Politica
Progetto "Massa Street Art": i consiglieri Alberti, Cairoli, Ricci e Tarantino chiedono dove saranno collocate le opere
I consiglieri comunali Stefano Alberti, Gabriele Cairoli, Enzo Romolo Ricci e Daniele Tarantino hanno presentato un’interrogazione per chiedere dove e secondo quali criteri, le opere di…

Cermec, Retiambiente e gestione dei rifiuti: i molti dubbi sulle scelte del sindaco Arrighi avanzati dal consigliere Mirabella s
Crisi nei rifiuti e leadership percepita come assente, Cermec, RetiAmbiente e una guida politica ancora da chiarire: sono le riflessioni maturate dal consigliere della Lista Ferri Filippo Mirabella…

I consiglieri del Pd di Aulla escono dal partito e restituiscono la tessera
Il Partito Democratico di Massa-Carrara prende atto della decisione dei consiglieri comunali di Aulla Giovanni Schianchi, Giada Moretti, Katia Tomé, Tania Brunetti e Alessandro Giovannoni di…

Un nuovo cantiere si apre a Carrara centro con l'inizio del 2026: aggiudicati i lavori per il recupero di Palazzo Pisani in via Loris Giorgi
Palazzo Pisani: entreranno presto nel vivo i lavori per il recupero e il miglioramento sismico. Dopo palazzo Rosso un altro gioiello del centro storico si prepara a…

Entrata in Retiambiente esaltata da Arrighi e Orlandi, poco apprezzata da opposzione e anche dal Pd: per il consigliere 5 Stelle Martinelli è un tentativo puerile di cercare consensi
Il consigliere dei 5 Stelle, Matteo Martinelli torna ad attaccare la giunta Arrighi sull'entrata in Retiambiente: "Ci troviamo di fronte all'ennesimo puerile tentativo del sindaco…

Requisiti modificati e verbali vuoti: il consigliere Caffaz spiega come è stato organizzato il bando del comune per direttore del teatro Animosi
A pensar male si fa peccato...ma poi si trovano i documenti che confermano che si aveva ragione. E' esattamente quanto è accaduto al consigliere dell'opposizione del comune di…

Le Rsu del Cermec bollano come non vere le denunce fatte da Menconi della Cgil
Le Rsu del Cermec rappresentate da Chiara Pirozzo della Cisl, Maurizio Bertieri della Uil e Gianluca Della Tomasina di Fiadel prendono le distanze dalle dichiarazioni sul…

Partono a Carrara i restauri della statua di Beatrice d'Este, della statua della Sirena e a Codena del monumento ai caduti
Il monumento a Beatrice D'Este di piazza Alberica, la statua della Sirena di via Carriona e, non ultimo, il monumento ai caduti di piazza Rosselli a…

A Carrara continuano i cantieri e i disagi: prorogata fino a marzo la garatuità dei parcheggi del centro
Per ridurre i disagi a residenti, commercianti e visitatori a seguito dei numerosi cantieri attualmente in corso in tutta la città l'amministrazione comunale ha deciso di prorogare…

Retiambiente Spa: opportuno rinviare l’Assemblea di Cermec per garantire piena validità delle deliberazioni
Retiambiente Spa, nel ringraziare i Comuni di Massa e Carrara per il coinvolgimento nel percorso di rinnovo dell’organo amministrativo di Cermec, informa di aver svolto…

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La Lega Ambiente di Carrara, ha redatto, una lunga relazione relativa al Piano Operativo Comunale adottato con delibera comunale n. 60 del 6.08.2020, esprimendo in sette punti, la propria critica opinione sull'operato dell'amministrazione in tema di urbanizzazione e ambiente:
"Il piano- esordisce Lega Ambiente nel documento- ad una prima visione generale, presenta una discreta impostazione di base con una sostanzialmente corretta strutturazione urbanistica; ne traspaiono infatti alcune idee di città, di standard urbani, una qualche volontà di tutela del territorio (almeno per alcune parti) e un tentativo di attuare una prima forma di pianificazione rivolta al non consumo di suolo ed alla conservazione e valorizzazione dell'esistente. Addentrandosi nell'urbanistica del piano, però, la sempre più attenta lettura svela via via diverse scelte incongruenti con i principi sopra richiamati: tanti elementi di dettaglio non confacenti con un corretto ed equilibrato assetto del territorio e dunque molteplici criticità, sia urbanistiche che ambientali ed edilizie, le quali collidono con la fragilità e la delicatezza di questo territorio".
Partendo dalla prima osservazione, riguardante la classificazione del territorio in zone urbanisticamente omogenee (classificazione obbligatoria dettata dal D.M. 1444/1968), si rilevano , fra le altre che : "Manca- prosegue- la classificazione di tutto il territorio comunale di costa, che comprende, da ovest ad est: l'area tra il Parmignola e la Fossa Maestra (in parte attuale camping), tutto l'arenile con il tessuto degli stabilimenti balneari fin anche all'attuale parcheggio sull'area ex lamiere NCA, l'intero Porto e l'affaccio a mare tra le foci di Carrione e Lavello. Rileviamo sia una grave carenza del piano ed una omissione rispetto agli obblighi del D.M. 1444/1968".
Segue una lunga dissertazione sulla pianificazione dell'area di Marina di Carrara, prendendo soprattutto in considerazione la zona del litorale e del porto, che è soggetta a cambiamenti strutturali ( per esempio il waterfront)."Riteniamo pertanto- sostiene la Lega- che tutta la fascia di arenile con il tessuto degli stabilimenti balneari debba essere classificata in Zona F (per attrezzature di interesse collettivo) come peraltro già era nei precedenti piani regolatori comunali; l'area portuale vera e propria, ossia quella oggi effettivamente in uso per lo scalo commerciale, possa essere classificata in Zona D (insediamenti per impianti industriali produttivi o assimilati); la parte dell'area portuale non strettamente commerciale ma più turistica possa essere classificata anch'essa come zona F di attrezzature di interesse collettivo (si vedano ad esempio le aree per il proposto waterfront e per la passeggiata di ponente e comunque tutte le parti più turistiche).
Riteniamo infine che, quale scelta significativa e coerente con le volontà di ridotto consumo di suolo e di riqualificazione ambientale del territorio comunale, anche l'area tra le foci di Carrione e Lavello sia da classificare come zona F (per attrezzature di interesse collettivo) al fine di potervi attuare nel futuro quel parco lineare costiero, il cui progetto preliminare era già stato redatto da Legambiente e donato alla città anni fa, così che si possa costituire un ambito di reale mitigazione e compensazione ambientale dell'infrastruttura portuale e che la costa del Comune di Carrara possa avere un vero riqualificato e raro affaccio sul mare".
Prendendo in considerazione la parte interna del territorio comunale partendo da Anderlino, altra zona soggetta a lunghe discussioni in merito alla sua destinazione d'uso:"si apprezza la restituzione del riconoscimento di zona agricola (E) per la gran parte del territorio aperto esistente, in quanto più volte ne è stato sottolineato l'importante valore paesaggistico e di connessione ambientale con la prima collina, ma anche l'interesse produttivo agricolo tuttora in essere e che coinvolge un paio di aziende agricole in attività nella zona, i quali invece sono stati minacciati dalla scellerata variante del 2014 al piano strutturale"
Si passa poi al centro storico di Carrara " che lascia dubbi sotto il profilo urbanistico la perimetrazione in zona A, i quartieri della parte più ad est / nord-est e della frangia ovest ai piedi della collina (a partire dallo stesso mercato coperto della Lugnola), i quali sono caratterizzati da costruzioni moderne e recenti per cui riesce veramente difficoltoso individuare le parti (come prescrive il D.M.) che "rivestano carattere storico, artistico di particolare pregio ambientale" o che "possano considerarsi parte integrante" con l'agglomerato storico più antico di Carrara."
Ovviamente si passano in esame anche i bacini marmiferi e le zone adiacenti, anche questo tema caro agli ambientalisti : "Una notazione particolare necessita da ultimo, ma non ultima per importanza, la classificazione del bacino marmifero a monte. Si evidenzia infatti che classificare in zona D (per impianti industriali o assimilati) indistintamente tutto il territorio montano interessato dalla presenza delle cave, comprendendovi anche crinali, cime, valli e canali, zone tutt'ora boscate, versanti più o meno vergini, sia inadeguato ad un corretto assetto del territorio, oltre che pericoloso per i delicati assetti idrogeologici ed ambientali dell'area.
Si ritiene- continua- che sarebbe più corretto e più aderente alla reale configurazione dei luoghi classificare in zona D solo le aree di cava vere e proprie ed i relativi ambiti pertinenziali, lasciando alla classificazione generale del territorio rurale le restanti parti di territorio, ancorché incluse nell'inquadramento legislativo regionale del bacino marmifero industriale, che però è cosa ben diversa dalle classificazioni e dalle previsioni urbanistiche"
Il secondo punto riguarda il perimetro del territorio urbanizzato e si rilevano altre incongruenze: l'osservazione parte dal piano strutturale e la variante del 2014, che , a detta degli ambientalisti " per nulla rispettano le caratteristiche essenziali dettate dalla legge regionale sul governo del territorio (L.R. 65/2014)".
In particolare : " La legge regionale - recita- dispone in modo molto chiaro che "il territorio urbanizzato è costituito (solo e soltanto) dai centri storici, dalle aree edificate con continuità dei lotti a destinazione residenziale, industriale e artigianale, commerciale, direzionale, di servizio, turistico-ricettiva, dalle attrezzature e i servizi, i parchi urbani, gli impianti tecnologici, i lotti e gli spazi inedificati interclusi dotati di opere di urbanizzazione primaria" .
Tant'è che poi lo stesso POC, all'interno della propria articolazione degli ambiti territoriali, disciplina questi lotti, annessi "forzosamente" al territorio urbanizzato, all'interno dell'assetto ambientale come aree verdi o addirittura come "aree verdi di connessione e di filtro ambientale" (V5) riconoscendo quindi l'assenza di qualsiasi caratteristica riconducibile al territorio urbanizzato ex lege.
Dentro al territorio urbanizzato permangono ancora diverse aree di estremo pregio ambientale e di grande importanza per evitare la saldatura di una piastra urbanizzata unica su tutto il territorio di pianura e di fondovalle del Comune.
Tra queste merita rammentare tutte le aree agricole e le zone umide tuttora esistenti nell'area di Battilana-Fossa Maestra, ma anche le aree aperte agricole pedecollinari di Anderlino ed a cavallo del tratto ovest della SS. Aurelia, fino alle aree agricole residuali tra Avenza e Marina e di Villa Ceci : tutte assolutamente prive di quelle caratteristiche essenziali che la legge regionale prescrive per potere essere classificate come territorio urbanizzato.
Il punto tre tratta degli ambiti territoriali :"Come rilevato alla precedente osservazione sulle criticità della perimetrazione del territorio urbanizzato, l'articolazione degli ambiti territoriali del piano adottato ha senza dubbio il pregio di cercare di porre alcuni rimedi o di provare ad attuare alcune previsioni tampone, per mitigare le incongruenze e gli impatti negativi di una definizione "abnorme" del t.u., come detto dettata nelle sue linee generali dal vigente piano strutturale del comune.
Partendo dalla costa ritroviamo ancora la mancanza di una previsione di ambiti territoriali per la gran parte del territorio costiero comunale (come già si osservava al punto 1 la mancanza di classificazione in termini di zone urbanistiche omogenee)".
Nella relazione, si punta particolarmente l'accento sulla zona alla foce del Carrione,dove "manca di qualsiasi previsione rivolta alla messa in sicurezza ed alla riqualificazione ambientale della sua foce, ma anche, proprio per come è stato strutturato il POC adottato, manca della sua naturale continuità ambientale; tutti elementi che possono ingenerare gravi situazioni di rischio per il territorio e la popolazione qui insediata".Anche per i bacini marmiferi, gli ambientalisti criticano l'operato e segnalano le inadempienze . "Nell'articolazione degli ambiti territoriali per il bacino marmifero si deve riprendere la valutazione mossa con l'osservazione 1 sulle zone territoriali omogenee. L'indistinto rimando ai piani attuativi dei bacini estrattivi, senza che venga definita neanche una minima articolazione del territorio montano, palesa anche qui una rinuncia del POC alla pianificazione urbanistica ed al corretto governo di questa parte del territorio comunale.
Si ritiene pertanto che sarebbe stato più opportuna, e confacente alla reale configurazione del territorio, la definizione di una prima articolazione ambientale e territoriale anche di questo particolare territorio, che tenesse conto delle aree di cava vere e proprie e dei relativi ambiti pertinenziali o di sviluppo, quelle effettivamente in attività o per le quali siano realisticamente prevedibili attività estrattive (ad esempio desumibili dai piani di cava autorizzati), distinguendola da tutte quelle porzioni che invece non sono e/o non potranno mai essere oggetto di concrete attività estrattive, quali (come già notato all'osservazione 1) crinali, cime, zone boscate o di naturalità, ma anche versanti tuttora vergini nei quali non sono presenti risorse marmifere o comunque giacimenti commercialmente sfruttabili, i quali oggi ricadono comunque negli areali indicati per i PABE.
Anche qui, pertanto, le scelte pianificatorie, o meglio le non scelte di pianificazione urbanistica, adottate dal POC appaiono banalizzanti e riduttive rispetto alla reale complessità ambientale di queste parti montane del territorio comunale".
Si passa poi al capitolo usi, mobilità e standard urbanistici:"Una carenza molto pesante, ed ormai cronica per il territorio comunale di Carrara, è il deficit, accumulato negli anni trascorsi per una insensata gestione del territorio, di adeguati standard urbanistici primari: afferenti essenzialmente alle dotazioni di verde pubblico, di spazi pubblici di ritrovo e socializzazione all'aperto, di parcheggi, e di idonee sezioni stradali, in particolare capaci di contenere in sicurezza non solo il traffico veicolare ma soprattutto la mobilità pedonale e ciclabile".
Si prende anche in esame il problema dell'area della Marmi Macchine ". L'area è veramente vasta, soprattutto in termini urbanistici se rapportata all'abitato di Marina: si pensi che equivale di fatto alla superficie di tutti i quartieri compresi tra via Cavallotti e via Dei Mille.
La riflessione deve essere mossa sull'ormai attuale "cronico" sotto-utilizzo dell'area e sulle prospettive di ulteriore sotto-utilizzo negli anni a venire; questione dunque che non può lasciare indifferente una corretta pianificazione del territorio e conseguenti sagge scelte urbanistiche/politiche, proprio in relazione alla pesante carenza di standard urbanistici pubblici che attanaglia tutto il territorio comunale e l'abitato di Marina per parte sua.
Marina e il territorio comunale in generale non si possono permettere il "lusso" di un potenziale tale spreco di spazio urbano".
Villa Ceci, a Marina di Carrara, copre il quinto paragrafo : "Villa Ceci costituisce infatti uno dei più vasti tra i rari spazi verdi, ancora inedificati, scampati all'urbanizzazione intensiva che ha caratterizzato lo sviluppo della fascia costiera negli ultimi decenni. È di fatto ad oggi l'unico territorio rurale che consente la separazione tra gli abitati di Marina ed Avenza e che evita la saldatura dei tessuti urbani in una unica piastra edificata. È così inoltre una delle ultime importanti testimonianze degli originali assetti insediativi di questo tratto di pianura costiera (..)Un territorio con tali caratteristiche rientrerebbe pienamente da una parte in quelle "aree rurali intercluse che qualificano il contesto paesaggistico..." e dall'altra in quegli "ambiti periurbani" del "territorio rurale" puntualmente definiti e disciplinati dagli artt. 4, 64 e 67 della legge regionale sul governo del territorio n. 65/2014, in forza dei quali non può essere considerato "territorio urbanizzato".
Le ultime due aree prese in esame sono " Gli ambiti e le aree di trasformazione" e le " Norme tecniche di attuazione" : nel primo, si pone in particolare l'attenzione sulla zona di levante dell'entrata del porto, dove: "Risulta la previsione di nuovo costruito per complessivi 3.750 mq di superficie edificabile ad uso di residenza, direzionale e commercio, ripartiti su due lotti di totali 12.600 mq.
Si ritiene questa previsione molto critica in termini urbanistici; in quanto va a collocare un notevole aumento del carico urbanistico ed insediativo proprio in una zona già molto densa ed allo stato di fatto con carenza di adeguati standard urbanistici, come è Marina centro ed est. Altresì si colloca in una zona di elevato rischio idrogeologico, nella quale un così rilevante aumento di tessuto edificato può comportare l'aggravio delle condizioni di criticità dell'edificato esistente.
Peraltro, infine, si vanno a collocare delle residenze proprio a pochi metri in faccia al complesso portuale industriale. In questo quadro, a fronte proprio della rilevanza di nuovo costruito, appaiono inutili anche le previste prescrizioni per la formazione di spazio pubblico-piazza e verde, ridotti a delle strisce strette a margine delle viabilità esistenti".
L'ultimo punto sopracitato, è il richiamo ad una serie di articoli, che riguardano per esempio, l'Art. 36 (Contenimento dell'impermeabilizzazione dei suoli). Consentire negli interventi edilizi più rilevanti una riduzione fino al 15% della superficie fondiaria da destinare a suolo completamente permeabile sistemato a verde, risulta eccessivo in termini di reale tutela idrogeologica del territorio, vista la fragilità e la delicatezza del territorio comunale ed atteso che, proprio nei documenti di indirizzo e di analisi del POC, la sicurezza idrogeologica del territorio risultava uno dei pilastri a fondamento del piano.
Tutta la relazione è visitabile sul sito di Lega Ambiente Carrara https://www.legambientecarrara.it/
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Massimiliano Bernardi (Alternativa per Carrara) attacca l'amministrazione pentastellata e, in particolare, l'assessore Andrea Raggi per la gestione del campo Don Bosco di Fossone.
"L'assessore Andrea Raggi - afferma Bernardi - spende ulteriori 7 mila 890 euro di denaro pubblico, affidando all'avvocato Danilo Bellini il nuovo supporto giuridico per esecuzione mobiliari procedura 4/2020 del tribunale di Massa. Eppure il Comune era già stato condannato a pagare 45 mila euro a fronte dei primi decreti ingiuntivi arrivati a giugno, tuttavia l'Assessore Raggi che avrebbe dovuto denunciare chi aveva sbagliato e causato grave danno all'amministrazione, continua a tacere e a pagare".
"Basterebbe infatti un atto di trasparenza - prosegue Bernardi - per informare i cittadini sul numero e gli importi degli atti di pignoramento notificati al Comune e spiegarne il perché. All'epoca dei fatti Raggi aveva persino dichiarato: "Non intendiamo pagare i debiti della società" e per questo aveva dato il primo incarico all'avvocato Danilo Bellini per 4 mila euro che aveva subito spiegato pubblicamente che "il Comune non era debitore, ma era il terzo pignorato e con l'atto legale intendeva evitare il Comune pagasse debiti non suoi".
"Evidentemente - aggiunge l'esponente politico - il tribunale di Massa non l'ha pensata così e ha condannato il Comune a pagare i primi debiti nel limite di 45 mila euro. Questa volta però i nostri amministratori hanno imparato la lezione, avendo il sottoscritto contestato l'incarico precedente che era stato autorizzato dal dirigente senza l'atto di giunta e così con delibera di giunta n. 314 del 15/12/2020 hanno autorizzato la costituzione in giudizio agli atti esecutivi procedura n. 4/2020 Esecuzioni Mobiliari del tribunale di Massa".
"Sul caso Don Bosco Fossone - conclude Bernardi - in effetti vorremmo sapere qual è l'impedimento che non permette all'assessore Andrea Raggi di chiarire una volta per tutte perché si è accollato la situazione debitoria della società. Ad oggi nessuna spiegazione è stata resa pubblica relativamente alla vicenda del mutuo non pagato per circa 50 mila euro che ha avuto per protagonista Marina Ceccarelli, storica presidente della società sportiva Don Bosco Fossone, dimessasi ormai da mesi in seguito all'esplosione del caso. Detto ciò all'assessore Andrea Raggi chiediamo anche di spiegare se le rassicurazioni rese sulla stampa mesi orsono da parte del nuovo Consiglio Direttivo della Don Bosco Fossone di rimediare a tutte le questioni economiche e di sanare le vecchie situazioni debitorie e rilanciare il Don Bosco Fossone, sono state mantenute".
Do. Be.
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Nicola Pieruccini, commissario Lega Carrara Salvini Premier, attacca l'amministrazione pentastellata e in particolare l'assessore all'ambiente Scaletti e il Presidente della commissione Giovanni Montesarchio, per non aver informato la popolazione in merito alla installazione di nuove antenne per la ricezione del 5G: "Con la salute non si scherza- dice Pieruccini- e nessuno ha informato la popolazione. Sono 24 le antenne di telefonia mobile nel nostro Comune , lo prevede il Regolamento deliberato dall'Amministrazione precedente nel 2009 e rivisitato ed integrato nel 2013, lasciato per anni nel cassetto e soprattutto dimenticato dai 5 Stelle che non lo hanno adeguato alle nuove tecnologie che negli ultimi anni hanno avuto evoluzioni epocali.
Da svariate settimane - afferma - nel silenzio tombale dei nostri amministratori, sono state infatti predisposte e successivamente attivate per la tecnologia 5G antenne nuove su tutto il nostro territorio comunale. Il dato emerge dal protocollo in entrata del Comune di Carrara dove le aziende di telefonia mobile Vodafone, Tim e Wind 3 hanno inviato le SCIA comunicando che avrebbero iniziato i lavori di adeguamento ed implementazione delle stazioni base. Da queste comunicazioni si evince che è previsto un piano di potenziamento della rete telefonica da parte degli operatori con l'attivazione della banda ad alta frequenza 5G, ma che l'Amministrazione 5 Stelle non ha messo mano all' obsoleto Regolamento del 2013.
I nuovi ripetitori - prosegue - che sono stati potenziati per ora sono stati individuati su Marina di Carrara, Carrara centro, Bonascola Conad, Avenza Esselunga e Via Bulderini ed installati su torri già presenti sul territorio, attraverso aggiunta di nuove antenne in grado di trasmettere la nuova tecnologia in essere, che per legge devono garantire i limiti espositivi che dovranno essere controllati da Arpat".
A questo punto, Pieruccini punta il dito sulla gestione della comunicazione alla popolazione per una corretta informazione delle caratteristiche del 5g e gli effetti sulla salute: "Una classe politica attenta all'ambiente e alla salute dei cittadini, si sarebbe posta come unico compito, quello di promuovere iniziative per informare i cittadini sulle caratteristiche della tecnologia 5G e riprendere in mano il vecchio Regolamento ed impegnarsi in particolar modo per ridefinire gli attuali limiti a cui sono soggette le emissioni elettromagnetiche degli impianti di telecomunicazione per la telefonia mobile iperveloce.
Niente è stato fatto - continua - e l'invito che la Lega rivolge ai nostri amministratori Assessore Scaletti e Presidente Montesarchio è quello di applicare le stesse forme di pubblicità e di partecipazione che sarebbero previste per lo strumento urbanistico anche per quanto riguarda gli impianti per telefonia mobile al fine di assicurare i cittadini di un corretto potenziamento territoriale che minimizzi l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici . La Lega conosce bene i potenziali benefici della rete 5G per la società, destinati anche a sostenere la digitalizzazione delle imprese, dei trasporti e degli uffici pubblici e che in questo momento particolare di emergenza Covid 19 risulta essere ancora più rilevante, tuttavia evidenzia la necessità di "considerare ogni possibile impatto collaterale negativo" e che la diffusione della tecnologia debba avvenire nel rispetto del principio di precauzione.
La Lega - conclude - domanda per i motivi illustrati se i 5 Stelle abbiano verificato che siano state rispettate le massime garanzie possibili sulla salute, sulla privacy e sui diritti civili perché queste infrastrutture rischiano di essere impattanti sotto molteplici punti di vista ed a pagarne le conseguenze potrebbero essere sia l'ambiente che la popolazione ma soprattutto le nuove generazioni che rischiano di avere in eredità un territorio inquinato".
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Dalle ore 13 di oggi, martedì 5 gennaio, fino alle 12 di giovedì 7 gennaio, via Martiri della Libertà è chiusa al traffico, nel tratto a monte del bivio per Fosdinovo sulla provinciale 73.
Sulla strada per Campocecina, di competenze comunale, è stato istituito un divieto di transito valido per tutti i veicoli. Il provvedimento si è reso necessario in vista delle forti nevicate previste anche a quote basse per le prossime ore che impegneranno i mezzi spalaneve del Comune sulla viabilità da e per le frazioni montane dove risiedono diverse persone. «Visto il regime di Zona Rossa che limita gli spostamenti a quelli giustificati da comprovate necessità, la classica escursione festiva a Campocecina non sarà possibile “per decreto”. Anche per questo, essendo previste nelle prossime ore forti nevicate a bassa quota, abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi sulle strade che servono le zone abitate. Quindi i nostri mezzi opereranno in modo prioritario sulle vie che consentono di raggiungere le frazioni a monte, per garantire ai residenti la possibilità di accedere alle proprie abitazioni» ha spiegato il sindaco Francesco De Pasquale.
Il primo cittadino ha ricordato che chi viola le restrizioni sugli spostamenti previste dai decreti è soggetto a sanzioni anche piuttosto salate come confermano le cronache di questi giorni sulle decine di multe elevate a coloro che hanno tentato di raggiungere Campocecina nella giornata di domenica, quando era in vigore la Zona Rossa.
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Il coordinatore comunale di Forza Italia Domenico Piedimonte ha chiesto le immediate dimissioni di Roberta Dei da consigliera comunale per il vergognoso e surreale comportamento nei confronti del nostro partito e degli elettori di centro destra. Durissima la presa di posizione del capogruppo del partito di Silvio Berlusconi:
In qualità di coordinatore comunale eletto di Forza Italia, mi corre l'obbligo di richiedere immediate dimissioni di Roberta Dei da consigliere comunale per il vergognoso e surreale comportamento nei confronti del nostro partito e degli elettori di centro destra: votando per Forza Italia, mai avrebbero pensato di eleggere un’ “utile idiota” che svolgesse la propria funzione consiliare per la causa della sinistra più estrema. Con l'unico obiettivo di danneggiare l'amministrazione e i partiti di centro destra grazie ai quali questa città cerca di interrompere e rallentare una china discendente come fase che prelude ad una crescita di benessere. Da oltre 30 anni abbiamo visto andare in declino occupazione, turismo e sistema sanitario.
Fino ad oggi, ho chiesto e diffidato (anche a mezzo stampa) Dei dall'usare il simbolo ed il nome di Forza Italia perché era ormai di dominio pubblico che si incontrasse nei bar della città per prendere istruzioni scritte e disposizioni politiche dai rappresentanti di Potere al Popolo. Partito che, trombato alle elezioni e rimasto senza consiglieri, fornisce e detta istruzioni alla Dei con l'obiettivo di 'legnare' il sindaco, l'amministrazione e Forza Italia.
Ho assistito in questi mesi ad un teatrino politico sconcio e moralmente vergognoso. Come vergognoso e destabilizzante nei confronti dell'elettorato del mio partito è stato assistere alla fuoriuscita del consigliere Dei dal gruppo consiliare di Forza Italia per entrare nel gruppo misto, ma continuandosi poi a definire “di maggioranza”. E dietro questa falsa appartenenza ha votato oltre il 90 per cento delle volte insieme all'opposizione.
Roberta Dei ed il suo sodale “Mauro”, due personaggi pieni di livore e senza alcun seguito tra i cittadini.
Nei mesi scorsi ho pubblicamente e privatamente chiesto loro di trovarsi una nuova collocazione partitica più consona ai loro nuovi ideali rifondaroli. Richieste che non hanno lor impedito di raggirare anche alcuni giornalisti che continuavano a dar loro credito e a farli apparire pubblicamente organici al nostro partito che li ha visti militare nel passato. Un passato politico che non ha loro mai portato a realizzare nulla di vantaggioso per la città ed i cittadini.
E' scandaloso, per tutti noi di Forza Italia, vedere tradire l'elettorato e soprattutto i valori del nostro partito. Dei e Mauro hanno addirittura rinnegato recentemente uno dei valori portanti di Forza Italia. Uno dei quattro pilastri insieme al liberismo, europeismo e cristianesimo. Sto parlando della colonna portante del GARANTISMO. Un valore fondante che pretestuosamente i due hanno gettato nel water per sposare posizioni di comodo giustizialiste e degne del vecchio grillismo e del mai tramontato comunismo.
Il filo conduttore di questo comportamento kafkiano è stato finalmente svelato a tutti dallo stesso consigliere Roberta Dei che, poco avvezza anche all'uso della tecnologia, ha lasciato involontariamente accesa la webcam ed il microfono durante una riunione della commissione comunale. Da questo video di 15 minuti si vede che è Luca Corsi, (candidato trombato nelle liste di Potere al Popolo nelle comunali massesi del 2018), a svolgere chiaramente la funzione di consigliere comunale. Lo fa fornendole anche i contenuti sui quali tentare di attaccare il nostro sindaco. Non solo, appare anche evidente (ma lo si era capito da tempo) che questo soggetto ha in uso la mail istituzionale del consigliere Dei, tramite la quale interroga uffici, invia comunicati da lui scritti e fornisce sue interpellanze sulle quali la consigliera appone la firma, come si desume dal video appena citato.
Politicamente immorale, direi. E chissà quali scambi o motivazioni segrete hanno portato a questa strana alleanza.
Il seggio che Forza Italia ha ottenuto nelle scorse elezioni è stato quindi meschinamente portato al servizio di Potere al Popolo. Come coordinatore comunale intendo reclamarlo e ricordare alla consigliera Dei che Forza Italia, anche a febbraio 2020, l'ha formalmente diffidata dall'usare il nome ed i simbolo del partito. Lo ha fatto con l'avvallo di tutta la dirigenza comunale, provinciale e regionale. Purtroppo, questa diffida non aveva sortito l'effetto sperato e lei ha continuato impunemente a farlo con il solo obiettivo di danneggiare il campo nel quale aveva militato nel passato. Per questo ribadisco la richiesta immediata di dimissioni da consigliera.
L'obiettivo di Dei e Mauro adesso è chiaro. Dare voce a Potere al Popolo.
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Continua la polemica fra Roberta Dei, consigliera al comune di Massa per Forza Italia e Stefano Benedetti: la Dei, in un comunicato, ribadisce la sua posizione all'interno del partito e lo attacca riguardo alla pubblicazione, da parte sua, di una conversazione privata fra la Dei e un cittadino.
"Ancora una volta - scrive la Dei - sono costretta a ricordare a Benedetti che sono una consigliera eletta nella lista di Forza Italia, una consigliera di maggioranza che ha sempre votato in consiglio comunale secondo coscienza e soprattutto rispettando l'impegno preso con i miei elettori. Gli ricordo, inoltre, che ho fatto attivamente campagna elettorale per l'attuale amministrazione Persiani mentre lui, che ricopre un ruolo importante e ben retribuito, per chi ha fatto campagna elettorale? Per non parlare di quanto accaduto in Lunigiana, Aulla in particolare, dove addirittura sono state create liste elettorali contro Forza Italia e non certo da me".
"Stefano Benedetti - afferma la Dei - anziché violare i miei diritti, di cittadina e consigliera comunale, pubblicando sui social il mio scambio di opinioni con un cittadino mentre ero all'oscuro di essere registrata, dovrebbe riflettere su quanto sia lui a danneggiare Forza Italia e ancor prima la città di Massa, con questi comportamenti".
Si passa, quindi, al presunto coinvolgimento di Benedetti nella vicenda Serinper che ha visto portare alla luce nomi importanti del panorama politico locale e che è oggetto tuttora delle indagini della procura: "Dovrebbe, infatti, ricordarsi di essere coinvolto nella vicenda Serinper per un reato gravissimo, il traffico di influenze illecite, e di non aver avuto neppure l'onestà politica di dare le dimissioni da presidente del consiglio comunale, fatto per cui i massesi dovranno pagare 10 mila euro di commissione di inchiesta, come ha deciso il sindaco Persiani per tutelarlo".
Infine, la Dei si rivolge direttamente al Benedetti: "Questo la dice lunga su quanto tu tenga più alla poltrona che alla città e al partito e su quanto stia diventando imbarazzante per la città di Massa l'avere un presidente del consiglio comunale che si presta a tali bassezze".
Dona. Bene.
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Nel corso dell’anno appena trascorso anche l’attività del Consiglio Comunale di Carrara è stata caratterizzata dall’emergenza Coronavirus, ma il Consiglio, come auspicato dal Presidente Michele Palma, è stato resiliente. I numeri dimostrano che ha saputo adattarsi velocemente alle sopravvenute esigenze di sicurezza, senza mai venire meno al ruolo di indirizzo che è riservato alla massima istituzione democratica cittadina.
Nel corso del 2020 si sono svolti un totale di 23 consigli comunali, solo uno in meno rispetto all’anno precedente: di questi, sei si sono svolti in videoconferenza a causa dell’emergenza Covid-19.
Due i Consigli solenni: il 27 gennaio per il Giorno della Memoria e il 10 febbraio per il Giorno del Ricordo. Il 75° anniversario della liberazione di Carrara è stato celebrato l’11 aprile con una diretta streaming su Facebook alla presenza del Presidente Palma e dei due Vicepresidenti Stefano Dell’amico e Cristiano Bottici.
Molto buona la partecipazione dei consiglieri, di cui il 70% ha saltato non più di tre sedute del consiglio. Cinque sono i consiglieri che hanno partecipato a tutte le riunioni del 2020: Stefano Dell’Amico, Daniele Del Nero, Daniele Raggi, Daria Raffo e Giovanni Montesarchio.
Gli atti discussi in Consiglio comunale, al netto delle comunicazioni istituzionali e delle interrogazioni e interpellanze, sono stati 90, un dato leggermente inferiore al 2019 quando gli atti furono 105. Si è trattato di 81 proposte di delibera (70 nel 2019), 5 mozioni (21 nel 2019) e 2 ordini del giorno (14 nel 2019). Di tutti questi ne sono stati approvati circa il 98%, ovvero 88 atti approvati contro soltanto 2 respinti. La pianificazione delle attività del consiglio è stata supportata dalla Conferenza dei Capigruppo che è stata convocata 33 volte, di cui 11 in modalità telematica.
“Pur senza avere immediatamente a disposizione strumenti su misura, sia tecnologici che normativi, dopo un breve periodo di adattamento tra marzo e aprile, siamo riusciti a trovare i modi e le forme per proseguire l’attività. Una attività che è stata intensa, non solo numericamente, ma soprattutto qualitativamente, spiega il Presidente Palma. Nel corso del 2020 il Consiglio ha, infatti, approvato atti di straordinaria importanza e di portata epocale, alcuni dei quali erano attesi da anni. Sono, infatti, stati approvati il Regolamento degli Agri Marmiferi, la Ricognizione degli Agri Marmiferi, i Piani Attuativi dei Bacini Estrattivi ed è stato adottato il Piano Operativo Comunale. Si tratta di provvedimenti che ridisegnano il futuro della città, sotto i profili economico, ambientale e urbanistico e i cui effetti si vedranno nel corso degli anni.
Importante è stato anche il ruolo di controllo e indirizzo sul tema sanità che, pur essendo di competenza regionale, è stato seguito con grande attenzione da tutti i componenti del Consiglio, non solo per i temi legati alla pandemia, ma soprattutto guardando al futuro. Tra gli atti trattati sull’argomento, la mozione a tutela dei servizi sanitari a Carrara, approvata con la partecipazione di tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio. Da ricordare, infine, le variazioni di bilancio con cui sono state messe a disposizione dei settori sociale e commercio fondi per aiutare la città a superare l’emergenza covid-19.
Nel corso del 2021, conclude Palma, saremo chiamati a portare a conclusione l’iter di alcuni atti adottati nel 2020, su tutti l’approvazione del P.O.C. dopo aver valutato tutte le osservazioni presentate dai cittadini. Sarà, inoltre, necessario riprendere le fila di temi che a causa della pandemia sono stati accantonati, come il Regolamento sulla Partecipazione, e dotare il Consiglio Comunale di strumenti, sia regolamentari che tecnologici, che gli consentano di farsi trovare sempre pronto ad affrontare le sfide che il futuro ci riserverà, senza che ne risenta il processo democratico.
Infine, la questione ecologica deve ritornare al centro del dibattito, anche come volano per il rilancio economico e sociale. In questo campo la nostra città può fare molto e mi aspetto che il Consiglio venga chiamato più volte a lavorare su questo tema”.
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Erosione costiera: preoccupa la situazione del nostro litorale, sempre più drammatica. Preoccupano però anche le discussioni tra enti che dovrebbero invece lavorare insieme per il bene comune.
“Assistiamo questi giorni a una serie di botta e risposta tra Comune e Regione – interviene Daniele Tarantino, vice presidente nazionale di Confederazione Imprese Italia -. Scontri verbali che non fanno altro che accrescere le incertezze. A ogni mareggiata il nostro litorale va in sofferenza e si vedono sparire metri di spiaggia. Il contrasto verbale tra il sindaco di Massa, Francesco Persiani, e l’assessore regionale all’ambiente, Monia Monni, non giova a nessuno. Il problema dell’erosione sulla nostra costa è un fatto tangibile e si trascina da anni. Ad oggi sono stati fatti tanti interventi, tra cui il ripascimento delle spiagge per consentire ai balneari di poter affrontare le stagioni estive. Tanto resta da fare per cui gli enti, invece di bisticciare su quello che è stato o non è stato fatto, dovrebbero sedersi a tavolino e ragionare insieme su come e dove intervenire, individuare i luoghi a cui dare priorità, programmare per tempo gli interventi necessari. Proseguire in questo modo, tra diverbi e discussioni, alimenta la sfiducia dei cittadini apuani.
"L’auspicio – prosegue il vice presidente Tarantino - è quello di poter assistere prima possibile e una sinergia tra enti in modo da poter affrontare questo grave problema che mette in ginocchio le attività dei balneari. Accogliamo quindi con fiducia la proposta dell’assessore Monni di istituire una task force. Chiediamo di inserire nel tavolo, i tecnici regionali, comunali, le associazioni di riferimento e i comitati. C’è bisogno di discutere la strategia regionale, già elaborata, e verificare eventuali ulteriori azioni da mettere in campo. La stretta collaborazione – conclude fiducioso Daniele Tarantino - ci sembra l’unica strada possibile per affrontare questo preoccupante fenomeno che anno dopo anno sta divorando le nostre coste. Ci vuole l’impegno di tutti”.
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Andrea Barotti, consigliere comunale di Arcipelago Massa, replica a Lega, Benedetti e Persiani nella diatriba sull’erosione del litorale contro la regione.
“La polemica innescata dal Sindaco Persiani ravvivata sia dalla Lega che da Forza Italia, con il Presidente del Consiglio Comunale, nei confronti della Regione Toscana costituisce –esordisce Barotti- quel modo di fare politica che i cittadini, specie in momenti di grave crisi, non sopportano più.”
“Il Presidente della Repubblica –sottoliea- rivolgendosi agli italiani, ha detto che il paese ha bisogno di "costruttori" purtroppo sembra che i destinatari di questa ragionevole considerazione, ossia i politici, non abbiano capito; non hanno compreso in ambito nazionale e, per quanto riguarda il nostro Comune, le principali forze che reggono l'Amministrazione ed il presidente del Consiglio Comunale.”
“Qualcuno attacca l'Assessore Monia Monni, ricordandole che avendo rivestito l'incarico di Consigliere Regionale certi problemi dovrebbe conoscerli. Ebbene se questo fosse il criterio –insinua- potremmo dire che certi ritardi, mancate risposte della Giunta Persiani, su temi di competenza comunale, non possono trovare giustificazione visto che tra le fila della maggioranza ci sono politici di lungo corso.”
“Vorrei chiedere, ad esempio, a Persiani e Benedetti –incalza il consigliere- data la percentuale di materiale recuperato dal Lavarone appresa dall'ultima seduta, quanta sabbia, certificata, sia stata riportata sul nostro litorale; più sabbia separiamo dal rifiuto e meno quantitativi di materiale non autoctono dovranno essere impiegati per il ripascimento.”
“L'Amministrazione dovrebbe collaborare con la Regione mettendo a disposizione i risultati ottenuti dal trattamento del rifiuto spiaggiato.”
“Sarebbe buona cosa invitare la Regione a considerare la possibilità di sperimentare l'ecodragaggio –propone Barotti- recuperando, così, sabbia locale di qualità (depurata da fanghi ed altre sostanze) dal porto di Marina di Carrara, dalle vie d'acqua; si tratta di una tecnologia, approvata dal Ministero dell'Ambiente, che annulla l'impatto ambientale generato dall'uso di sabbia terrestre (estratta da fiume o ricavata da cave), non altera gli equilibri degli ecosistemi e colora di verde i porti”
“Giungere a degli scali marittimi green –sottolinea- è l'obiettivo su cui lo Stato, con Fincantieri, ha investito e che, a pieno titolo, può entrare nelle politiche di sviluppo sostenibile promosse, con Il Recovery fund, dall'Unione Europea.”
“L'esperienza poco felice fin qui maturata –conclude Barotti- mi spinge ad evitare di lanciare un invito a chi non vuol sentire, perciò mi rivolgerò direttamente all'Assessore Monia Monni ed all'Autorità portuale competente su Marina di Carrara per capire se vi sia la volontà e l'interesse ad esaminare la mia proposta e a dar vita, nell'interesse della Comunità, del lavoro e dell'ambiente, ad un dialogo istituzionale.”
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"Gli ambientalisti dovrebbero unirsi agli autotrasportatori nel pretendere la manutenzione ordinaria di ponti e strade insieme al potenziamento delle infrastrutture esistenti e alla realizzazione di nuove per meglio organizzare il traffico di mezzi pesanti e civili ed alleggerire la pressione sulle storiche vie di collegamento". La replica alla sezione locale di Italia Nostra, anche se si tratta più di un affiancamento nelle richieste, è di Fita Cna.
"Ponti e strade sono a rischio perché le manutenzioni sono scarse, quando inesistenti, e si investe poco nel potenziamento e nella sicurezza della rete viaria ed infrastrutturale. Lo abbiamo visto con il Ponte Morandi e con il Ponte di Albiano Magra per citare i due casi a noi più vicini. Questa è la verità. – spiega Massimo Ricci, portavoce degli autotrasportatori di Cna – Le aziende che effettuano trasporti eccezionali per ottenere le autorizzazioni previste dalla normativa per poter effettuare tali trasporti, pagano una tassa di maggior usura strade finalizzata a finanziare tutta una serie di interventi di manutenzione dei manti stradali e delle infrastrutture interessate. Il problema non sono i mezzi pesanti ma infrastrutture obsolete e limitate. Serve un piano di manutenzioni periodico e servono nuove varianti per alleggerire il traffico laddove ci sono infrastrutture come porti, aree artigianali e industriali".
Fita Cna prosegue: "circa il 90% delle merci viaggia su gomma in Italia. – spiega l'associazione – E' questo il dato da cui partire. Ambientalisti e autotrasportatori dovrebbero lavorare insieme per quello che è un obiettivo di comunità e non di settore. La tragedia delle nostre strade non sono i mezzi pesanti, che sono imprescindibili per l'economia locale e nazionale, ma l'assenza di un serio piano di manutenzione e potenziamento delle nostre infrastrutture stradali".
"Nello specifico per quel che concerne le infrastrutture presenti nel percorso citato da Italia Nostra, facciamo presente che il lungomare di Marina di Carrara è una strada a 4 corsie ed è interessata dal transito dei veicoli pesanti solo nel periodo invernale, quando le presenze turistiche sono estremamente ridotte ed il traffico veicolare in genere è limitato. Il ponte sul Parmignola, inoltre, è un'infrastruttura recentemente realizzata (da meno di 10 anni) e collaudata; l'Ente proprietario, infatti, ne rilascia relativa autorizzazione al transito come previsto dal Codice della Strada".
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