Politica
Polo Progressista e di Sinistra: "Persiani revochi il mandato all’amministratrice di Asmiu"
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa diffuso dal Polo Progressista e di Sinistra: "Il Polo Progressista e di Sinistra, composto…

Il futuro è Futura: grande successo di pubblico e di consensi per i giovani fondatori dell’associazione di promozione sociale carrarese nella serata evento a Spazio Made
Carrara ha un futuro, anzi, Carrara ha Futura. No, non è il solito, ridicolo e inutile modo di inseguire la parità di genere (solo) a livello…

Elezione del nuovo presidente della Provincia di Massa Carrara il 20 dicembre
Si svolgerà il prossimo 20 dicembre 2025 la tornata elettorale che porterà sindaci e consiglieri comunali del nostro territorio a scegliere chi sarà chiamato a…

Nessun miglioramento nella raccolta dei rifiuti porta a porta: l'ex presidente della commissione ambiente 5 Stelle Montesarchio chiede al sindaco di uscire dall'immobilità
"La situazione della raccolta differenziata porta a porta non accenna a migliorare" lo ribadisce Giovanni Montesarchio, ex presidente della commissione ambiente del movimento 5 stelle che…

Governo indecente che aspira al ritorno al ventennio: Rifondazione Comunista Massa Carrara attribuisce al governo la responsabilità della scritta minatoria comparsa a Massa sul muor del liceo scientifico Fermi
Rifondazione Comunista Massa Carrara si scaglia ferocemente contro Fratelli d'Italia e il centro destra e rinnova il mantra dell'attentato alla democrazia per la scritta "Siete nel mirino" e…

Cermec, massima fiducia nell'assessore Orlandi: la Lista Serena Arrighi
" La lista del sindaco Arrighi fa quadrato intorno alla prima cittadina e all'assessore Orlandi sul caso del Cermec: I consiglieri della Lista Serena Arrighi Sindaco esprimono massima…

Recinzione abbandonata cade a pezzi sulla strada della Foce:i residenti fanno segnalazioni al comune di Carrara ma parte il rimpallo delle responsabilità tra gli uffici
Un vecchio cantiere per costruire delle abitazioni proprio sulla sommità della via Foce, nel comune di Carrara, abbandonato da tempo e una recinzione in legno, ormai…

Arrighi scavalca il Prefetto e fallisce sulla sicurezza. Città abbandonata al degrado
"La gestione della sicurezza urbana da parte del sindaco Arrighi viene strumentalizzata e continua a sollevare perplessità e critiche. Arrighi, consapevole del suo immobilismo, ma anche che la…

No al biodigestore al Cermec: la posizione di Italia Nostra Massa Montignoso
La storia del biodigestore raccontata da Bruno Giampaoli di Italia Nostra Massa Montignoso:"Lavello e Alteta, due antichi luoghi bellissimi del nostro territorio deturpati dalle industrie chimiche tanto che anche…

Apuane: ecosistema o polo di sfruttamento produttivo? I dubbi del Cai di Massa
Le osservazioni ai piani attuativi dei bacini estrattivi che come Club Alpino Italiano abbiamo inoltrato all'amministrazione di Massa ben 4 anni fa hanno avuto un ben preciso obiettivo:…

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I Cobas intervengono contro il nuovo regolamento che attribuisce l'insegnamento dell'educazione civica a docenti di religione cattolica. Per questo motivo molti alunni perderebbero una parte delle ore perché non si avvalgono dell'insegnamento di religione cattolica e quindi si terrebbe un comportamento discriminatorio nei loro confronti.I Cobas tracciano le varie decisioni prese riguardanti l'insegnamento dell'educazione civica:"A decorrere dal 1° settembre dell'a.s. 2020/21, con la Legge n. 92 del 20 agosto 2019, si è istituita la trasversalità dell'insegnamento dell'educazione civica, che tra l'altro prescrive: "Le istituzioni scolastiche prevedono nel curriculum di istituto l'insegnamento trasversale dell'educazione civica, specificandone anche, per ciascun anno di corso, l'orario, che non può essere inferiore a 33 ore annue, da svolgersi nell'ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti."
"Nelle scuole del primo ciclo, l'insegnamento trasversale dell'educazione civica è affidato, a docenti sulla base del curriculum. Nelle scuole del secondo ciclo, l'insegnamento è affidato ai docenti abilitati all'insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche.
"L'insegnamento trasversale dell'educazione civica è oggetto delle valutazioni periodiche e finali previste dal decreto legislativo. L'insegnamento di educazione civica si configura quindi come una materia obbligatoria a tutti gli effetti, il cui voto concorre alla media dei voti nel corso dello scrutinio finale."
Per questi motivi l'insegnamento della disciplina deve essere uguale per tutti gli alunni, ma questo non viene fatto dal momento che chi non segue l'insegnamento della religione cattolica, perderà di conseguenza le ore di educazione civica. Questo porterà a una valutazione diversa dal resto della classe, in quanto non può essere considerata la quota di tale insegnamento, svolta dall'insegnante di religione cattolica, in loro assenza.
I Cobas evidenziano: "Si mette in atto una discriminazione nei confronti degli alunni che perderanno le ore della materia. Alla luce di quanto detto si segnala a codesta Amministrazione Scolastica che affidare moduli di insegnamento dell'Educazione Civica al/alla docente di Religione Cattolica comporterebbe l'emergere di situazioni discriminatorie, come sopra riportato. Si avverte la SV che le scriventi associazioni saranno al fianco delle famiglie e degli studenti che si impegneranno per ottenere la cessazione dell'eventuale comportamento discriminatorio illegittimo e per il risarcimento del danno nelle sedi opportune."
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Ancora un'audizione alla Camera per trovare una soluzione per i lavoratori della Sanac. Ieri, 3 novembre, è stata la volta del governo, rappresentato dal viceministro Alessandra Todde.
L'incontro voluto dall'onorevole Martina Nardi (Pd), presidente della commissione attività produttive, ha permesso di fare ulteriore chiarezza su tutta la vicenda. "La situazione della Sanac - ha spiegato la Nardi resta complessa, ma il governo ha nuovamente confermato la volontà di fare la propria parte" . Una cosa pero' non è piaciuta all'onorevole Nardi ed è per questo che ha voluto farla presente alla viceministra.
"Ho fatto presente ad Alessandra Todde che ritengo incomprensibile e in qualche modo inaccettabile che, Acciaierie D'Italia si sia detto non interessato a partecipare all'audizione. Inaccettabile perché Acciaierie D'Italia è una società partecipata di Invitalia e lo sarà ancora di più da qui a maggio e quindi quando chiamata dalla camera dei deputati, dovrebbe intervenire".
L'onorevole massese sta seguendo la vertenza dall'inizio ed è per questo che ha deciso attraverso queste audizioni di incontrare tutti i protagonisti. "Sulla situazione di Sanac non ci arrendiamo - prosegue Nardi - vogliamo risposte concrete da dare a queste famiglie". La viceministro Todde ha assicurato tutto il suo impegno. "Continueremo a monitorare la vicenda di Sanac - ha spiegato Alessandra Todde - anche ricercando soluzioni che possano garantire a Sanac una continuità produttiva e la tutela di tutti i lavoratori coinvolti". Questa è la paura più grande, la possibilità di una riduzione delle attività che potrebbe subire una consistente riduzione già dalla prossima settimana. "Anche in questo caso - ha concluso la Nardi - noi faremo la nostra parte. La politica deve usare tutti gli strumenti a sua disposizione per dare certezze a questi operai".
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«Per la SANAC S.p.A. di Massa Carrara serve una soluzione adeguata, un’azione di livello nazionale capace di salvaguardare lo storico sito da anni coinvolto in una vertenza complessa, non solo per il nostro territorio ma per il comparto siderurgico del Paese. Anche la Regione Toscana può fare la propria parte attivandosi presso il Governo a partire dal percorso di consultazioni avviato dalla Commissione attività produttive della Camera, con l’obiettivo di garantire la produzione e l’occupazione delle professionalità, facendo rientrare il sito nel piano generale di rilancio dell'industria siderurgica nazionale. E affinché sia completata l’acquisizione di SANAC S.p.A. da parte di Acciaierie d’Italia. Un processo avviato nel 2019 e non ancora concluso su cui la Regione Toscana, a settembre scorso, ha chiesto la convocazione di un tavolo nazionale che avrebbe dovuto riunirsi prima della fine del mese, termine di scadenza per l’acquisizione». È quanto dichiara Giacomo Bugliani, consigliere regionale Pd e presidente della Commissione affari istituzionali attraverso la mozione “In merito alle prospettive occupazionali e di mercato di SANAC S.p.A., con particolare riferimento allo stabilimento di Massa”.
«Lo stabilimento di Massa Carrara opera in un settore strategico e garantisce ottimi risultati produttivi nel campo dell’industria refrattaria europea – continua Bugliani - Come sottolineato dalle organizzazioni sindacali, la mancata definizione dell’acquisto di SANAC S.p.A. provocherebbe l’attivazione della cassa integrazione per il 50 per cento dei lavoratori, oltre alla possibile chiusura di alcuni stabilimenti dell’azienda. Prospettive che hanno indotto le organizzazioni sindacali a proclamare lo sciopero generale del 12 novembre. La SANAC di Massa Carrara è una delle aziende più solide fra quelle operanti nel campo dell’industria refrattaria, con una capacità produttiva pari a circa 69.000 tonnellate all’anno. Una realtà su cui l’impatto della pandemia ha determinato una riduzione delle produzioni di circa il 40 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – conclude Bugliani - A fronte dell’attuale fase di ripartenza dell’economia e della produzione è necessario intervenire immediatamente al fine di ripristinare la normalità dei rapporti industriali e scongiurare una crisi ingiustificata che andrebbe a colpire una realtà occupazionale irrinunciabile per il nostro territorio, già messo a dura prova dalla crisi dovuta all’emergenza sanitaria».
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No, Aldo Giubilaro non si candida a sindaco di Carrara. Smentisce le voci che si sono rincorse circa un suo auto caldeggiarsi candidato a sindaco, precisa che è stato contattato da rappresentanti di forze politche ma, a questo proposito, conferma il suo diniego alla proposta. L'ex Procuratore della Repubblica di Massa oggi in quiescenza spiega in un comunicato la sua decisione di restare lontano da incarichi politici, pur ringraziando per la scelta ricaduta su di lui.
"Con riferimento all'elezione della prossima primavera del sindaco di Carrara-fa sapere in un comunicato l'ex magistrato- ed in particolare ad articoli di stampa secondo i quali il sottoscritto si sarebbe "autocandidato" a tale elezione, il sottoscritto dr. Aldo Giubilaro, già Procuratore della Repubblica di Massa, rende noto di non essersi proposto a chicchessia per la suddetta elezione (a sindaco di Carrara), ma di essere stato avvicinato da rappresentanti di partito perché si candidasse, e di avere declinato da subito la proposta per la propria scelta di sempre di non ricoprire incarichi politici, nazionali o locali".
La nota stampa dell'ex magistrato prosegue sottolineando come la notizia della sua candidatura non abbia fondamento. L'ex Procuratore infatti rende ulteriormente noto pertanto che la notizia di una sua candidatura a sindaco di Carrara è del tutto priva del benché minimo fondamento; più che mai che il sottoscritto si sia "autocandidato" o "autopromosso".
Il comunicato si conclude con i ringraziamenti e i migliori auspici per la Carrara:" Con l'occasione ringrazia per l'apprezzamento e la stima che si sono intesi dimostrargli con l'offerta della candidatura a sindaco di una città prestigiosa come Carrara ed augura ai suoi cittadini una amministrazione comunale che eserciti i pubblici poteri e gestisca le pubbliche risorse nell'interesse dell'intesa collettività e non soltanto di pochi. Come certamente sarà".
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Cominceranno venerdì 5 novembre gli incontri organizzati dalla coalizione che candida Simone Caffaz come sindaco del comune di Carrara alle elezioni amministrative della prossima primavera per arrivare alla stesura del programma da sottoporre poi al giudizio degli elettori attraverso la partecipazione, l'ascolto ed il contributo di tutti quei cittadini che vorranno segnalare problematiche e suggerire soluzioni per i vari temi di volta in volta trattati.
Gli incroci saranno luoghi di partecipazione aperti a tutti i cittadini. Punti d'incontro dove ognuno potrà portare le sue opinioni, il suo punto di vista, la sua idea per il futuro di Carrara. Non si tratta di luoghi esclusivi per addetti ai lavori ma spazi di ascolto e di elaborazione basati sull'intelligenza collettiva, dove poter ritrovare l'entusiasmo della partecipazione a progetti di cambiamento condivisi, per migliorare la vita dei cittadini, per far crescere la città.
Quello del 5 novembre sarà infatti solo il primo dei venerdì dedicati al programma e gli incontri verranno organizzati in location che toccheranno tutto il territorio.
Si partirà dal centro città perché il tema dell'incontro "Crisi demografica e urbanistica: connessioni e proposte" riguarda in primis il centro città, dove si è registrato negli ultimi decenni il maggior calo demografico del territorio.
All'incontro, che verrà moderato dal candidato sindaco Simone Caffaz e dal coordinatore del programma per il tema urbanistica Stefano Tavarini, parteciperanno ingegneri, architetti, sociologi, amministratori di condominio, agenti immobiliari, altri esperti sul tema e i cittadini che vorranno portare il loro contributo. L'incontro si terrà nella sala del Centro Giovanile Diocesano in via 7 Luglio a partire dalle 17,30. Sarà necessario il green pass e il rispetto delle altre misure anticovid quali mascherine e distanziamento che ridurranno la capienza del locale a 50 persone. L'incontro sarà quindi aperto al pubblico fino al raggiungimento della capienza.
“Il programma – afferma Simone Caffaz – sarà redatto sulla base del modello del “Do tank” (serbatoio del fare), uno strumento di grande e moderna partecipazione democratica volta non solo a raccogliere i bisogni, le problematiche e le idee della cittadinanza attraverso una imponente campagna d'ascolto ma anche a definire le politiche della futura amministrazione, gli strumenti per perseguirle e i canali Ma è un altro il fine ancor più innovativo del nostro “do thank”: far emergere i tanti talenti, le straordinarie professionalità e i molti giovani depressi e sopiti da decenni di cattive amministrazioni. Questa è la nostra grande sfida: definire i programmi, i progetti e le politiche della futura giunta non dall'alto ma dal basso, utilizzando questo tempo anche per creare il necessario ricambio nella vita politica cittadina valorizzando la tante persone che parteciperanno a questa straordinaria avventura”.
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Caro presidente, questo suo Piano Integrato del Parco prevede con certezza l'apertura di nuove cave, l'ampliamento "pesante" di quelle esistenti e forse la chiusura nel tempo lungo fino a 13 anni di cave, alcune già chiuse!. Il tono è accorato e mette in guardia circa un rischio concreto di un grave danno ambientale che incombe come una spada di Damocle.
In che cosa consisterebbe questa spada di Damocle che pende sul capo del Parco regionale delle Alpi Apuane, Italia Nostra Apuo-Lunense lo descrive in una lettera aperta al presidente del parco: "Questo PIP ha la sicura certezza della crescita dell'attività estrattiva e del consumo di suolo anche in aree vergine, in area parco non antropizzata, con la previsione di nuove infrastrutture necessarie alle attività (che nel PIP sono state taciute), con l'aumento esponenziale dei trasporti dei blocchi, dei consumi, delle emissioni diffuse, delle polveri fini, del particolato dei fumi di scarico, del materiale di scarto e detriti che da qualche parte andrà portato con trasporti aumentati all'interno dell'area parco, con pregiudizio della viabilità dei paesi, oltre la maggior certa produzione di marmettola che andrà a rendere ancor più critica la gestione delle acque e del bacino idrografico".
Sono circa 20.598 ettari (200 km²) che abbracciano un territorio lungo dalla Garfagnana fino a Massa-Carrara e alla Versilia. Con un ricco patrimonio di vegetazione e faunesco, sono presenti anche specie rare e relitte ( specie che hanno trovato rifugio lì ed estintesi altrove) ed è presente la via ferrata più antica d'Italia, aperta nel 1893. Una ricchezza del pianeta terra che racchiude aree di elevato interesse ambientale: ma una delle sue particolarità è che al suo interno sono presenti anche delle cave di marmo, chiamate aree contigue. Cave in cui si svolge attività estrattiva e che per molti ambientalisti rappresentano una vera minaccia per la sopravvivenza dell'area naturale protetta. Ora il Parco regionale delle Alpi Apuane sta per dotarsi di un Piano Integrato del Parco e Italia Nostra Apuo-Lunense scrive una lettera al presidente del parco Alberto Putamorsi che è anche una lettera aperta, con la quale non nasconde la completa avversione per il piano che si stanno accingendo ad approvare, e parla apertis verbis di slogan e boutade comunicativa quando viene annunciato "chiudo le cave che sono ad alto impatto ambientale" molte della quali, denuncia l'associazione, sono già chiuse.
"Caro presidente - leggiamo nella lettera di Italia Nostra - lei ha ragione da vendere quando afferma che nelle Apuane c'è oro, l'oro bianco del prezioso marmo che tutti vogliono e il primo cercatore è proprio Lei con il suo Piano Integrato del Parco (PIP). Abile la boutade comunicativa "chiudo le cave che sono ad alto impatto ambientale". Le ricordiamo che alcune delle cave previste in dismissione sono già chiuse: Valsora Palazzolo a Massa, dopo avere tagliato una cresta vergine, è chiusa dal 2018 e cava Vittoria a Fivizzano è chiusa dal 13 dicembre 2017, perché sottoposta a sequestro preventivo in base al decreto del GIP del Tribunale di Massa, su richiesta della Procura della Repubblica presso il tribunale di Massa e grazie agli accertamenti svolti dai Carabinieri Forestali".
Ma esistono cave a basso impatto ambientale nel parco? Se lo chiede Italia Nostra, che insiste:" La sua frase "chiudo le cave ad alto impatto ambientale" è irreale perché le cave sono tutte ad alto impatto ambientale: basti pensare al Corchia, al Pizzo Falcolavia, alla Val Serenaia, al Solco d'Equi, alla Valle D'Arnetola, al Cavallo, a Piastreta, al Cardoso: scelga lei. Dalla sua narrazione, durante la conferenza di presentazione del PIP alle associazioni ambientaliste (martedì 26 ottobre), finalmente abbiamo davvero compreso cosa prevede: nulla della enfatizzata rivoluzione verde".
Italia Nostra mette punto per punto i passaggi del piano sotto accusa:
"Il PIP, il suo PIP, signor presidente, prevede:
- apertura di nuove cave in aree esterne alle attuali ACC (aree contigue di cava), in area parco, con l'invenzione di nuovi perimetri estrattivi anche in aree vergini come a Carrara con Boccanaglia Bassa, a Fivizzano con cava Peghini, a Vagli con Fontana Baisa nel già attenzionato bacino di Boana, a Stazzema col Canale delle Fredde;
- ampliamento di cave esistenti in aree esterne alle attuali ACC, in area parco, modificando i perimetri delle attuali ACC, come a Massa con Cava Romana, Piastreta Sella, Cavallo (Padulello), a Vagli nel Bancaio, a Seravezza con Canale delle Gobbie e a Minucciano in Acqua Bianca;
- allargamento in area parco di cave esistenti in aree esterne alle attuali ACC, modificando i perimetri delle ACC con aggiustamenti cartografici a favore dell'escavazione; sono tantissimi;
- riapertura di cave in aree ACC, un tempo previste ma non in esercizio da anni, che il PIP promuove con impulso dell'attività estrattiva, in luoghi dimenticati come a Stazzema Tre Fiumi, Mulina Monte, bacino La Penna; nel bacino Ficaio, ai piedi del Procinto, in un'area di valenza naturalistica unica, si pianifica una cava ciclopica".
Sui tempi di chiusura poi, accusa Italia Nostra, si nasconderebbe una trappola visto che è ammesso l'allungamento dei termini qualora l'escavabile autorizzato non sia stato effettivamente escavato:" Quando lei parla di svolta epocale-riprende la lettera- con la previsione di cave in dismissione è solo uno slogan, perché, qualora alla scadenza di validità del piano di coltivazione non siano stati esauriti i quantitativi di materiale escavabile autorizzati, è ammesso il differimento dei termini di validità dell'autorizzazione per un periodo non superiore ai 5 anni, ai fini di completare le attività di escavazione e i complementari e conseguenti interventi di risistemazione ambientale e paesaggistica del sito, comprensivi della definitiva messa in sicurezza e, ove previste, delle misure di mitigazione e compensazione. Restano esclusivamente salve le possibilità di proroga di cui all'art. 20, comma 4 della LR 35/2015, cioè successivi altri 3 anni di esercizio. Ci troviamo pertanto di fronte a cave che lei dichiara in dismissione forse tra 13 anni, salvo probabili ricorsi avanti al TAR da parte degli avvocati dei concessionari".
In ultimo, fa notare l'associazione ambientalista: "Ridurre le superfici attuali delle ACC non porta alcun vantaggio se in quelle aree non si scava perché non c'è marmo, come Lei ha sapientemente affermato: perché, se non c'è marmo, non si scaverà mai".
Italia Nostra promette quindi battaglia a colpi di reportages e servizi fotografici:" Questo PIP, presidente, non salvaguarda l'ambiente: questo PIP garantisce l'attività estrattiva e incentiva lo sfruttamento delle risorse naturali. Questo PIP è gattopardismo ! Lei prova a farci vedere il dito che copre la luna (chiudo le cave), ma il mondo saggio ambientalista non vede il dito, vuol vedere la luna (un parco che sia Parco con P maiuscola). Torneremo sul tema PIP con focus e report fotografici puntuali di ogni sua proposta di cava, mostrando alla Regione e alla Soprintendenza la vera natura dei luoghi e il valore di preservali e valorizzarli".
Fra. Vatt.
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La Lega-Salvini premier apuana stigmatizza la linea politica legata al lapideo dell'amministrazione Cinquestelle, pur promuovendo l'articolo 21 del regolamento degli agri marmiferi, considerato infatti dal commissario provinciale del Carroccio Nicola Pieruccini un "valido strumento" per realizzare opere e progetti.
L'intoppo però, secondo la Lega, c'è: perché non essendo, questo meccanismo, accompagnato da un patto sociale tra città e imprese, ma da una "pungolatura" (come scrive Pieruccini citando l'assessore al marmo Matteo Martinelli) dell'amministrazione sul mondo delle imprese si risolverebbe in un quadro frammentato non in grado di "garantire la rinascita della città". Questo è in sintesi il pensiero e la valutazione espressi da Nicola Pieruccini in una nota stampa.
"Negli ultimi giorni si è infiammato il dibattito sul futuro delle cave, prendendo quasi a pretesto l'articolo 21 del regolamento degli agri marmiferi che lega il prolungamento delle concessioni alla realizzazione di opere pubbliche a favore della città. Come abbiamo già più volte evidenziato, riteniamo che l'articolo 21 possa essere, in teoria, un valido strumento per garantire la realizzazione di progetti importanti per la città e quindi un'adeguata ricaduta sul territorio dall'escavazione delle cave e, come conseguenza, un miglioramento dei rapporti sociali in città.
Tuttavia l'atteggiamento anche su questo tema dell'amministrazione a 5 stelle è da rigettare con forza perché non è "pungolando" le imprese, salvo poi farci accordi alla spicciolata, che si ottengono gli obiettivi prefissati ma realizzando un sistema giuridicamente sostenibile e, possibilmente, un grande patto sociale tra le imprese e la città che si garantisce la rinascita e la definizione di un futuro migliore".
Niente pianificazione di intervento sostenuta da un accordo per la città, ma semmai degli accordi fatti man mano senza una visione complessiva e frutto di un pungolo che suonerebbe più come un "ricatto" ai danni delle aziende, spiega Pieruccini che rivendica le istanze delle imprese:" E' legittima la richiesta delle aziende di ricevere tempi e modalità di progetti e finanziamenti per ottenere il prolungamento delle concessioni perché ciò che Martinelli chiama "pungolo" a noi sa tanto di "ricatto", ovvero una scorciatoia per recuperare qualche voto "facile" e procurarsi qualche cliente con cui l'amministrazione a 5 stelle è solita flirtare, ma certo non risolverà i complessi problemi del lapideo che necessitano di razionalità, rispetto delle leggi e, possibilmente, di un clima sociale disteso e collaborativo".
Pieruccini non risparmia critiche neanche all'amministrazione che ha preceduto quella pentastellata, il centrosinistra, su cui gravano, secondo il commissario provinciale del Carroccio, delle responsabilità legate alla legge regionale 35/2015. Tant'è che la nota si conclude con una valutazione negativa su quella norma responsabile di aver sancito un cambio di baricentro sulle politiche nel settore del lapideo:" Tuttavia-si conclude infatti la nota- è abbastanza surreale che la predica su questi temi venga fatta, com'è accaduto in questi giorni sulla stampa, da "quelli di prima", poiché anch'essi hanno gravi responsabilità che, cinque anni di astensione dal potere, non possono certo aver cancellato. La prima e più importante di queste è la resa sancita dalle legge regionale 35/2015, voluta dalla maggioranza di centrosinistra e sponsorizzata dall'amministrazione comunale dell'epoca, rispetto alla primaria competenza comunale in materia di cave e marmo. La sinistra carrarese decise quindi deliberatamente di rinunciare a regolamentare in ambito locale il settore lapideo disegnandone il futuro e promuovendo la crescita e la concordia, trasferendo le più importanti decisioni da Carrara alle pastoie della politica fiorentina. E questa è una responsabilità grave quanto se non più dell'inadeguatezza a 5 stelle, perché i clamorosi errori e la fallimentare gestione del lapideo da parte dell'amministrazione comunale in carica discende anche da quella decisione".
Fra. Vat.
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Il Milite Ignoto, il soldato caduto durante la prima guerra mondiale scelto tra i militari scomparsi, rimasti senza identità e seppellito all'Altare della Patria per rendere omaggio e onore a chi lottò fino a perdere vita e identità, avrà cittadinanza onoraria carrarese? Se lo chiede Fratelli d'Italia che lamenta come, nonostante l'Associazione Nazionale Comuni d'Italia l'anno scorso inviò a tutti i comuni una lettera protocollata con l'invito a sensibilizzarsi e ad adoperarsi in favore di iniziative per commemorare e donare la cittadinanza o il nome di piazze o strade al Milite Ignoto.
Per questo motivo, Lorenzo Baruzzo coordinatore comunale di Fratelli d'Italia ricorda in una lettera pubblica indirizzata al sindaco Francesco De Pasquale :" Premesso che in data 3 marzo 2020 il Segretario Generale dell'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) inviava lettera protocollata al n. 42/SIPRICS/AR/mcc-20 (copia allegata) a tutti i Sindaci italiani per sensibilizzarli , in occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto (4 novembre 2021) ad intraprendere iniziative atte al conferimento della cittadinanza onoraria e/o ad intitolare vie, piazze o altri luoghi pubblici al "Milite Ignoto" che : "nel corso degli anni, quel soldato voluto come di "nessuno" è diventato di "tutti", quale simbolo del sacrificio e del valore dei combattenti della prima guerra mondiale e successivamente di tutti i caduti per la Patria" ".
Fratelli d'Italia si rammarica dunque per il fatto che Carrara non sia tra i comuni richiedenti la cittadinanza onoraria e invita l'amministrazione a farlo o a dedicargli una strada pubblica:" Premesso che il comune di Carrara-termina la lettera- da Lei rappresentato , alla data del 25 ottobre 2021 , non risulta tra i Comuni che abbiano conferito la cittadinanza onoraria (vedasi elenco allegato ) o che abbiano fatto istanza per conferirla (vedasi elenco allegato) o che abbiano intrapreso altre iniziative elencate nella lettera del Segretario Generale dell'ANCI riportata in epigrafe; nello stigmatizzare tale comportamento che nega alla città di Carrara di ricordare i valori di onore, coraggio e di sacrificio di difesa della Patria, da trasmettere anche alle generazioni future, La invitiamo di provvedere a rimediare - anche se con colpevole ritardo (il 4 novembre 2021 è ormai prossimo) - alla sua grave mancanza ed istruire le pratiche necessarie al conferimento della cittadinanza onoraria e l'intitolazione di un luogo pubblico al "Milite Ignoto" ; i cittadini che amano la Patria ed i valori di difesa della stessa le sarebbero grati".
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Il partito della Rifondazione Comunista di Massa Carrara è indignato per la quantità di denaro che l'amministrazione comunale di Massa sta utilizzando per le luci natalizie in quanto ci potrebbero essere molti altri modi in cui impiegarlo, come il sostentamento dei cittadini in difficoltà economiche.
Il partito della Rifondazione Comunista si rivolge all'amministrazione comunale con queste parole di dissenso: "120 mila euro per le luminarie di Natale? Uno schiaffo alla città e ai suoi veri e impellenti bisogni. L'amministrazione Comunale di Massa ha stanziato 120 mila euro per le luminarie natalizie. Questa amministrazione prova ad imbellettare il salotto buono della città per le feste comandate, mentre tutto attorno le difficoltà sociali ed economiche aumentano".
"Il sindaco - continua il partito della rifondazione comunista - spera forse di attirare compratori per il suo Natale consumistico, ma non sa che, ad esempio, i lavoratori di SANAC ci penseranno due volte a spendere denaro visto che il governo, che anche il partito del Sindaco sostiene, li sta mandando a casa. Ci penseranno due volte anche coloro che sono sotto sfratto, mentre l'amministrazione non interviene per rendere abitabili decine di appartamenti pubblici oggi vuoti, né prova a riaprire cantieri di edilizia pubblica. Ci penseranno due volte a spendere tutti coloro che faticano ad arrivare a fine mese e si troveranno a dicembre a pagare bollette rincarate grazie alla indolenza del governo sostenuto dal nostro sindaco. Ci penseranno due volte le famiglie costrette a pagare le rette degli asili privati quando il sindaco continua a mantenere chiusi quelli pubblici."
Questo denaro, secondo Rifondazione Comunista, poteva essere impiegato per le esigenze quotidiane dei cittadini, inoltre si rinuncia a mettere in sicurezza sottopassaggi stradali, a coprire problematiche legate al dissesto del territorio e ad intervenire in favore di quelle famiglie che stanno vivendo la crisi economica attuale.
Conclude: "Questo ennesimo schiaffo alla città ci dice chiaramente cosa ci aspetta nei prossimi due anni quando le esigenze del consenso spingeranno ancora di più l'amministrazione a selezionare le esigenze dei propri simpatizzanti e che gli altri si arrangino."
Ro. Cir.
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Per Rifondazione Comunista un'altra città è possibile: questo sarà il motto che verrà ripetuto in campagna elettorale e che accompagnerà lo sventolare della bandiera rossa con falce e martello del partito. Anche Rifondazione Comunista si appresta infatti ad affrontare la prossima campagna elettorale che deciderà il successore dell'attuale sindaco pentastellato Francesco De Pasquale ( il quale ha già dichiarato mesi fa che non si candiderà più) e la affronterà senza l'alleato amico-nemico di sempre, vale a dire il Pd. Lo escludono convintamente il coordinatore comunale Piero Marchini, il segretario provinciale Massimo Menconi, il segretario del circolo Marco Alibani e il membro del direttivo provinciale Daniela Marchini.
Al tavolo con i vertici del centrosinistra, il partito di Rifondazione Comunista si è seduto, raccontano, ma la sintonia non è stata proprio trovata, assicurano Marchini, Menconi e Alibani:" Abbiamo ascoltato le loro posizioni ma abbiamo capito che non ci sono spazi, però dentro al Pd ci sono molti elettori che la pensano come noi" hanno precisato.
L'appello e la "chiamata alle armi" viene rivolta dunque a tutte le forze politiche ambientaliste, sociali e a quel popolo di sinistra che si sente tradito dalle politiche dei vertici del centrosinistra. "Il nostro obiettivo è riconquistare quei soggetti che una volta ci votavano-dichiara Marchini mentre gli altri annuiscono- i delusi dal centrosinistra e i delusi del M5s. L'astensione ci dice che ci sono molti che non si sentono rappresentati". Per Rifondazione Comunista la chiave di volta è il recupero del collettivo che si traduca in un altolà alla cessione di sovranità del pubblico in favore del privato.
I beni collettivi rappresentano dunque il punto fermo e la pietra angolare che sorregge il programma elettorale del partito che il gruppo dirigente ha definito progressista, di sinistra e antifascista. Tanti gli argomenti in cui si declina questo principio e posti all'ordine del giorno: il primo fra tutti è il ritorno all'economia tradizionale. Cosa si intenda per economia tradizionale lo chiarisce Marchini:" La lavorazione deve tornare in loco come un tempo: è così che si crea occupazione e sviluppo. Vogliamo portare avanti scelte di sinistra. Noi siamo per il contingentamento della quantità da estrarre: oggi c'è ancora un sistema selvaggio. Un contingentamento che secondo noi dovrebbe essere fatto per dipendente. La situazione è tragica: dal 1994 al 2020, 72 aziende hanno chiuso perché non trovano blocchi, viene tutto venduto e portato fuori". Su questo punto in effetti, la quasi unanimità delle forze politiche in campo ha lo stesso pensiero ed è sul come realizzarlo che si verificano le spaccature. In proposito Rifondazione Comunista boccia in pieno l'art 21 degli agri marmiferi varato dall'amministrazione che consente di allungare i tempi della concessione a fronte di investimenti da parte del concessionario:" E' un totale fallimento, ennesima scelta di cessione di sovranità pubblica al privato: si cede ai finanziatori privati la gestione delle cave. C'è un'assoluta mancanza di visione pubblica e del territorio" commentano i dirigenti di Rifondazione che propugnano invece la strategia del brand Carrara:" I primi a non volere il marchio Carrara sono stati gli industriali" ha criticato a questo proposito il gruppo dirigente di Rifondazione .
Viene accennato al tema dell'acqua e quindi di Gaia, la partecipata dei comuni e gestore idrico con la forma però di società per azioni, argomento che tenne tanto banco durante la campagna elettorale del 2017 con le promesse di uscire al più presto: del resto c'è un referendum che conferma che l'acqua, ribadisce Marchini, è un bene pubblico. "Non è vero che i sindaci non possono fare niente: a Zeri e Berceto i sindaci sono intervenuti" ha rivendicato il coordinatore comunale. E infatti ricordiamo che nel 2016 dopo una lunga battaglia il sindaco di Berceto Luigi Lucchi ha riuscito a riportare la gestione dell'acqua delle utenze pubbliche e private nelle mani del comune uscendo dalla compagnia della multiutility locale Montagna 2000 spa. Mentre Zeri è l'unico comune in tutta la Toscana che ha mantenuto proprietà e gestione diretta delle risorse idriche con il sindaco che resiste alle molteplici diffide della regione. "Non è vero che qualsiasi sindaco che venga eletto non potrà fare niente: l'acqua pubblica gestita da mani pubbliche si può" ha asserito Marchini.
Altro punto fondamentale è la sicurezza del territorio dal punto di vista idrogeologico: "Noi, con la giunta Fazzi-Contigli-ricorda Marchini-avevamo presentato un Poc che individuava una zona abbandonata nei pressi della Fossa Maestra dove permettere, con delle finestre praticate sull'argine del canale, di far sfogare la piena. Ci avevano promesso un incontro con il sindaco per parlarne ma non è mai successo: permetterebbe di mettere in sicurezza tutte quelle strade di via Bassagrande, Battilana, insomma Marina ovest".
Si dicono inoltre sicuramente a favore dei consigli di quartiere, i dirigenti di Rifondazione Comunista che si augurano un ripristino dell'organo cancellato con un colpo di spugna dall'attuale amministrazione.
Viene poi affrontato la questione Poc, il vecchio piano regolatore, attualmente in approvazione ma con tanti nodi da risolvere ancora:" C'è il problema di Villa Ceci abbandonata a sé stessa, c'è il problema del piano dell'arenile che non è stato presentato: restiamo con quello vecchio. E poi con l'Hotel Mediterraneo cosa vogliamo fare?" chiede Piero Marchini. Ricordiamo che Rifondazione Comunista si era schierata, assieme a molti cittadini, contro la decisione dell'amministrazione, inserita poi nel Poc, di abbattere il Campo dei pini per fare spazio alla scuola che oggi ha sede a Villa Ceci ma che i Cinquestelle vogliono spostare davanti al porto commerciale.
A proposito del porto, Rifondazione Comunista è convinta della possibilità di coabitazione tra porticciolo turistico e porto commerciale: "Siamo convinti che il porto turistico vada messo a ponente" ha asserito Marchini dichiarando però come sia indispensabile, per Rifondazione Comunista, che il porto turistico sia realizzato e resti gestito dal comune, escludendo quindi i privati.
"Il centrosinistra e il M5s hanno fallito-ha ripetuto Massimo Menconi- il M5s doveva aprire le scatolette di tonno che sono rimaste però ben chiuse e il centrosinistra è responsabile di un buco da 27 milioni nella nostra Asl per non parlare delle cessioni del privato". Nel frattempo Menconi annuncia la partecipazione di Rifondazione alla manifestazione del 12 novembre in piazza, a fianco degli operai della Sanac. "Stiamo approvando il documento di Sanac in consiglio comunale a Montignoso. Quello che sta succedendo a Sanac così come altre realtà industriali dove si sono licenziati gli operai con degli sms, è la conseguenza di una mancata visione collettiva e di lungo periodo e un altro esempio è la nostra zona industriale con la falda acquifera ancora oggi inquinata".
Il gruppo conclude tornando alla sfida elettorale:" A noi non interessa il voto utile al primo turno, turandosi il naso per votare il centrosinistra e sacrificando il voto a sinistra allo scopo di impedire la vittoria del centrodestra-ribadisce anche Daniela Marchini- non ha senso: non permette alle forze di sinistra di passare. Per il centrosinistra è sicuramente meglio avere un'opposizione di centrodestra che non un'opposizione di sinistra come fa Rifondazione, perché la nostra opposizione mette in difficoltà: facciamo paura"
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