morire. Ma di Lucca, convenzionalismo a parte, conservo anche un bel ricordo umano: anzi, approfitto della tua generosa ospitalità proprio per onorare la memoria di un carissimo collega scomparso di recente, Oriano De Ranieri. A noi livornesi piace l'immediatezza reattiva, possibilmente sempre condita da una battuta. L'irriverenza che, colorandosi di ironia, non scade mai a mancanza di rispetto. Anzi diventa segno di considerazione. Ecco, nella trasfusione ipotizzata, ai lucchesi forse potrebbe far bene un paio di gocce al giorno di questa miscela comunicativa. Un po' come imparare a prendere il ponce un cucchiaino alla volta.
Come vive un giornalista in pensione? E' vero che si rischia di annoiarsi con quell'adrenalina quotidiana che viene a mancare?
Confesso che il distacco a 56 anni, anche per la pesantezza delle ingerenze in cui è maturato, è stato duro. Molto duro. Tanto che, come accennato prima, tanti, anzi troppi direi, sono i colleghi che da pensionati ben più anziani continuano a rimanere attaccati anche all'ultimo sgabello pur di non sottrarsi all'autentica droga del lavoro diventato vita. La libertà è una condizione che richiede tante rinunce. Si dura fatica, ma ci si arriva. E quando la disintossicazione è completa, il piacere della libertà è impagabile: ti scegli gli interlocutori, assecondi chi merita, aiuti chi ha bisogno e mandi a quel paese i soliti ruffiani che vorrebbero usarti magari solo per il tuo passato. Si gode da matti. Poi da quando sono diventato nonno, capisco ancora meglio quanto sia rovinoso e stupido il culto della vaniloquenza.
I suoi anni a La Nazione: ce li può descrivere e ricordare sia pure in breve?
No, non posso descrivere in breve 40 anni di identificazione della vita con una passione nata a 16 anni. Mi limito a dire che ho goduto del privilegio di fare il giornalista in una testata che ha rappresentato meglio di altre la vitalità culturale della Toscana, la sua capacità di difendere e interpretare un'idea aprendosi anche alle altre. La Nazione è stata tutto questo fino a quando l'editore, l'unico tra quelli più in vista in Italia senza altri interessi in conflitto, ha avuto dalla sua i bilanci che gli consentivano di non svenarsi nei conti. Ma ormai da oltre 10 anni a questa parte la crisi ha aperto la porta a pesanti ingerenze esterne. Sotto forma di contratti pubblicitari e, soprattutto, di relazioni di potere clientelare politico-affaristico-bancario. La fine della mia direzione alla <Nazione>, ormai nel lontano luglio 2011, non a caso coincide con le intercettazioni che rivelano, a proposito di industriali farmaceutici, quale peso avesse la famiglia Aleotti della <Menarini> al cospetto dell'editore Riffeser. All'epoca coinvolti in un caso giudiziario dai risvolti pesantissimi, poi ridimensionati nei gradi di giudizio processuale. Rimando per chi è più curioso all'inchiesta dell'Espresso uscita di lì a poco intitolata <I domatori di giornali>. Ma all'editore e a chi per lui non detti la soddisfazione di licenziarmi, mi dimisi io.
Cosa ha Livorno a parte il mare?
Livorno è la città in cui ho vissuto fino all'assunzione al giornale, a 23 anni, che ho perso per tanti anni inseguendo la passione professionale ovunque mi fosse proposto e che ho ritrovato dieci anni fa. Me la godo come un matto, perché Livorno sì, è soprattutto il mare, un clima invidiabile soprattutto ora che l'età avanza, ma è anche tanto altro. E' il gusto, se si è liberi ovvero affrancati dal bisogno, del vivere fuori dalle convenzioni che ti imprigionano nell'opportunismo. Approfitto della tua ospitalità per fare anch'io una marchettina a mio vantaggio: è appena uscito <Livorno, le 100 meraviglie + 1>, Typimedia editore, in cui ho tentato di descrivere tutto il mio amore per questa città. A dispetto degli stereotipi distruttivi, carica di storia e di tante bellezze sottratte alla memoria e abbandonate al più ignobile e scellerato degrado. Per sciatteria, certo. Ma, secondo me, anche per un disegno politico preciso di rimozione del passato per favorire, ancora fino a pochi anni fa, il controllo del presente.
Giornalismo a Livorno adesso che il cartaceo è alla frutta: c'è spazio per chi volesse fare un tipo di giornalismo diverso, aggressivo e critico verso un certo modo di intendere la città?
Vale quanto già detto per il giornalismo in generale. E Livorno non sfugge a questo dato generale. Caso mai si può dire che non la metterei tra le città con le caratteristiche più adatte a sviluppare un mercato in grado di generare le risorse necessarie a sostenere un business professionalmente garantito e protetto. Ma è anche vero che il mercato lo fa anche l'offerta. E, secondo me, non esiste un giornalismo diverso, aggressivo e critico. Il giornalismo per essere tale, soprattutto nei confronti del potere, comunque si manifesti, non può che avere quelle caratteristiche. Si tratta solo di stabilire quanto vale la libertà.
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Nelson Mandela Forum di Firenze con più di duemila persone ad attenderla. E lei è arrivata, puntuale, aprendo la porta di quel palazzetto dello sport con le chiavi onorarie ricevute qualche anno prima dal referente responsabile di questo luogo nominato proprio dal primo cittadino fiorentino Dario Nardella. Era la cena di Natale che Giorgia Meloni aveva fatto proprio qui, ma evidentemente, dice la Meloni, il sindaco Dario Nardella non si ricorda.
E’ scivolato, come si usa dire, “su una buccia di banana”, con dichiarazioni alla stampa che l’hanno fatta infervorare fin da subito. Uno scivolone che rischia di diventare una “grossa caduta di stile” per il primo cittadino. Esordisce la Meloni: “ridicolo, dice stupidaggini, il referente nominato da Nardella responsabile di questo luogo mi ha dato le chiavi e il passaporto onorario del Mandela forum”. Commentando l’infelice uscita del sindaco Nardella che l’accusa di incarnare i valori opposti a quelli di Nelson Mandela, Giorgia Meloni prosegue: “Nardella non se n’era accorto, oppure devo dedurre che cerca di ravanare due o tre voti per il Pd in grande difficolta, la vera apartheid è fare entrare gli stranieri e poi trattarli da schiavi”
Questa e solo una parte del “concerto politico” che Giorgia ha voluto cantare ai suoi avversari su quel palco blu che assomiglia a un ring, al centro della sua platea, in mezzo ai tavoli che hanno visto i commensali entusiasti della sua performance. Giacca bianca, pantalone sportivo e sneakers. Non vuole voltare le spalle a nessuno dei presenti e per questo si muove ininterrottamente su quel ring che le fa già assaporare la vittoria. Illustrando gli punti del programma di Fratelli d’Italia dice: “Il Pd nel suo programma parla di me, roba che se io decidessi di smettere di fare politica, non ha più niente da dire.”
I temi toccati sono molteplici ma il tempo è tiranno, deve prendere il treno perché il giorno dopo si deve trovare pronta in un’altra regione. E allora cerca di spiegarli velocemente, nel modo più semplice e comprensibile a tutti senza però tralasciare nulla. Temi tremendamente attuali che vanno dall’aumento delle bollette energetiche a quello di un fisco più equo, dalla riforma costituzionale con l’elezione diretta del presidente della repubblica per arrivare all’argomento scottante per la Toscana, il rigassificatore di Piombino. Esordisce dicendo: “abbiamo il dovere di verificare se ci sia un’alternativa più veloce per non fare ricadere ancora sacrifici sulla stessa città, altrimenti dobbiamo riconoscere compensazioni.”
A fare gli onori di casa fin dal principio il parlamentare Giovanni Donzelli, deus ex machina dell’avvenimento fiorentino insieme ad altri big nazionali intervenuti alla cena, da Riccardo Zucconi a Ignazio La Russa e Daniela Santarchè. Cena allietata dalla musica del quintetto d’archi diretto dal maestro Giuseppe Lanzetta che ha suonato brani di ogni genere musicale, da Lucio Battisti a La vita è bella. Al suo tavolo era circondata dai sindaci che hanno conquistato le città toscane di Siena; Pistoia, Pisa, Arezzo, Lucca, Massa e Piombino e il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia.
Prima di finire chiede al pubblico: ”siete pronti? siete caldi? Io sono pronta se voi volete un governo che non si fa ricattare, comprare e non guarda in faccia a nessuno”. I sondaggi danno il partito di Fratelli d’Italia al primo posto ma la strada, come spiega, è ancora lunga e non bisogna abbassare la guardia. Prima donna in pectore e qui al Nelson Mandela sono tanti a crederci. Salgono poi sul palco tutti i candidati, parte l’inno nazionale con la sala in piedi e con la mano sul cuore. Prima di correre via, accompagnata dal personale per la sicurezza, a prendere quel treno che la porterà in un’altra regione, Giorgia Meloni saluta il presenti a braccia levate esclamando: “viva l’Italia, viva Fratelli d’Italia.”
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Dall'emergenza ungulati, tema molto sentito anche nella provincia di Massa Carrara, che vede Coldiretti pronta a chiedere al nuovo Governo un decreto legge urgentissimo per modificare l'articolo 19 della legge 157 del 1992 per ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette al piano invasi per affrontare i cambiamenti climatici e la siccità. Dalla legge di bilancio ai 35 miliardi di euro di fondi europei da non perdere, dai secchi no al nutriscore, ai sistemi di allarmistici di etichettatura a semaforo che l'Europa vorrebbe introdurre, al cibo sintetico prodotto in fabbrica e al trattato commerciale UE-Mercosur fino alla battaglia fondamentale per l'indicazione di origine in etichetta ma anche la necessità di attuare al più presto le misure del Pnrr.
Sono sinteticamente le cinque priorità per i primi 100 giorni del Governo che Coldiretti Massa Carrara presenterà ai candidati locali nei collegi uninominali e plurinominali alle elezioni del prossimo 25 settembre a cui chiederà un formale impegno per realizzarli. Il documento sarà illustrato ai candidati attraverso iniziative ed incontri che saranno via via concordati con i candidati.
''La campagna elettorale – ha spiegato Francesca Ferrari, presidente Coldiretti Massa Carrara - non fermi gli interventi necessari per contrastare il devastante caro bollette che sta spezzando le imprese agricole già duramente colpite da mesi di rincari, siccità e cambiamenti climatici; così come non fermi gli investimenti per ridurre la dipendenza alimentare dall'estero ed assicurare a imprese e cittadini la possibilità di produrre e consumare prodotti alimentari al giusto prezzo. Il documento con le priorità per i primi 100 giorni di Governo sarà illustrato e consegnato a tutti i candidati della provincia di Massa Carrara che avranno voglia di incontrarci in queste due settimane decisive per il futuro del nostro paese. A tutti i candidati chiederemo di sottoscrivere il nostro documento sancendo così un impegno formale per raggiungere i cinque obiettivi per salvare la nostra agricoltura".
Le cinque priorità dei primi 100 giorni del Governo
1) Difendere l'agricoltura italiana con l'istituzione del ministero dell'agroalimentare: dalla legge di bilancio ai 35 miliardi di euro di fondi europei da non perdere
2) Europa: no al Nutriscore, no al cibo sintetico e no al Mercosur, sì all'origine in etichetta, sì alla sostenibilità e sì alla ricerca
3) Pnrr: la chiave per la sovranità alimentare, energetica e logistica italiana
4) Stop cinghiali: difendiamo cittadini e agricoltori
5) Invasi: acqua e energia sostenibile per l'Italia
Per informazioni www.massacarrara.coldiretti.it oppure pagina ufficiale Facebook @coldirettimassacarrara
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"Con ogni probabilità la guardia medica di Avenza dopo l'estate chiuderà per sempre e intanto l'amministrazione tace". Questa la denuncia del consigliere comunale già candidato a sindaco Simone Caffaz e dell'ex presidente della commissione sanità del comune Elisa Serponi, con il primo che annuncia un'interrogazione al prossimo consiglio comunale.
"La regione Toscana – riferiscono i due rappresentanti politici – ha annunciato una cosiddetta riforma delle guardie mediche che ridurrà le postazioni, che in questo momento sono 160, a un numero variabile tra 50 e 70, che verranno individuate nelle zone più densamente popolate e in quelle con i più alti flussi turistici. Se questi saranno i parametri, e non c'è motivo di dubitarne, la guardia medica di Avenza verrà chiusa nonostante sia l'unico presidio per il primo intervento presente nella nostra città dopo la chiusura del pronto soccorso e la mancata apertura del primo soccorso previsto dal Pal all'ex monoblocco".
"Già ad agosto – proseguono Caffaz e Serponi – avevamo lamentato in consiglio comunale la frequente chiusura della guardia medica, nonostante la stagione estiva e il conseguente aumento dei pazienti, con questi ultimi che dovevano recarsi a Massa, ricevendo le più ampie assicurazioni dalla vicesindaca Roberta Crudeli che la guardia medica sarebbe rimasta stabilmente aperta ad Avenza e che l'amministrazione avrebbe vigilato in tal senso. Quindi, delle due l'una: o l'assessore non ha detto la verità in consiglio comunale oppure davvero non ne sapeva nulla, e nel quale caso si dimostrerebbe che non parla e non viene tenuta in alcuna considerazione dalla sua omologa regionale".
"La città e tutto il nostro territorio – concludono Caffaz e Serponi – per volontà della sinistra e del Pd, sono fortemente depauperati di servizi pubblici in generale e sanitari in particolare e nel caso in cui la guardia medica davvero dovesse chiudere, sostituita da una sorta di call center, questa sarebbe l'ultima inaccettabile beffa, nel disprezzo dei cittadini, delle loro esigenze e pure delle promesse elettorali (e post-elettorali) che sono state fatte dalla sindaca e dall'amministrazione di sinistra".
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Massimo Mallegni, ex sindaco e senatore per Forza Italia, sbarca a Lucca per la campagna elettorale, presentando i punti programmatici che reggono la sua candidatura al Senato per il collegio unico della Toscana.
Alla presentazione, tenutasi questa mattina (martedi 6) al Caffè S. Zita di piazza San Frediano, oltre al senatore Mallegni presenti anche l'assessore al turismo Remo Santini, i consiglieri comunali Di Vito e Ricci e il coordinatore regionale di Forza Italia Giovani, Matteo Scannerini.
"Siamo convintamente oggi a fianco del senatore Mallegni - ha esordito Remo Santini - perché da sempre ha dimostrato il suo forte impegno e l'attenzione per il territorio. Solo all'interno dell'ultima legislatura voglio ricordare i temi a cui Massimo si è dedicato: come lo svolgimento del Centenario di Puccini attraverso lo stanziamento di risorse, il potenziamento della linea Firenze-Costa tirrenica che è fondamentale per permettere alle persone di raggiungere Lucca e che necessita di un secondo binario, i numerosi investimenti sulla cultura e sulle imprese legate turismo e all'accoglienza".
A farla da padrone all'interno del programma del senatore Mallegni per la Toscana e per Lucca è infatti certamente il turismo, vera e propria leva attraverso cui lanciare la città in una prospettiva di riconoscimento internazionale. Tra i punti proposti dal senatore di Forza Italia spicca infatti la candidatura delle Mura Urbane a patrimonio Unesco, atto che renderebbe Lucca una tappa ancora più appetibile per gli itinerari turistici se abbinato insieme ad un completo rilancio delle infrastrutture.
Come ha spiegato infatti Mallegni: "Non serve a niente avere una città bellissima se poi nessuno può arrivarci" ed è proprio in quest'ottica che si collocano i molti investimenti sulle infrastrutture come il raddoppiamento della linea Firenze-Tirrenica, finanziata dal senatore Mallegni insieme al collega democratico Marcucci, candidato quest'anno lontano dal centro lucchese. Anche gli Assi Viari, infrastruttura strategica di collegamento della nostra provincia con l'intera Toscana Nord, rientrano in questo piano per Mallegni, che ha dato il proprio supporto attraverso finanziamenti nazionali.
"Come ha fatto il sindaco Pardini dopo la grande vittoria che abbiamo raggiunto insieme - ha ricordato Mallegni - anche io negli ultimi anni ho provato a governare negli interessi di tutti, non solo di coloro che mi hanno appoggiato o votato, preoccupandomi solo dei bisogni del territorio. Quando iniziò la legislatura nel 2018 mi aspettavo, ad esempio, di trovare i piani per gli Assi Viari già pronti e finanziati, mentre invece abbiamo dovuto affrontare la contrarietà del comune di Capannori e della provincia retta da Menesini. Siamo stati noi a far commissionare l'opera, identificando un commissario importante proveniente da Anas e rifinanziando l'operazione per portare a termine i lavori nel migliore modo possibile".
"Non ho fatto queste cose perché sono bravo, ma perché sono una persona normale che capisce che quando c'è un problema è necessario risolverlo - ha continuato - come per la ferrovia Firenze-Tirrenica, sulla quale abbiamo operato per estendere il secondo binario, che avrebbe dovuto fermarsi a Montecatini secondo i i progetti originari. Stesso discorso - ha spiegato Mallegni - vale per i 34 milioni per il Centenario di Puccini, che abbiamo finanziato insieme al sen. Marcucci nonostante i suoi tentativi di portare a termine tutto da solo per guadagnarne il riconoscimento".
Altro punto centrale all'interno del programma di Forza Italia sono le famiglie e le donne, che Massimo Mallegni ha toccato commentando la polemica attorno al suo video riguardante il sussidio per le casalinghe uscito da pochi giorni. All'interno del discusso video promozionale, Mallegni ha sottolineato l'importanza del ruolo delle donne come casalinghe e madri, proponendo per loro un indennizzo mensile e la possibilità di una pensione, attirando su di sé numerosi commenti che apostrofavano quelle proposte come retrograde e sessiste.
"Nelle ultime 24 ore sono certo che tutti abbiate visto il mio video, dato che non si parla d'altro. Alcuni hanno parlato di ritorno al medioevo, io ho solo detto che le donne devono essere libere. In Italia sono presenti 7 milioni di casalinghe, per scelta o per necessità, ed è fondamentale per riconoscere il loro ruolo centrale di madri e mogli, dar loro un'indennità ed una pensione. Non dimentichiamo che oggi in Italia una donna per guadagnare quanto un uomo deve sudare sette camicie, per questo dobbiamo affrontare il tema delle donne, restituendo loro libertà e dignità".
Interrogato sul tema crisi energetica, Mallegni ha evidenziato l'importanza per il territorio lucchese di adeguare il regolamento per le cartiere sulla gestione del pulper, residuato di scarto che però con adeguate tecnologie può diventare una risorsa energetica importante per le industrie cartarie.
"Sulle cartiere io sono sempre stato molto chiaro - ha sentenziato Mallegni - io chiedo prima di tutto che possano avere impianti di termovalorizzazione in fabbrica, necessari per smaltire il pulper e riutilizzarlo per la loro attività. Al momento mandiamo questa risorsa inutilizzata in Germania e loro la usano per alimentare gratis le loro aziende, dobbiamo interrompere questo spreco. Poi noi di Forza Italia stiamo combattendo per portare per le imprese un credito d'imposta almeno al 50 per cento, senza il quale è impossibile che le aziende resistano di fronte a una crisi che ha fatto lievitare il prezzo della luce di otto volte".
Seguendo lo spunto del consigliere Di Vito il senatore di Forza Italia si è inoltre soffermato sul tema sanità, sottolineando l'importanza di far tornare gli ospedali sotto una gestione nazionale, per prevenire le disparità regionali e ripristinare le attuali mancanze. In particolare, Mallegni si è soffermato sull'assurdità degli attuali tempi d'attesa, che necessitano di un lavoro importante per far si che nessuno debba, per un'analisi, farsi oltre due ore di macchina per girare la Toscana come oggi accade.
Durante l'evento, l'assessore Remo Santini ha fatto il punto sulla posizione politica del gruppo SiAmo Lucca, di cui è leader, annunciando la sua entrata ufficiale all'interno di Forza Italia. "La lista civica non scomparirà - ha assicurato - rimanendo un riferimento locale che a livello nazionale troverà supporto in Forza Italia".
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