Politica
«Incendio al campo di Lavello, sfiorata la tragedia. La sindaca faccia rispettare ordinanza di demolizione e sgombero»
"L'incendio che nella notte ha devastato una roulotte abitata nel campo rom di Lavello è l'inevitabile conseguenza di una situazione di illegalità e degrado che denunciamo da tempo.

«Trasporto pubblico a Colonnata, situazione segnalata da tempo, ora anche pericolosa: la giunta Arrighi resta sorda»
“Già in data 26 luglio 2024 e 14 ottobre 2024 attraverso la stampa locale avevo segnalato le allora gravi criticità del servizio di trasporto pubblico a Colonnata, con…

Il cambio di nome dell'aeroporto del Cinquale è irregolare: Italia Nostra Massa Montignoso si appella al prefetto e alla presidenza nazionale
La sezione Massa Montignoso di Italia Nostra ha fatto un appello al presidente nazionale per salvaguardare i toponimi storici della città di Massa: “A Massa, nel corso degli anni, sono…

Il Polo P&S: sono i sindaci azionisti di Gaia a dare le linee strategiche al CDA
Per il Polo Progressista e di Sinistra, composto da M5S RC e Mcc, chi risponde in nome e per conto di GAIA Spa non ha ben chiara la…

Azione U30 Massa: soddisfatti per la riapertura della Biblioteca, una risposta concreta alla città
Come Azione U30, accogliamo con soddisfazione la notizia della riapertura della Biblioteca Comunale di Massa nella sua sede temporanea presso la scuola Bertagnini. Si tratta di una soluzione…

Ponticello in legno sul fiume Frigido in stato di degrado: il consigliere Tarantino e il comitato "Tra la Gente" chiedono un intervento immediato
Ancora una segnalazione sullo stato di degrado delle infrastrutture pedonali nella zona del fiume Frigido. Questa volta è il comitato cittadino “Tra la Gente”, attraverso il suo rappresentante…

Ferro non zincato nel cantiere della scuola Buonarroti: il consigliere Mirabella sottolinea i ritardi, gli aumenti di spesa e le mancate risposte dell’amministrazione
Il ferro usato per i lavori alla scuola media Buonarroti di Marina di Carrara non è zincato, quindi molto più soggetto ad arrugginire, specialmente se usato in una…

Feneal Uil: rinnovato il contratto nazionale lapideo e materiale da escavazione
Lunedì 14 luglio a Milano si è conclusa la trattativa che ha portato al rinnovo del CCNL Lapidei e materiali da escavazione per circa 30mila lavoratrici (3mila…

Fondazione Antonino Capponnetto fa il punto sulla situazione apuana in attesa della Commissione Parlamentare antimafia
La recente operazione che ha visto il nostro territorio come un autentico hub del traffico illecito di sostanze stupefacenti è una ulteriore conferma su quanto sia la…

"Gravi violazioni al Consorzio di Bonifica Toscana Nord. Sodini non rispetta la democrazia né la parità": la critica di Teresa Baldini
"Quello che è avvenuto nell'ultima assemblea del Consorzio di Bonifica Toscana Nord è molto grave, sia dal punto di vista dei contenuti che dell'atteggiamento tenuto dal Presidente Sodini,…

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La Lega di Massa ha pubblicamente fatto muro alla possibilità di un’apertura commerciale, che loro definiscono “cinese”, nella zona industriale del capoluogo apuano. Con una nota scritta, il consigliere del Carroccio Roberta Dei ha voluto “rassicurare” i cittadini sull’improbabilità dell’apertura del bazar, visto che contravverrebbe al regolamento urbanistico che vieta attività diverse da quelle di tipo artigianale.
Il lavoro di controllo svolto dalla Lega è stato coadiuvato in ogni suo progresso dalla polizia municipale massese, che ha convocato i futuri gestori del locale per chiarire le attività che potranno svolgere dentro il lotto, e sanzionandoli già per l’insegna non a norma.
Un vero e proprio monito quello lanciato dal partito e dalle forze dell’ordine locali: nella città che ha varato la valorizzazione dei luoghi del commercio non c’è spazio per attività che violano le nuove disposizioni urbanistiche.
“La Lega di Massa torna a parlare dell'improbabile apertura di un esercizio commerciale "cinese", ribadendo che in zona industriale un'attività simile è in palese violazione con il regolamento urbanistico predisposto dall'amministrazione comunale: la normativa in zona – spiega il Carroccio nel proprio comunicato ufficiale – consente infatti l'esercizio di un'attività solo di tipo artigianale. Ad ogni modo, il negozio è ancora chiuso, e lo resterà finché non si possano svolgere i controlli del caso sulla legittimità dell'attività svolta. Il consigliere Roberta Dei, che per prima aveva segnalato la situazione, in costante contatto con il comandante Vitali, sta seguendo l'iter procedurale per evitare che vengano commesse infrazioni di qualunque tipo. Ad ogni modo, la polizia municipale ha già convocato i gestori per spiegargli dettagliatamente il tipo di attività che possono svolgere nella zona, e li ha già sanzionati per l'insegna non conforme a normativa. La Lega ci tiene a confortare i cittadini che, qualora la normativa in futuro venisse ancora disattesa, la polizia municipale interverrà come per ogni altra attività del territorio per ripristinare la legalità. In questi anni, la volontà politica della amministrazione Persiani si è tradotta in atti e regolamenti fortemente supportati dalla Lega Massa: oltre al regolamento urbanistico, che persegue l'obiettivo di rafforzare il tessuto produttivo attraverso il divieto di apertura di esercizi commerciali in area industriale, è stato approvato per la prima volta il regolamento per la valorizzazione dei luoghi del commercio, predisposto dall'assessore al commercio Paolo Balloni, che definisce le merceologie incompatibili con alcuni tessuti urbani pregiati, vietando tra gli altri, l'apertura di bazar in alcune zone. La Lega, dunque, ringrazia la polizia municipale e il comandante Vitali per l'attenzione posta su questa situazione e per il costante monitoraggio da loro effettuato al fine di fronteggiare eventuali irregolarità che danneggerebbero il tessuto commerciale cittadino, e
terrà monitorata la situazione attraverso il Consigliere Dei che già si è più volte premurata di seguirla”.
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Il sindaco di Carrara Serena Arrighi ha annunciato la volontà come amministrazione, di ricorrere in Cassazione e continuare la battaglia legale e politica, per reclamare il riconoscimento della natura pubblica dei beni estimati. Il ricorso riguarda la sentenza del Tribunale ordinario di Massa. Oggetto: la natura giuridica dei beni estimati. Le prime due sentenze, quelle del primo e secondo grado, avevano dato ragione alle imprese private che rivendicavano la natura privata delle cave comprese nella lista dei beni estimati.
Legambiente di Carrara in una nota rivolge i suoi ringraziamenti all’amministrazione carrarese perché “anche in una situazione di incertezza, riporta la questione della proprietà delle cave sul piano sacrosanto della politica”.
“Del resto - commenta Legambiente – “era questo che avevamo chiesto fin dal luglio scorso, subito dopo la decisione dei giudici genovesi: che quella sentenza non diventasse un “tana, liberi tutti” a favore delle imprese lapidee. Imprese che, evidentemente, scoprono il tema della “legittimità” a giorni alterni e dimenticano che i giudici amministrativi, TAR Toscana e Consiglio di Stato, hanno con più di una sentenza, anche alla luce delle modifiche degli art. 9 e 41 della Costituzione, hanno ricordato che l’ambiente e il paesaggio sono beni costituzionalmente tutelati. Beni che, nell’art. 9, vedono ribadito l’impegno dello Stato a proteggerli e promuoverli e, nell’art. 41, sono riconosciuti come un legittimo limite all’esercizio della libertà di impresa”.
“Assindustria - fa sapere la delegazione ambientalista di Carrara – “vuole porre fine alla stagione dei “contenziosi”? Bene, apra allora alla stagione di una grande vertenza territoriale che parta dal pieno riconoscimento di quanto i giudici (non gli ambientalisti) affermano.E cioè che l’escavazione a Carrara e nel comprensorio apuoversiliese rappresenta un unicum, sia in considerazione dell’intensità delle cave in questa terra sia per la loro collocazione in un contesto naturalistico peculiare (le Alpi Apuane) sia per l’oggettivo maggior pregio della pietra escavata rispetto ad altri distretti estrattivi. E che l’attività estrattiva costituisce un depauperamento del bene ambientale e paesaggistico e arrecano ad esso (e quindi alla collettività) danni e disagi”.
“Sono disposti - continua Legambiente – “gli imprenditori a sedersi attorno a un tavolo con tutti i portatori di interesse (perché è questo che, fra l’altro, chiedono le norme 14001 e EMAS con cui spesso gli industriali giocano la carta del greenwashing) e, ricordando come il marmo sia una risorsa naturale esauribile e non rinnovabile, riconoscano pienamente che l’esercizio dell’impresa deve incontrare limiti necessari a contemperare i diversi interessi in gioco? Sono pronti ad accettare che non è illegittimo (anzi, è doveroso) che la pubblica amministrazione ponga tali limiti, coerenti sia con la più volte ribadita tutela costituzionale di ambiente e paesaggio sia con la pianificazione territoriale?”.
“Sulla questione “privatistica” dei beni estimati – concludono – “ parlerà la Cassazione e magari, nuovamente, altre alte magistrature e, forse, anche il giudice costituzionale. Ma qui e ora l’impresa lapidea la smetta di vedere chiunque afferma diversi principi (siano amministratori o ambientalisti o altre parti sociali) come un fastidioso disturbatore del manovratore”.
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Successo di partecipazione all'evento "Vicino alle donne contro ogni forma di violenza” organizzato dal Dipartimento provinciale di Fratelli d'Italia di Massa - Carrara in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Al termine dell'iniziativa tutti i presenti hanno deposto dei fiori al monumento dedicato alla concittadina, vittima di un femminicidio, Cristina Biagi.
<<Ringrazio tutti i presenti e anche chi ci ha aiutato ad organizzare questa importante conferenza. I dati dei femminicidi sono purtroppo drammatici in Italia - dichiara il segretario provinciale FdI Marco Guidi - in media una donna ogni tre giorni viene uccisa. Abbiamo voluto ricordare anche Cristina Biagi, la nostra concittadina uccisa tragicamente nel 2013 proprio per mano del marito. Noi ci impegneremo per aiutare e sostenere tutte le vittime di violenza e per far sì che queste tragedie non si ripetano mai più>>.
Hanno partecipato all'iniziativa Alessandro Amorese, Valentina Groppi psicologa, il coordinatore provinciale Marco Guidi, i consiglieri di Fratelli d'Italia di Massa e Montignoso Sara Tognini e Manuela Aiazzi. L'iniziativa è stata moderata dalla giornalista Sara Lavorini.
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Il sindaco di Carrara Serena Arrighi ha annunciato la volontà, come amministrazione, di ricorrere in Cassazione e continuare la battaglia legale e politica per reclamare il riconoscimento della natura pubblica dei beni estimati. Il ricorso riguarda la sentenza del Tribunale ordinario di Massa. Oggetto: la natura giuridica dei beni estimati. Le prime due sentenze, quelle del primo e secondo grado, avevano dato ragione alle imprese private che rivendicavano la natura privata delle cave comprese nella lista dei beni estimati.
Legambiente di Carrara in una nota rivolge i suoi ringraziamenti all’amministrazione carrarese perché “anche in una situazione di incertezza, riporta la questione della proprietà delle cave sul piano sacrosanto della politica”.
“Del resto - commenta Legambiente – “era questo che avevamo chiesto fin dal luglio scorso, subito dopo la decisione dei giudici genovesi: che quella sentenza non diventasse un “tana, liberi tutti” a favore delle imprese lapidee. Imprese che, evidentemente, scoprono il tema della “legittimità” a giorni alterni e dimenticano che i giudici amministrativi, TAR Toscana e Consiglio di Stato, hanno con più di una sentenza, anche alla luce delle modifiche degli art. 9 e 41 della Costituzione, hanno ricordato che l’ambiente e il paesaggio sono beni costituzionalmente tutelati. Beni che, nell’art. 9, vedono ribadito l’impegno dello Stato a proteggerli e promuoverli e, nell’art. 41, sono riconosciuti come un legittimo limite all’esercizio della libertà di impresa”.
“Assindustria - fa sapere la delegazione ambientalista di Carrara – “vuole porre fine alla stagione dei “contenziosi”? Bene, apra allora alla stagione di una grande vertenza territoriale che parta dal pieno riconoscimento di quanto i giudici (non gli ambientalisti) affermano.E cioè che l’escavazione a Carrara e nel comprensorio apuoversiliese rappresenta un unicum, sia in considerazione dell’intensità delle cave in questa terra sia per la loro collocazione in un contesto naturalistico peculiare (le Alpi Apuane) sia per l’oggettivo maggior pregio della pietra escavata rispetto ad altri distretti estrattivi. E che l’attività estrattiva costituisce un depauperamento del bene ambientale e paesaggistico e arrecano ad esso (e quindi alla collettività) danni e disagi”.
“Sono disposti - continua Legambiente – “gli imprenditori a sedersi attorno a un tavolo con tutti i portatori di interesse (perché è questo che, fra l’altro, chiedono le norme 14001 e EMAS con cui spesso gli industriali giocano la carta del greenwashing) e, ricordando come il marmo sia una risorsa naturale esauribile e non rinnovabile, riconoscano pienamente che l’esercizio dell’impresa deve incontrare limiti necessari a contemperare i diversi interessi in gioco? Sono pronti ad accettare che non è illegittimo (anzi, è doveroso) che la pubblica amministrazione ponga tali limiti, coerenti sia con la più volte ribadita tutela costituzionale di ambiente e paesaggio sia con la pianificazione territoriale?”.
“Sulla questione “privatistica” dei beni estimati – concludono – “ parlerà la Cassazione e magari, nuovamente, altre alte magistrature e, forse, anche il giudice costituzionale. Ma qui e ora l’impresa lapidea la smetta di vedere chiunque afferma diversi principi (siano amministratori o ambientalisti o altre parti sociali) come un fastidioso disturbatore del manovratore”.
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Infine Caffaz, dopo aver chiesto "quanti siano gli iscritti ad oggi", interroga anche chiedendo se "se ci sia stata ad oggi una valutazione di idoneità delle sedi utilizzate e se, per quelle non di proprietà del Comune (ad esempio Accademia di Belle Arti) siano state siglate delle apposite convenzioni".
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"Sebbene si tratti di lavori sicuramente necessari per garantire la sicurezza sul lavoro degli autotrasportatori, ci chiediamo come sia possibile pretendere che queste spese ricadano sulla cittadinanza. La Strada dei Marmi è una grande opera ad uso sostanzialmente esclusivo degli industriali del marmo, che non pagano alcun pedaggio per l'utilizzo. L'opera è costata alle casse pubbliche 119 milioni di euro ed è stata causa del dissesto economico del comune di Carrara, secondo comune più indebitato d'Italia nel 2011."
Athamanta ricorda la previsione di spesa per i lavori di ristrutturazione della Strada dei Marmi approvata qualche giorno fa: 400 mila euro per il manto stradale, a cui si sommano 200 mila euro fuori bilancio di spese d'illuminazione della galleria. Questa solo "una prima risposta" per gli autotrasportatori preoccupati per la sicurezza della circolazione dei camion su una tratta già ricca di dissesti pericolosi, specialmente nelle fasi di pioggia a causa della scarsa capacità di smaltimento delle acque.
"Gli industriali del marmo vantano profitti stellari: la Franchi Umberto Marmi ha chiuso il primo semestre di quest'anno con ricavi da 41,5 milioni di euro (+24%); le vendite dell'export del marmo apuano grezzo hanno toccato quota 193 milioni di euro nei passati dodici mesi (+ 53mln rispetto al 2020), i lavorati sono passati da 283 a 349 milioni di euro, con un aumento di 66 milioni. Tuttavia, i costi - sociali, economici ed ambientali - di queste attività continuano a ricadere sulla comunità e sulle casse pubbliche. Per finanziare progetti di interesse sociale si ricorre all'elemosina degli industriali, alimentando così una dinamica sostanzialmente funzionale agli interessi degli stessi per operazioni di green washing".
Continua Athamanta: "Insomma, mecenati e speculatori da queste parti coincidono".
"L'attività estrattiva è inoltre causa del deterioramento delle strade attraversate da tutti, del dissesto idrogeologico che mette in pericolo l'intera popolazione, del proliferare di malattie dovute all'uso di agenti cancerogeni o mutageni".
"Il risultato - conclude Athamanta - è un bilancio insostenibile per la comunità che, non solo viene depredata di un bene comune, ma deve pagare i danni di queste attività predatorie, privandosi di risorse preziose per le attività di cura di cui avrebbe bisogno il territorio".
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Dai primi di dicembre a Carrara entrerà in funzione il sistema di videosorveglianza delle isole ecologiche. Quarantuno telecamere fisse puntate sulle postazioni del centro e dei paesi a monte. L'occhio del grande fratello sarà usato come deterrente contro l'abbandono dei rifiuti.
Secondo la Lega però “il sindaco minaccia i cittadini e non fa niente per la sicurezza, anzi l’Amministrazione fa di peggio, perché perde un finanziamento sulla videosorveglianza di 90 mila euro della Regione Toscana”.
“Ma soprattutto – fa sapere la Lega – “ l’amministrazione Arrighi non agisce a tutela dei cittadini nonostante la delinquenza in alcune zone dilaghi sempre più e, nel frattempo, il Comune di Carrara è al 109º posto nella graduatoria dei Comuni che beneficeranno di un totale di 1 milione di euro per incrementare gli strumenti dedicati alla videosorveglianza per la sicurezza. Con decreto dirigenziale 22627 del 28 ottobre 2022, infatti, è stata approvata la graduatoria dei progetti ma, per incapacità e inefficienza, la città ha perso il treno e dal nostro punto di vista è scandaloso visto quello che sta accadendo: dalla rissa provocata da alcuni extracomunitari pregiudicati assegnatari di casa popolare al mercato di Avenza che hanno aggredito e sputato ad una donna assieme alla figlia minorenne fino agli arresti di altri 7 spacciatori e seminatori di morte”.
“Mentre il Sindaco sostenuta dal PD aspetta che ad intervenire sulla sicurezza siano le Forze dell’Ordine e la Prefettura, - continuano – “ è capace però di controllare i cittadini in strada, “sui marciapiedi” e nei luoghi pubblici e anche di minacciare “sanzioni pensanti”, con il rischio che, come già avvenuto in passato vengano presentati ricorsi contro l’Ufficio Ambiente con la conseguenza di portare danni gravi alle casse del Comune.
“Ciò detto, il Direttivo comunale della Lega boccia l’occhio del grande fratello usato come deterrente contro l’abbandono dei rifiuti anche perché non è difficile individuare chi lascia il sudiciume all’ esterno dei bidoni: sono, fra gli altri, i tantissimi studenti provenienti da fuori città e dall’estero che frequentano l’Accademia di Belle Arti che non pagano la Tari e quindi non posseggono la “EcoCard”, ma anche gli extracomunitari clandestini e non censiti, di cui presto chiederemo un resoconto, che bivaccano nel centro storico”.
“La Lega suggerisce pertanto all’assessore Carlo Orlandi - concludono – “che ha annunciato di “allargare i restringimenti all’imboccatura dei contenitori per agevolare il lancio del sacchetto” che scoprire l’acqua calda non premia, servirebbe invece che qualcuno provvedesse a censire quanti non pagano la Tari e non posseggono la “EcoCard” comunale per poi provvedere nel merito. Perché i politici che minacciano sanzioni e controllano le persone nei luoghi pubblici per mantenere il decoro e l’igiene urbana e contestualmente non fanno niente per la sicurezza della città, mancano dell’esperienza, della preparazione culturale e delle capacità intellettuali per affrontare adeguatamente le situazioni strategiche e non sanno svolgere i loro compiti in maniera adeguata”.
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Per fare fronte agli aumenti dei costi dell'energia l'amministrazione ha pronto un pacchetto di aiuti economici da destinare alle famiglie in difficoltà. “Con la variazione di bilancio che andrà in consiglio il prossimo martedì – spiega l'assessore al Bilancio Mario Lattanzi – stanzieremo 150 mila euro per aiutare le famiglie a pagare le bollette. Si tratta di un primo intervento che servirà a fare qualcosa di concreto per chi sta soffrendo di più il caro energia di questo periodo”.
“Con gli uffici del Sociale – spiega l'assessore al Sociale Roberta Crudeli -, abbiamo individuato, in base alle dichiarazioni Isee, tre fasce di beneficiari che potranno accedere al contributo. Per questo motivo prevediamo di stanziare 400 euro per quei nuclei familiari con un Isee inferiore ai 3mila euro; 300 per quelli con un indicatore tra i 3 e i 6mila e 250 per coloro con Isee tra 6 e 8mila”. In questi giorni, intanto, sono in arrivo gli avvisi di saldo della Tari, la tassa sui rifiuti. Quest'anno potranno usufruire dell'esenzione totale 1.172 utenze, vale a dire 93 in più delle 1079 del 2021. Si tratta di utenti con Isee fino a 7.961,00 euro per i quali sono stati destinati a bilancio 326mila euro, vale a dire 24mila in più rispetto ai 302mila assegnati nei precedenti dodici mesi.
“Abbiamo esaurito tutto lo stanziamento che abbiamo trovato a bilancio destinato dalla precedente amministrazione alle esenzioni – sottolinea Lattanzi -, per questo motivo non è stato possibile soddisfare tutte le richieste che ci sono arrivate. Proprio in questi giorni gli uffici invieranno a chi è stato escluso dall'esenzione o dalla riduzione del pagamento della Tari le comunicazioni in cui verranno spiegati i motivi del mancato accoglimento della loro domanda. In generale rispetto al 2021 le domande di esenzione o riduzione ricevute sono state molto maggiori, tanto che per poterle accogliere tutte sarebbe stato necessario uno stanziamento di circa 412mila euro. E' nostra intenzione per il prossimo anno studiare possibili correttivi per venire incontro alle esigenze delle famiglie più in difficoltà”.
L'Amministrazione comunica infine che assieme ai bollettini di saldo della Tari gli uffici invieranno a tutte le utenze anche un modello da compilare per chiedere di ricevere le comunicazioni dall'ufficio Tributi del Comune tramite e-mail o pec anziché tramite l'invio tradizionale a mezzo posta. "Si tratta – sottolinea Lattanzi – di un servizio destinato ad agevolare i rapporti tra i contribuenti e l'Ente, invito dunque chi ne fosse interessato a compilare la modulistica in modo da poter predisporre quanto prima l'archivio per le comunicazioni digitali".
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Il sindaco Serena Arrighi è intervenuta questa mattina nel corso della commissione Marmo presieduta da Nicola Marchetti. In qualità di titolare della delega specifica, la prima cittadina ha fatto quindi chiarezza sulle prossime azioni che il comune intraprenderà riguardo due vicende giudiziarie che negli ultimi mesi hanno interessato beni estimati e regolamento degli agri marmiferi.
“Per quanto riguarda la natura dei beni estimati come amministrazione siamo pronti a portare fino in fondo un percorso che le forze che rappresentiamo e che ci sostengono hanno intrapreso ormai da anni – spiega Arrighi –. Diverso è invece il caso della sentenza del Tar dello scorso agosto nella quale i giudizi fiorentini si sono espressi, tra l'altro, sull'articolo 21. Si è trattato in quel caso di una decisione assolutamente positiva per il Comune visto che è andata a confermare in toto, o quasi, non solo l'impianto dell'articolo in questione, ma anche dell'intero regolamento comunale degli agri marmiferi. Altri aspetti della sentenza, come quello dell'Emas, sono invece fattori positivi che porteranno tutte le nostre aziende a certificarsi e quindi intraprendere un percorso sempre più virtuoso".
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