Politica
Cava Fornace, il gruppo di maggioranza di Montignoso replica alla Lega: “Basta propaganda, serve responsabilità istituzionale”
Il gruppo di maggioranza del Consiglio Comunale di Montignoso ha deciso di intervenire in merito alle dichiarazioni della Lega su Cava Fornace per fare chiarezza e riportare il…

Piano parcheggi per Marina di Carrara che tenga conto delle esigenze dei residenti: la richiesta di Associazione Arca
Marina di Carrara, città di mare e meta turistica estiva, vive ogni anno un incremento esponenziale di presenze durante i mesi caldi. Se per i visitatori questa è…

"Massa e Ospedale del Cuore sono un esempio importante dell'impegno umanitario dell'Italia": l'onorevole Bergamini di Forza Italia visita i bambini palestinesi curati a Massa
L'onorevole Deborah Bergamini, vicesegretario nazionale di Forza Italia, ha visitato nella mattinata di giovedì 14 agosto 2025 l'ospedale del cuore di Massa, OPA. Bergamini,…

Privilegiati, beneficiati dalla politica e responsabili del degrado di Massa: Brunetti e Rivieri di Indipendenza si scagliano contro Persiani e Forza Italia
Durissimo attacco all’amministrazione massese del sindaco Francesco Persiani e a Forza Italia Toscana arriva dai responsabili comunali e provinciali di Indipendenza, Gian Luca Brunetti e Mauro Rivieri, peraltro…

"Giravolta del Pd sui beni estimati": il consigliere Martinelli ripercorre la vicenda in consiglio regionale
Si riaccende la polemica sui beni estimati. Il consigliere comunale di Carrara Matteo Martinelli interviene per ricostruire i passaggi della vicenda durante il periodo in cui consigliere regionale…

"Piscina di Carrara, probabile buco nell'acqua": la critica di Giuseppe Bergitto segretario comunale di Forza Italia Carrara
Giuseppe Bergitto, segretario Forza Italia Carrara, relaziona sul caso dei lavori ancora non ultimati alla piscina di Carrara centro: "L’annosa vicenda della piscina di Carrara centro da un…

Caldo torrido e fontane spente a Massa: la segnalazione di Italia Nostra Massa Montignoso
Fontane a secco a Massa, Italia Nostra Massa Montignoso torna a rivolgersi al sindaco: "Abbiamo più volte denunciato la cattiva manutenzione delle nostre fontane pubbliche e solo…

Il Polo P&S: in via Pisa la riparazione stradale è durata meno di 24 ore
“Questa mattina mentre andavo al lavoro percorrendo via Pisa ho dovuto constatare come la riparazione stradale effettuata ieri mattina sia durata meno di ventiquattro ore e così ho…

Amministrazioni accusate di abusivismo che restano in silenzio: Rifondazione Comunista Massa chiama in causa Massa e Montignoso sull'aeroporto del Cinquale
Ancora dubbi sull'aeroporto del Cinquale da parte di Rifondazione Comunista Massa: "Che il progetto vincitore della gara del Comune di Massa per la gestione dell'Aeroporto del Cinquale non…

"Il Consorzio torni a essere trasparente e super partes”: l'appello di Maria Teresa Baldini
«Difendiamo il territorio» – dichiara Maria Teresa Baldini, consigliera del Consorzio di Bonifica Toscana Nord – «perché la gestione di un ente così strategico deve basarsi su trasparenza,…

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Una descrizione idilliaca e virtuosa della gestione dell’aeroporto del Cinquale sotto le amministrazioni dem, quella fatta sulla stampa locale dalla segretaria Claudia Giuliani, che tuttavia si scontra – dati alla mano, con una realtà che dice tutt’altro. A smentire la Giuliani e a mettere a tacere i dubbi che la segretaria dem ha cercato di sollevare al riguardo è il dottor Pierlio Baratta, esperto di finanza e ex assessore al bilancio della prima giunta Persiani, quella che, per l’appunto, emanò il bando per la gestione dell’aeroporto del Cinquale. “Le dichiarazioni della segretaria del Pd di Massa relative all’aeroporto del Cinquale, in qualche modo mi chiamano in causa, dal momento che ero assessore al bilancio nel comune di Massa quando venne emesso il bando per l’ampliamento dell’aeroporto, per cui ritengo doveroso riepilogare la sequenza dei fatti con la massima precisione e correttezza. Quando si insediò la prima amministrazione Persiani, trovò un buco da 300 mila euro, relativo alla gestione dell’Aeroporto del Cinquale a carico di Aeroclub Marina di Massa, associazione storica con un illustre passato, che ha gestito l’aeroporto del Cinquale per oltre sessant’anni, ma che, in quel momento risultava insolvente da dieci anni. A far diventare Aeroclub soggetto debitore nei confronti del comune di Massa, era stata la scarsa capacità amministrativa di alcuni soci e la generale tendenza a considerare la struttura pubblica dell’aeroporto del Cinquale come un luogo di semplice divertimento per un ristretto gruppo di appassionati di volo. Il problema, in tutta la sua entità, era già stato preso in considerazione durante l’amministrazione precedente, tanto che lo stesso sindaco Alessandro Volpi, aveva fatto due decreti ingiuntivi e autorizzato dei pignoramenti per porre rimedio al notevole danno erariale. Tuttavia, nessuno dei provvedimenti firmati da Volpi aveva avuto un seguito effettivo. Quando mi sono insediato, con la giunta Persiani, come assessore al bilancio con delega al patrimonio, e ci siamo resi conto della gravità del danno erariale connesso all’aeroporto del Cinquale, abbiamo deciso di intervenire per riportare la situazione alla regolarità ed abbiamo proposto ad Aeroclub un accordo per un piano di rientro, nel quale era prevista anche l’emanazione di un bando di gara per potenziare la funzionalità dell’aeroporto e renderlo più efficiente. Quel bando è stato studiato e redatto da me insieme all’allora assessore ai lavori pubblici Marco Guidi e all’allora dirigente Fernando Della Pina, persona di grande competenza, che oggi riveste un incarico regionale. Il bando è quello che è stato correttamente vinto dalla società svizzera TrueStar Real Estate, un player internazionale che sta avviando un importante progetto di “Versilia diffusa” che punta a migliorare tutta l’aerea attigua all’aeroporto, portando grandi investimenti in loco e una ricaduta economica positiva per tutto il territorio. Quindi una logica non più basata sullo sfruttamento di un luogo pubblico per mero clientelismo – storia, fra l’altro, non priva di vicende dalle tinte fosche – ma un progetto che porti un affettivo miglioramento al tessuto economico e sociale della zona”.
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Un passo decisivo e immediato per affrontare l’emergenza abitativa e ridare dignità a chi attende da tempo una casa. La Giunta comunale ha approvato una delibera strategica e coraggiosa. Grazie a uno stanziamento straordinario di 270.000 euro di risorse comunali, verranno riqualificati e resi rapidamente abitabili fino a 15 alloggi popolari, attualmente inutilizzati, che saranno restituiti in tempi brevi alla disponibilità del Comune per essere assegnati a famiglie in difficoltà. L’intervento, frutto di una convenzione operativa con ERP Massa Carrara S.p.A., punta ad abbattere il numero di alloggi sfitti e ad aumentare il numero di assegnazioni già rese più rapide e trasparenti dall’Amministrazione Persiani, per sbloccare la disponibilità abitativa e offrire risposte reali, tempestive e concrete a chi è in attesa.“Oggi non facciamo un annuncio, ma prendiamo un impegno reale verso chi ha bisogno. Di fronte a un’emergenza reale e urgente, abbiamo scelto di rispondere con un’azione forte, concreta e autonoma. Il nostro obiettivo è chiaro: ridurre drasticamente i tempi di attesa per un alloggio pubblico, restituire dignità a tante persone in difficoltà e rimettere in moto un patrimonio pubblico prezioso. Non ci siamo limitati ad attendere ed utilizzare nel migliore dei modi le risorse esterne: abbiamo deciso di agire investendo 270.000 euro comunali per trasformare immediatamente immobili chiusi in nuove opportunità abitative. È un investimento non solo economico, ma sociale e umano. Le politiche per la casa sono al centro della nostra azione politica: dopo aver destinato oltre 750.000 euro al contributo affitto negli ultimi 2 anni, ora interveniamo direttamente sul patrimonio ERP. Questo è il nostro modo di governare: con responsabilità, con coraggio, con visione.”
Francesco Mangiaracina, Assessore alle Politiche Abitative:“L’amministrazione Persiani sta segnando un prima e un dopo nelle politiche abitative di questa città. Questo intervento – completamente finanziato con fondi comunali – ci permette di riattivare fino a 15 alloggi in pochi mesi, una risposta immediata e strutturale per abbattere le liste d’attesa. È un’operazione importantissima, sia per lo sforzo economico che per la visione politica: con questa delibera portiamo avanti una strategia che unisce interventi urgenti e programmazione di lungo periodo. Ma c’è di più: questo intervento si inserisce dentro una strategia più ampia, che include l’importante accelerazione registrata nelle assegnazioni, la costruzione di nuovi alloggi in arrivo nel 2026 nel complesso dell’ex mattatoio e lo sviluppo dei progetti di Housing First, già attivi e che espanderemo nei prossimi mesi. Chi ha bisogno di una casa, a Massa, trova un’amministrazione che agisce e non promette.”
Luca Panfietti, Presidente di ERP Massa Carrara S.p.A.:“Accogliamo con grande favore l’impegno del Comune di Massa, che con questa delibera dimostra visione e responsabilità. Siamo pronti a intervenire con l’obiettivo di riconsegnare velocemente circa 15 alloggi pienamente efficienti e a norma. Il nostro lavoro sarà improntato alla massima efficacia e trasparenza. Con lo sforzo di ERP e l’ Amministrazione di Massa gli alloggi da ripristinare sono già scesi da più di 100 a 72, di cui 29 in corso di ristrutturazione. Gli alloggi non finanziati sono ad oggi 43 e con questo finanziamento del Comune potranno scendere ulteriormente sotto i 30 alloggi sfitti. Bisogna altresì ricordare che ogni anno vengono riconsegnati alloggi ad ERP per numerosi motivi; decessi, sfratti e trasferimenti e che il saldo degli alloggi da ristrutturare è dunque sempre dinamico” Il patrimonio ERP nel territorio di Massa-Carrara presenta sfide importanti: quasi il 74% degli alloggi è stato costruito prima del 1970, rendendo ogni intervento di riqualificazione più complesso e urgente. In questo contesto, l’azione del Comune di Massa si conferma come una delle poche realtà in Toscana capaci di intervenire con fondi propri e tempi rapidi sulle criticità strutturali.L’Amministrazione conferma così una linea chiara e determinata: politiche abitative come priorità, attraverso il sostegno diretto ai cittadini con contributi economici, la riattivazione del patrimonio ERP, l’ottimizzazione delle assegnazioni, e l’implementazione di soluzioni innovative come l’Housing First. Tutto questo con un unico obiettivo: rispondere con dignità, concretezza e tempestività a chi è in difficoltà. Per il Comune di Massa, la casa è un diritto. E oggi questo diritto trova risposte vere.
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Consumerismo No Profit e U.Di.Con. (Unione per la Difesa dei Consumatori) hanno assegnato oggi all'Onorevole Andrea Barabotti il prestigioso "Onorevole Consumatore Award" in riconoscimento del suo significativo impegno nella difesa dei diritti dei consumatori, in particolare nel contrasto al telemarketing aggressivo e illegale. La cerimonia di premiazione si è svolta presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati.Il Deputato Barabotti, esponente della Lega, è stato premiato per la sua azione concreta su più fronti. Tra le motivazioni del premio spicca il suo ruolo di primo firmatario della proposta di legge C.2045, volta a inasprire le norme contro gli abusi nel settore del telemarketing e a proteggere i consumatori da chiamate indesiderate e pratiche commerciali scorrette.Oltre al suo impegno contro il telemarketing, il Deputato Barabotti è stato riconosciuto per il suo ruolo centrale come relatore di provvedimenti in materia di energia del Governo Meloni, dimostrando la capacità di bilanciare le esigenze del mondo produttivo con la tutela dei consumatori e dei soggetti vulnerabili.Il "Consumatore Award" è un'iniziativa di Consumerismo No Profit e U.Di.Con. dedicata ai politici che si sono distinti nella tutela dei diritti dei cittadini-consumatori. Quest'anno, oltre a Barabotti, sono stati premiati anche Pierantonio Zanettin, Alberto Luigi Gusmeroli e Carmen Letizia Giorgianni."I leghisti sono abituati a fare politica dal basso, accogliendo le istanze dei cittadini. Per questo motivo, sono onorato da questo riconoscimento che arriva da due primarie associazioni di consumatori, un riconoscimento che mi stimola a portare avanti le nostre battaglie con sempre più determinazione," conclude Barabotti.
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Arriva da Arca un'attenta anilisi sul sito dell'ex hotel Mediterraneo: "Tra cementificazione, vincoli ignorati, opportunità PNRR mancate e democrazia dimezzata, la storia dell’ex Mediterraneo a Marina di Carrara è un paradigma nazionale delle contraddizioni ambientali e urbanistiche del nostro tempo. Nel cuore di Marina di Carrara, una colata di cemento lunga oltre un decennio racconta molto più di un cantiere abbandonato: è la radiografia di un’intera politica urbana, fatta di vincoli elusi, promesse mancate e verde pubblico cancellato. Questo dossier documenta i passaggi tecnici e amministrativi che hanno trasformato un giardino vincolato in un’area degradata, e solleva interrogativi sulla gestione dei beni comuni, sull’uso distorto dei fondi europei e sulla crisi della partecipazione democratica. Ma pone anche una domanda semplice e cruciale: vogliamo ancora vivere nel cemento?
Ex Hotel Mediterraneo: un caso emblematico di criticità urbana e ambientale
Negli ultimi anni, l’intera area compresa tra l’ex Mediterraneo, viale Colombo, via Genova e Caravella è stata interessata da numerosi abbattimenti arborei, spesso privi di perizie strumentali e non sempre giustificati da eventi climatici eccezionali, come il downburst del 2022. Tali abbattimenti non sono mai stati accompagnati da un autentico piano di reimpianto vegetale, trasparente e verificabile. Nel frattempo, l’amministrazione ha continuato a evocare termini come “well life” (forse intendendo “well being”), “rigenerazione urbana” e “turismo sostenibile”, promuovendo progetti e fondi europei mentre, concretamente, il paesaggio viene eroso pezzo dopo pezzo. Non si tratta soltanto di un cantiere abbandonato o di un albergo demolito. L’ex Hotel Mediterraneo è il cuore simbolico di un modello urbano fallimentare, un microcosmo di contraddizioni che si estende all’intera zona portuale e cantieristica di Marina di Carrara: un territorio gravemente compromesso da traffico pesante, emissioni industriali, speculazioni fondiarie e una gestione opaca del verde pubblico. Documenti tecnici, giuridici e ambientali impongono una svolta: occorre ripensare in modo radicale le politiche urbane, a partire dalla riconversione delle aree dismesse in spazi verdi pubblici, fruibili e sani.
- Un vuoto urbano nel cuore della città Nel centro di Marina di Carrara, tra via Genova e via Nazario Sauro, a pochi metri dal mare e dalla sede della Guardia di Finanza, si estende oggi una colata di cemento di oltre 5.500 metri quadrati. Qui sorgevano l’Hotel Mediterraneo, il Cinema Vittoria, la Casa del Portuale e un giardino pubblico vincolato. Tutto demolito per far posto a un complesso edilizio privato con albergo e parcheggio interrato da 111 posti. Il progetto è rimasto incompiuto, ma la colata di cemento è rimasta: fondazione di 80 cm, solaio di 25 centimetri, parcheggio interrato allagato e inutilizzabile.
- Un giardino pubblico cancellato Il giardino storico, sottoposto a vincolo paesaggistico (D.lgs. 42/2004, artt. 10, 134, 142), fu rimosso con autorizzazione paesaggistica n. 118/2012, a condizione del ripristino integrale al termine dei lavori (art. 146). L’impegno è stato disatteso. Il giardino non è mai stato ripristinato. L’area, chiusa e impermeabilizzata, è sottratta all’uso collettivo da oltre dieci anni. Va aggiunto che l’intera autorizzazione era viziata da un presupposto inverosimile: ripristinare un giardino sopra una soletta pensile.
- Concessioni scadute e responsabilità eluse
- Titoli edilizi scaduti nel 2013 per mancato avvio dei lavori;
- Concessione demaniale decaduta nel 2014;
- Vincoli contrattuali disattesi: l’ex Casa del Portuale, ceduta nel 1939 al Comune con vincolo d’uso, in caso di variazione prevedeva il pagamento del “giusto prezzo” stimato con perizia. Nel 2014, valutata in 1,7 milioni di euro, la cifra fu definita “pretestuosa” dalla società proprietaria, senza che il Comune intraprendesse azioni per il recupero;
- Fideiussione da 800.000 € riscossa dal Comune dopo causa legale, da destinare alla riqualificazione del giardino e della pineta, ma tuttora senza tracciabilità sull’utilizzo.
- Acquisto pubblico con rinuncia ai diritti Nel 2022 il Comune ha acquistato l’area per 1,28 milioni di euro (+ IVA), chiudendo il contenzioso (R.G. 1773/2016) e rinunciando:
- al ripristino del giardino, mantenuto illegalmente oltre scadenza;
- a ogni pretesa risarcitoria;
- al valore accertato dell’area nel 2014. Un atto che legittima l’inadempienza della proprietà privata, configurando un potenziale danno erariale (D.lgs. 174/2016, art. 52) e una grave violazione dell’interesse pubblico.
- Cemento sotto il tappeto: maquillage da 50.000 euro Nel 2023 l’Amministrazione ha speso quasi 50.000 euro per installare una recinzione opaca e impattante, presentata come intervento di “riqualificazione visiva”. Una soluzione puramente cosmetica: il degrado rimane, solo nascosto alla vista. Si tratta di una "pulizia visiva" che occulta, ma non risolve.
- Un degrado che va oltre l’estetica: le criticità tecniche Secondo la relazione dell’ing. Ottani:
- la falda acquifera si trova a 30 cm dal piano campagna;
- l’interrato è instabile e zavorrato con 2 metri d’acqua, senza alcuna valutazione sanitaria (es. rischio legionella);
- gabbioni metallici occupano il 32% del parcheggio, durano meno di 10 anni e hanno un bilancio statico insostenibile;
- materiali di scavo non analizzati pubblicamente, conferiti a un impianto già indagato per smaltimenti illeciti;
- documentazione geologica mancante e nessun monitoraggio su cedimenti negli edifici vicini. Un quadro che impone verifiche immediate da parte di ARPA/ISPRA e un piano di sicurezza sanitaria (D.lgs. 81/2008).
- Partecipazione pilotata e democrazia dimezzata Il processo partecipativo promosso dal Comune ha escluso l’opzione più radicale e coerente: demolire il cemento, restituire suolo vivo. Nessun campionamento rappresentativo, linguaggio binario, assenza di confronto pubblico sui dati tecnici. Le alternative discusse erano tutte fondate sul mantenimento del basamento in cemento:
- cementificazione mascherata da verde pensile;
- edilizia leggera ecosostenibile;
- ripresa del progetto originario (un albergo).
Lo stesso processo partecipativo ha tuttavia evidenziato, non solo nel suo “nomadismo” itinerante alla ricerca di un luogo, ma anche nei contributi dei cittadini, la necessità di uno spazio pubblico multifunzionale, con funzioni culturali, educative e aggregative. Alcuni hanno avanzato proposte orientate alla bioedilizia: edifici a impatto quasi zero, realizzati con materiali naturali e reversibili, destinati a laboratori, sale civiche, coworking, spazi verdi coperti e aperti alla cittadinanza. Esempi simili sappiamo già essere realtà in molte città italiane – dal Bosco di Ostia al Parco Dora di Torino – dove l’architettura sostenibile è stata adottata per riqualificare ex aree industriali, come anche il piccolo “Teatro di Terra” a Carrara. Purtroppo, però, nessuna di queste proposte ha messo in discussione il presupposto più illogico: la permanenza della colata di cemento. la vera sfida è costruire senza sigillare il suolo perché il cemento impedisce all’acqua piovana di infiltrarsi provocando aumento delle acque di ruscellamento, perdita della ricarica delle falde acquifere, morte biologica del suolo sottostante, aumento delle isole di calore urbane. Anche chi si mostrava sensibile alla bioarchitettura ha accettato come inevitabile quel basamento, vanificando in partenza la coerenza ecologica delle ipotesi progettuali: la coltre di cemento quale precondizione tacitamente accettata che struttura il campo del dibattito. È questa la vera contraddizione: parlare di sostenibilità, ma sopra 5.500 mq di calcestruzzo. Green superficiale, stricto sensu e non solo.
- Verde pensile o foglia di fico? Il “verde pensile” proposto assomiglia più a una foglia di fico che a un progetto ecologico:
- terreno troppo sottile per piantare alberi;
- costi alti di irrigazione e manutenzione;
- assenza di biodiversità reale;
- parcheggio interrato non agibile senza nuovi investimenti.
Inoltre, si configura:
- una violazione normativa: il giardino storico non è stato ripristinato (D.lgs. 42/2004);
- un processo partecipativo predeterminato, con esclusione delle vere alternative.
- Opportunità PNRR ignorate L’area poteva accedere a:
- Missione 2 (Green): 275.000 € per deimpermeabilizzazione dei suoli;
- Missione 5 (Inclusione): fondi per verde urbano. Nessuna progettazione alternativa risulta attivata.
- Un terreno che non poteva essere venduto L’area era parte del patrimonio indisponibile dello Stato, assegnata alla Guardia di Finanza. La sua successiva riclassificazione come disponibile (atto notarile 28/05/2022) risulta in contrasto con:
- art. 823 c.c.;
- L.R. Toscana 65/2014. Possibile violazione del principio di inalienabilità dei beni pubblici.
- Le voci rimaste inascoltate Tra il 2013 e il 2016, l’arch. Claudia Bienaimé presentò numerose interpellanze consiliari, mai realmente discusse. Un ulteriore segnale di chiusura e opacità che ha attraversato le diverse amministrazioni.
Conclusione – La vera scelta: cemento o città vivibile Marina di Carrara ha ancora davanti un bivio:
- continuare a mascherare il fallimento con maquillage costosi;
- oppure demolire il cemento, restituire suolo vivo, ripristinare il giardino pubblico, dare nuova vita alla città.
Il vincolo paesaggistico è tuttora vigente, e l’obbligo di ripristino è chiaro. L’ex Hotel Mediterraneo è il simbolo di una città che promette rigenerazione urbana ma produce solo vuoti, fondi PNRR ignorati, spazi pubblici cancellati e memoria collettiva dissolta.
Per invertire la rotta servono coraggio, trasparenza: serve una svolta che non è (solo) tecnica, ma (soprattutto) culturale e politica.
E, soprattutto, serve una cittadinanza attiva, vigile, consapevole. Noi non siamo esperti, ma ci impegniamo a interpretare i dati con onestà. Chiediamo il supporto di chi ha saperi tecnici, mossi non da interessi personali, ma per etica della res publica. E non sarebbe poco"
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È stato accolto dal governo l’ordine del giorno presentato dall’onorevole Andrea Barabotti, che delinea una strategia chiara e sostenibile per lo sviluppo del porto di Marina di Carrara, conciliando le esigenze del comparto produttivo con le legittime aspettative del settore turistico e dei comuni costieri coinvolti. L’iniziativa, illustrata alla stampa lo scorso 28 giugno dal deputato della Lega, è stata poi condivisa e perfezionata in stretta collaborazione con il collega on. Alessandro Amorese. Il testo punta a riaprire un confronto approfondito sul futuro dello scalo nel rispetto dell’equilibrio ambientale e paesaggistico del litorale apuano e versiliese, attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico nazionale. Tra gli impegni assunti dal governo figurano la promozione di dragaggi tempestivi e la definizione di modalità per rendere strutturali gli interventi di ripascimento, anche valorizzando i depositi sabbiosi presenti al largo della costa. Il Parlamento chiede inoltre di sostenere concretamente il comparto della nautica, valutando il finanziamento per la realizzazione di un Travel lift, infrastruttura strategica per l’operatività e la competitività del settore. Infine, l’ordine del giorno imprime un nuovo slancio alla realizzazione di un’opera fondamentale per il territorio: il raddoppio ferroviario della Pontremolese, cruciale per rafforzare i collegamenti della Lunigiana e dell’intera provincia.“Un grande risultato per il nostro territorio – dichiara l’onorevole Andrea Barabotti – che conferma la centralità della nostra azione politica e l’attenzione del governo verso le istanze che arrivano da chi vive e lavora quotidianamente nell’area. Ringrazio le forze di maggioranza, il collega Alessandro Amorese per il prezioso lavoro svolto insieme sull’ultima stesura del testo, il viceministro Edoardo Rixi per la sensibilità e la competenza dimostrate sul tema, e soprattutto il Ministro Matteo Salvini, il cui sostegno e la visione strategica in materia di infrastrutture si sono rivelati determinanti.”
“Nell’interesse del nostro territorio – aggiunge l’onorevole Alessandro Amorese – ho collaborato con serietà all’ultima stesura del testo, certo che questo ordine del giorno rappresenti un passo concreto verso uno sviluppo equilibrato del nostro porto e dell’intero sistema infrastrutturale provinciale.”
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Una buca profonda e molto larga presente sul manto stradale di via Pisa a Marina di Massa è diventata un grande pericolo per l’incolumità di ciclisti e motociclisti. La segnalazione al comune e alla polizia municipale l’hanno fatta Stefano Benedetti presidente dell’associazione Massa Città Nuova e Mauro Rivieri, responsabile Movimento Indipendenza: “Ricordiamo che la responsabilità della salute dei cittadini è del sindaco e che quindi è necessario agire tempestivamente per eliminare il pericolo. Ormai le cause e le richieste di danni inoltrate presso il comune per incidenti e traumi subiti, a causa di una palese mancanza di sicurezza nelle strade, sono centinaia, ma non solo. Siamo a conoscenza di gravi danni fisici subiti da motociclisti e persone cadute con la bicicletta e ciò non fa merito a nessuno, soprattutto perché siamo una città turistica che nel periodo estivo accoglie migliaia di persone. In questi giorni abbiamo effettuato un accurato sopralluogo insieme ad alcuni residenti nella fascia di costa che va da Via San Giuseppe Vecchio a Viale della Repubblica, dove insistono importanti articolazioni stradali che ospitano appunto residenti turistici come Via Firenze, Via Magliano, Via Arezzo, Via Modena, Via Pandolfino e altre: una zona dove manca completamente la manutenzione stradale e che al contrario abbisogna di un rifacimento complessivo perché il manto stradale è ormai obsoleto e pericoloso. Tutto ciò, è estremamente vergognoso, perché va ad aggiungersi alla carente manutenzione generale di tutta la costa, dal verde alle spiagge libere. È maggiormente inaccettabile che una città che viene proposta dal sindaco come Capitale della Cultura si trovi in queste pietose situazioni”.
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"La recente mareggiata estiva, come era ampiamente prevedibile e previsto, si è portata viia l'ultimo ripascimento sulla costa di Marina di Massa: la sabbia si è persa in mare e i soldi pubblici pure" lo hanno fatto notare da Italia Nostra Massa Montignoso che ha aggiunto. "Tutti parlavano di interventi strutturali ma quali debbano essere nessuno lo ha ancora né capito né spiegato.Nel frattempo si continua a parlare di ampliamento del porto, che è la causa principale dell'erosione a Marina di Massa, senza che il problema dell'erosione sia stato minimamente avviato a soluzione. Dopo che per anni si è continuato a dire che la spiaggia diminuisce perché il Magra non dà più sabbia, evitando di parlare degli effetti del porto, sembra comunque stia affiorando una certa consapevolezza che in realtà gli apporti di questo fiume sono ripresi dopo che il saccheggio degli inerti è stato bloccato e quindi si riparla di dragare il Magra, ovviamente in maniera controllata e programmata ai soli fini del ripascimento.Per ora però questo ripascimento è stato fatto con successo solo dalla Regione Liguria sulle spiagge di Marinella e Fiumaretta.Quando si capirà che la Regione Liguria va coinvolta e che senza la sabbia del Magra si va poco lontano visto che è stato il Magra con le sue sabbie a formare il nostro litorale ? Il resto sono chiacchiere e poco di più".
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È ufficialmente partita da poche settimane l'ultima fase della raccolta firme per il Referendum consultivo sulla sanità toscana, promosso dal Comitato Referendario Sanità Toscana 2025. Elisa Giovannelli, rappresentante del Gruppo Territoriale M5S di Massa, e Luana Mencarelli, coordinatrice provinciale M5S, annunciano il primo Firma Day a Massa, in programma sabato 12 luglio dalle 19.00 alle 23.00 in piazza Betti a Marina di Massa, dove cittadine e cittadini potranno sottoscrivere la proposta referendaria.Il referendum, sostenuto da una vasta rete di comitati civici e forze politiche — tra cui il Movimento 5 Stelle — punta a rafforzare la sanità pubblica e territoriale in Toscana, riportando al centro il principio costituzionale della tutela della salute come bene primario e universale. Luana Mencarelli sottolinea:«Le difficoltà evidenziate — liste d'attesa sempre più lunghe, servizi territoriali indeboliti, rilievi della Corte dei Conti — confermano la necessità di una riflessione condivisa sul modello organizzativo della nostra sanità. Questo referendum rappresenta uno strumento democratico per restituire voce ai cittadini e avviare un percorso di riavvicinamento tra il sistema sanitario e i territori.» A tutto ciò si aggiunge la responsabilità delle scelte operate a livello nazionale: negli ultimi anni, il governo Meloni ha progressivamente ridotto le risorse destinate alla sanità pubblica, privilegiando altri settori, come quello militare. La recente proposta di scorporare le spese per la difesa dal Patto di Stabilità europeo ne è solo l'ultima conferma. Elisa Giovannelli aggiunge:«Il referendum è un segnale forte per ribadire che la sanità pubblica, in Toscana e in particolare a Massa, non è un costo da contenere, ma un diritto da garantire in modo equo e vicino ai bisogni delle persone. Firmare è un gesto concreto per contribuire a una sanità più giusta, accessibile e radicata nei territori.»
Invitiamo quindi tutte e tutti a raggiungere il nostro gazebo sabato 12 luglio in piazza Betti a Marina di Massa per sottoscrivere la proposta e sostenere insieme la sanità pubblica.
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Finalmente, dopo tanti anni, promossa dal “Comitato dai monti al mare” con “Avenza Si R-Esiste”, alle ore 21 di giovedì 9 luglio si è svolta una manifestazione per le stradine di Via Murlungo e limitrofe. Molti abitanti del posto hanno illuminato la notte con le loro torce, muniti di cartelloni, megafoni, fischietti e tamburelli per fare rumore.Tanto rumore si deve fare per svegliare una politica dormiente e dedita ad interessi che poco hanno a che fare con i reali bisogni dei cittadini.Non si concepisce, o almeno noi non lo capiamo, come la politica, senza entrare nei dettagli della questione, possa solo pensare, di costruire alloggi ERP (Edilizia residenziale Pubblica) destinati ai meno abbienti, in un quartiere dormitorio dove non esiste una farmacia e men che meno un qualsiasi presidio sociale.“Ma la cosa ancor più grave - dichiara Clara Gonnelli presidente dell’ADiC Toscana e membro del “CCAdbr-Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche e la ripubblicizzazione del servizio idrico” - è che si voglia andare a costruire in un’area SIN fortemente contaminata. Che lo sia, non lo diciamo noi, ma lo si trova scritto nello studio denominato <<Caratterizzazione ambientale e modellazione del flusso di falda e trasporto degli inquinanti nel S.I.N./S.I.R. di Massa Carrara finalizzata alla definizione degli interventi di bonifica>> - redatto tra il 2018 e 2019 dalla SOGESID SpA che è la Società in house del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Nelle due campagne idrochimiche furono rilevati addirittura superamenti per 35 sostanze contaminanti appartenenti a 11 famiglie chimiche, tra le quali si evidenziavano alifatici clorurati (cancerogeni e non) ed i metalli. Tutto questo studio doveva essere propedeutico alla messa in sicurezza e successiva bonifica del suolo e delle falde ma ad ora, su 16 chilometri quadrati di superficie Sin-Sir, nemmeno il 3 per cento della Falda acquifera e circa il 10 per cento dei terreni risulta bonificato”. E’ sempre lo stesso documento a ricordare che «lo stabilimento Ferroleghe produceva ferrocromo e nell’area sono presenti due bacini di lagunaggio con fanghi contenenti cromo, cromo esavalente ed altri metalli pesanti (Lotto 9 Cumulo N) (…). Al di sopra dei bacini di lagunaggio è presente un cumulo di depositi costituito da scarti di lavorazione con blocchi di marmo e granito, pezzame lapideo e terre sabbiose, fanghi solidificati della segagione del marmo (marmettola), materiale lapideo da demolizione, legno e vegetali. Il cumulo presenta una superficie di 12 mila metri quadrati per un’altezza di circa 18 metri, complessivamente sono stati stimati circa 113.800 metri cubi di materiale (227.600 tonnellate)».“Siamo molto contenti che la mobilitazione sia partita da questa porzione di territorio particolarmente colpita dall’inquinamento. E’ fondamentale che gli abitanti dell’area Sin-Sir acquisiscano consapevolezza della situazione e che la mobilitazione si allarghi. Siamo convinti che solo con la partecipazione si può sperare di avere un esito positivo”“Una situazione così non può durare, ci ha riferito Michela Pinelli di Avenza Si R-Esiste e insieme al comitato Dai monti al mare continueremo la nostra lotta, per evitare questo scempio ambientale e sociale. Lo faremo con altre iniziative sul territorio e valuteranno con gli avvocati del nostro team eventuali itinera legali”. L’ADiC e il CCA dbr, se lo vorranno saranno al loro fianco proseguendo il percorso avviato su questo annoso problema.
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I consiglieri comunali Massimiliano Manuel di Fratelli d'Italia e Massimiliano Bernardi della lista civica tornano a sollevare il velo sullo stato dei lavori allo stadio della Carrarese. "A poco più di un mese dall'inizio del campionato di Serie B, lo scenario è surreale - fanno sapere Manuel e Bernardi - Della nuova Curva Nord non si vede neppure una vite e degli adeguamenti strutturali indispensabili per la categoria non c'è nemmeno l'ombra". ."L'anno scorso correvamo con l'orologio in mano. Quest'anno, semplicemente, non siamo neppure partiti – spiega Manuel – Le promesse abbondano, i lavori no. La nuova stagione è alle porte, ma qui siamo ancora fermi ai proclami". Intanto il malcontento dei tifosi cresce e i due consiglieri, in qualità di portavoce di tifosi e cittadini chiedeno conto all'amministrazione di una situazione che rasenta l'assurdo:"Chiediamo pubblicamente quando inizieranno i lavori, quando finiranno e chi li farà. La società sportiva? Il comune? Un'entità mistica? Perché, finora, è tutto avvolto in un mistero degno di un romanzo fantasy. C'è un tema molto serio: un milione e mezzo di euro votati dal consiglio comunale come impegno preciso per lo stadio. Quei soldi sono soldi pubblici e i cittadini meritano rispetto. È stato votato un impegno chiaro in consiglio, l'amministrazione lo rispetti. Non possiamo accettare che sia stato solo uno stratagemma per farsi belli con il mondo sportivo e raccogliere applausi, salvo poi utilizzare quelle risorse per altro". Manuel e Bernardi chiedono che l'amministrazione spieghi pubblicamente se ci sono state modifiche e de è veramente stato concordato lo spostamento del progetto Art. 21. "Per ora tutto tace dall'amministrazione - concludono i due consiglieri - È evidente che attendere la salvezza matematica nello scorso campionato prima di attivarsi è stato un errore grave. Un errore che oggi paghiamo, con possibili ripercussioni sui risultati sportivi, come già successo lo scorso anno con le trasferte forzate a Pisa e gli allenamenti a Montignoso.Tuttavia, viste le ambizioni della società e dei tifosi, con il progetto Articolo 21 e lo stanziamento votato in consiglio, finalmente anche Carrara potrà avere almeno una struttura sportiva degna del suo nome e – speriamo – completata in tempi non biblici".
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