Politica
Frigido a rischio esondazione per i troppi detriti: Benedetti chiede l'intervento del prefetto per obbligare il sindaco Persiani a intervenire
La notizia, divulgata nei giorni scorsi dall'ingegnere idarulico Roberto Vercelli, del grave rischio di esondazione del Fiume Frigido ormai troppo sovraccarico di detriti del marmo, determinato dal carattere…

La visita del Ministro dello Sport Andrea Abodi a Massa: un segnale concreto di attenzione al territorio
Si è svolta lunedì 21 luglio la visita a Massa Carrara del ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. "La visita, la seconda sul territorio…

Assente l'impiegato, chiuso il chiosco dei biglietti di Autolinee Toscane senza spiegazioni: la segnalazione del consigliere Bernardi
Chiuso il chiosco di piazza Matteotti a Carrara, in cui si vendono i biglietti del bus di Autolinee Toscana: la segnalazione arriva dal consigliere dell'opposizione Massimiliano Brnardi che…

Massa come Milano, secondo il comitato Ugo Pisa: "Urbanistica governata da interessi privati"
Il comitato Ugo Pisa ha trovato un parallelismo tra lo scandalo legato al settore urbanistica del comune di Milano con la situazione di Massa: "L’inchiesta che ha coinvolto…

«Incendio al campo di Lavello, sfiorata la tragedia. La sindaca faccia rispettare ordinanza di demolizione e sgombero»
"L'incendio che nella notte ha devastato una roulotte abitata nel campo rom di Lavello è l'inevitabile conseguenza di una situazione di illegalità e degrado che denunciamo da tempo.

«Trasporto pubblico a Colonnata, situazione segnalata da tempo, ora anche pericolosa: la giunta Arrighi resta sorda»
“Già in data 26 luglio 2024 e 14 ottobre 2024 attraverso la stampa locale avevo segnalato le allora gravi criticità del servizio di trasporto pubblico a Colonnata, con…

Il cambio di nome dell'aeroporto del Cinquale è irregolare: Italia Nostra Massa Montignoso si appella al prefetto e alla presidenza nazionale
La sezione Massa Montignoso di Italia Nostra ha fatto un appello al presidente nazionale per salvaguardare i toponimi storici della città di Massa: “A Massa, nel corso degli anni, sono…

Il Polo P&S: sono i sindaci azionisti di Gaia a dare le linee strategiche al CDA
Per il Polo Progressista e di Sinistra, composto da M5S RC e Mcc, chi risponde in nome e per conto di GAIA Spa non ha ben chiara la…

Azione U30 Massa: soddisfatti per la riapertura della Biblioteca, una risposta concreta alla città
Come Azione U30, accogliamo con soddisfazione la notizia della riapertura della Biblioteca Comunale di Massa nella sua sede temporanea presso la scuola Bertagnini. Si tratta di una soluzione…

Ponticello in legno sul fiume Frigido in stato di degrado: il consigliere Tarantino e il comitato "Tra la Gente" chiedono un intervento immediato
Ancora una segnalazione sullo stato di degrado delle infrastrutture pedonali nella zona del fiume Frigido. Questa volta è il comitato cittadino “Tra la Gente”, attraverso il suo rappresentante…

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Il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Vittorio Fantozzi interviene in merito all'approvazione, in consiglio regionale del diritto all'oblio oncologico: "Il consiglio regionale ha approvato all'unanimità un ordine del giorno di Fratelli d'Italia che impegna la Regione ad intervenire affinché la Toscana si faccia promotrice del riconoscimento del "diritto all'oblio" per evitare che coloro che sono guariti da patologie oncologiche subiscano discriminazioni inaccettabili, impedendo che le informazioni relative a malattie tumorali pregresse siano considerate ai fini della valutazione della persona guarita. Un grande atto di civiltà" dichiara il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Vittorio Fantozzi, firmatario dell'ordine del giorno.
"Nel 2022 la riabilitazione oncologica in Italia è di fatto un diritto negato - sottolinea Fantozzi -. Tanto è vero che lo scorso 29 marzo è stato illustrato al Senato il Disegno di Legge che, in linea con quanto già legiferato in Francia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Portogallo, intende garantire agli ex pazienti il diritto a non essere rappresentati dalla malattia e a non subire discriminazioni: coloro che hanno superato la malattia oncologica da almeno 10 anni (e da 5 anni se diagnosticata prima dei 21 anni d'età) possono accedere a mutui e prestiti, assicurazioni sulla vita e adozioni. Accade invece, oggi, che chi ha avuto una malattia si trova a vivere, (quindi dopo il danno pure la beffa!), difficoltà nell'accesso ai sopra citati servizi essenziali oltre ad incontrare ostacoli nella selezione per un lavoro e nella carriera professionale. La Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) ha realizzato la campagna di comunicazione "Io non sono il mio tumore" con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni, nella speranza di raggiungere al più presto gli altri Paesi virtuosi, ma tante altre associazioni di volontariato sono sensibilizzate sul tema".
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Focus dell'incontro l'erosione della spiaggia, che devastata Marina di Massa, ha colpito Vittoria Apuana e si sta dirigendo verso il pontile di Forte dei Marmi, l'ampliamento del porto di Carrara, che potrebbe far accelerare il fenomeno erosivo innescato proprio dal porto , come ha scritto ai Paladini nel febbraio scorso il Presidente dell'Autorità Portuale Mario Sommariva. Una responsabilità riconosciuta anche da 52 scienziati di tutto il mondo relatori al Forum del Mare e delle Coste di Forte dei Marmi e prevista dalla Relazione della Commissione Lizzoli del 1802, che diceva no al porto di Carrara, perché essendo innaturale, avrebbe portato un'erosione di 200 passi ogni 52 anni; è quello che è successo. "Un documento storico, aggiunge Colacicco una sorta di Business Plan dell'epoca voluto dal Conte Lizzoli Commissario del Governo francese per definire le possibilità di sviluppo del territorio, in ogni ambito dell'economia.
Anche ora va proprio fatto questo, bisogna pesare e parametrare le due economie, quella turistica, e quella industriale, considerando quanto l'eventuale sviluppo dell'economia legata al porto, con l'ampliamento dello stesso non andrà, nell'ipotesi di un'accelerazione dell'erosione a danneggiare ulteriormente l'economia turistica.
Questo è il punto fondamentale per le scelte che dovranno operare i politici,
Il futuro del territorio dipende dalle loro decisioni che saranno poi premiate o meno dal consenso dei cittadini.
Più che attenti i candidati - alla storia dell'erosione in immagini dal 1900 ad oggi, un alla breve lezione su che cosa è l'erosione del Professor Giovanni Sarti dell'Università di Pisa, presidente Curriculum Georischi e coordinatore del Team Coste, Al centro come si è sviluppata nel nostro territorio, e come e perché la spiaggia è stata erosa a nord per arrivare in accumulo a sud, anche grazie agli interventi dell'pera dell'uomo, come appunto il porto di Carrara. "Ora bisogna considerare anche il cambiamento climatico, "con cui convivere che impatterà anche sull'erosione andando ad aumentare il livello del mare ha detto il Professor Giovanni Zanchetta, Presidente della Laurea in scienze ambientali a Pisa – Il Professor Mauro Rosi, geologo, dell'Università di Pisa, ha messo l'accento sul ripascimento strutturale, non certo one shot come a Poveromo, ma programmato e continuo, in un approccio di costante manutenzione, andando a prendere la sabbia a sud nelle zone in accumulo verso Viareggio, per portarla a nord a partire dalla Partaccia.
Un investimento importante ha specificato Colacicco che,calcolando, dovrebbe essere pari a 32 Milioni di euro, che potrebbe essere vanificato se l'ampliamento del porto portasse ulteriore erosione.E' poi intervenuto Paolo Ricotti, economista d'impresa, già Amministratore Delegato di importanti gruppi Nazionali e Internazionali, docente all'Università Statale di Milano Bicocca e fondatore di Planet Life Economy Foundation. . Per Ricotti l'intero territorio va studiato e pensato in chiave sostenibile, che vuole dire un sistema declinato su sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
"Vero ha detto ,Orietta Colacicco - il Presidente Sommariva si è detto disponibile a un confronto, peccato che a febbraio, quando noi lo abbiamo chiesto insieme a tutte le categorie economiche non ci sia stato concesso. E quando i nostri legali per due volte hanno fatto accesso agli atti per poter vedere il progetto del nuovo PRP è stato risposto che avremmo dovuto attendere i tempi di procedura VAS per vederlo.
Quindi è stata la volta dei candidati.
Nicola Cavazzuti di Unione Popolare ha ribadito quanto l'ambiente sia al centro del proprio programma e quanto si sia dedicato al tema dell'erosione, che va risolto, Cosimo Ferri di Azione Italia Viva ha richiamato la necessità di trasparenza verso i cittadini e di competenza nell'individuare soluzioni equilibrate e sostenibili sia per il litorale, che per la portualità. Massimo Mallegni, che ha sottolineato aver richiesto il progetto del PRP del porto undici volte, ha tuonato" devono mostrare il progetto, perché in una moderna democrazia icittadini devono sapere".
Secondo Mallegni è necessario un ripascimento strutturale subito, quanto al porto, "le opere sono necessarie, ma dobbiamo sapere prima quale è il conto da pagare" Per Elisa Montemagnipiù che la competenza è necessaria la conoscenza dei fenomeni, dei piani e dei progetti, in modo che politici e amministratori poi con la competenza degli esperti si assumano il compito della decisione, che è loro responsabilità. Il ripascimento deve essere costante. L'onorevole Martina Nardi del PD ha puntato a una sinergia fra le diverse economie (portuale e turistica) e propone un Consorzio fra Comuni e Porto.
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"Atto vile e da condannare,la politica non è questa". La candidata del Pd l'onorevole Martina Nardi condanna senza se e senza ma quanto accaduto sabato sera a Marina di Carrara al gazebo della Lega. "La lotta politica si fa con le armi della democrazia e delle idee, mai con la violenza. Chi usa violenza per imporre la sua visione politica non ha mai ragione . Esprimo tutta la mia solidarietà e quella del Partito Democratico ai militanti della Lega rimasti coinvolti in questa bruttissima vicenda". Secondo la Nardi la violenza non ha mai ragione, spera però che questo vergognoso episodio non inquini questa campagna elettorale. "L'episodio è da condannare senza se e senza ma, non può e non deve avvelenare il clima politico di grande competizione, nel rispetto delle idee, che in questo territorio si respira".
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Il responsabile comunale di Forza Italia, Gianenrico Spediacci, esprime a nome della sezione locale del partito la sua vicinanza al consigliere della Lega Andrea Tosi e ai militanti che sono stati vittima dell’aggressione al gazebo di Marina sabato sera.
Una notizia che Forza Italia apprende con grande dispiacere, augurando alle vittime dell’aggressione una pronta guarigione e l’augurio che episodi del genere diventino sempre più isolati e circoscritti per il bene della democrazia e del dialogo.
“Forza Italia è vicina a tutte le persone che hanno subito la dura aggressione al gazebo di Marina – commenta Gianenrico Spediacci – con l’augurio che possano al più presto lasciarsi alle spalle questo deprecabile episodio e tornare ad occuparsi di politica in modo sereno e sicuro. Situazioni del genere non sono del tutto nuove nel nostro comune, e riteniamo altresì che questo clima di odio verso alcuni partiti non faccia altro che esasperare e accrescere le tensioni; quando invece sarebbe utile che ci fosse il rispetto reciproco tra tutte le componenti come una società civile dovrebbe avere”.
Forza Italia ribadisce inoltre come solo un sano confronto politico improntato sul dialogo, l’educazione, il dibattito e soprattutto il rispetto per il pensiero altrui, possa essere costruttivo per il bene della città e più in generale per la politica locale, senza che debba sfociare talvolta come nel caso dell’aggressione di sabato sera in uno scenario da far west con danni e feriti.
“Sono atteggiamenti che condanniamo fortemente – prosegue Spediacci – e sui quali è necessario fare un’attenta riflessione, in modo che in futuro questo tipo di tensioni sia sempre meno presente nelle nostre strade. Non è stato sicuramente un bello spettacolo ciò che è successo e Carrara non ha bisogno di finire sulle cronache nazionali per episodi del genere. La violenza verbale e non solo fisica, con cui sono stati aggrediti i militanti della Lega con i soliti insulti sul fascismo, attribuibili spesso ai partiti di centro destra, sta diventando purtroppo una costante pericolosa”.
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Fratelli d'Italia Carrara con Lorenzo Baruzzo esprime solidarietà alla dirigenza ed ai militanti della Lega che nella serata di sabato 10 settembre a Marina di Carrara, sono stati aggrediti da parte di una cinquantina di delinquenti riconducibili all'area antagonista anarchica e della sinistra estrema.
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I due big del Terzo Polo, la ministra Maria Stella Gelmini e l'onorevole Cosimo Maria Ferri, si sono incontrati oggi nella provincia di Massa Carrara per un confronto proseguito poi a Palazzo Ducale di Genova. Presente anche l'onorevole Raffaella Paita a sua volta candidata al senato nella regione Liguria.
"Credo che la campagna elettorale che il terzo polo sta portando avanti in Toscana – ha dichiarato al nostro microfono la Gelmini - sia una campagna elettorale coraggiosa, perché improntata al Si senza se e senza ma. E quindi si al rigassificatore di Piombino, si alle infrastrutture e alle grandi opere, improntata ad un'attenzione autentica sull'energia".
La Gelmini, ex ministra di Forza Italia, numero due in tandem con Renzi nel collegio Toscana, entra dunque nel merito dei temi della coalizione: "Vogliamo aiuti per famiglie ed imprese: sappiamo che i soldi non bastano mai se non si ottiene un tetto europeo al prezzo del gas".
Quale ricetta? "Vogliamo provare a superare le conflittualità e le contrapposizioni, silenziare le curve sud, e provare a realizzare un'agenda che serva realmente al Paese partendo dalla ricetta economica liberale".
Cosimo Maria Ferri: "La presenza di Maria Stella Gelmini è importante perché testimonia che il terzo polo riformista guarda al mondo moderato. Siamo un nuovo spazio politico, una prospettiva, una nuova casa per chi non si sente più rappresentato dai partiti".
L'onorevole conclude puntualizzando: "Serve un cambiamento e la necessità di praticarlo in Parlamento. Il nostro progetto riformista è uno spazio politico coraggioso che dice basta alle vecchie etichette politiche".
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Giuseppe Mascambruno buongiorno. Lei è livornese doc oltre ad essere giornalista da una vita ed aver ricoperto il ruolo di direttore responsabile del quotidiano La Nazione di Firenze. A Livorno il candidato del Pd è un lucchese, Andrea Marcucci. Lei ne ha già scritto. Cosa pensa di questa scelta per una città che, comunque, è sempre stata rossa quasi per definizione?
Beh, cominciamo col dire che la <rossa Livorno> è un'identità che ormai appartiene più alla storia che all'attualità. Il dato vero, caso mai, è capire fino a quanto e, soprattutto fino a quando, il Pd possa ancora essere considerato l'erede politico di quella storia. Direi ormai poco, molto poco in termini quantitativi di rappresentanza delle fasce sociali più deboli e meno garantite e, anche per questo, molto poco anche in termini temporali. E, a confermarlo, c'è proprio la scelta di candidature, come quella del senatore Marcucci, posizionate esattamente all'opposto di quella domanda sociale. Scelte che spiegano meglio di tante altre pensose analisi quanto ignobile sia questa legge elettorale, non a caso espressione, stavolta per mano di Rosato, di quella <cultura renziana> che ha allevato anche il senatore Marcucci e che sottrae per l'ennesima volta agli elettori la possibilità di scegliersi il parlamentare di fiducia.
Alcuni giorni fa Enrico Letta, segretario del Pd, durante una festa de l'Unità a Pisa, la sua città, se ne è uscito come i dolori con un 'Livorno merda', ovviamente calcisticamente parlando, che, però, non è piaciuto alla città amaranto. Secondo lei Marcucci come avrebbe dovuto prenderla?
Non ho idea di come l'abbia presa Marcucci. Nell'agiografia del campanilismo pisano-livornese ormai è roba anche un po' decotta e noiosa. Marcucci è un signore che è cresciuto negli agi frutto di una ingente eredità familiare: non mi pare obiettivamente il più adatto a capire e soprattutto interpretare l'anima popolare di una comunità, quella livornese, forse in Toscana la più distante da quella vena lucchese cittadina, composta e formale fino ai confini, in certi casi, dell'adulazione interessata e per questo ipocrita. Un abito, un gessatino direi, che Marcucci mi pare indossi alla perfezione.
Battute a parte lei come vede la situazione politica nel capoluogo labronico alla vigilia delle elezioni politiche?
Livorno è in una fase storica delicata: agli effetti generali di una congiuntura carica di incognite e uguale per tutti, si aggiungono gli esiti di politiche di governo del territorio che, negli ultimi vent'anni, raccontando l'opposto hanno in realtà approfondito i solchi di divisione sociale della città. Attraverso miopie di programmazione industriale, inchiodata sulle alterne sorti del porto, ma anche per effetto di politiche urbanistiche che hanno finito per favorire speculazioni in mano ai soliti imprenditori dominanti, esplosione della grande distribuzione commerciale fuori dai confini e conseguente degrado, non solo commerciale, del centro e dei quartieri storici. Inevitabile che in questi ultimi, soprattutto quelli a nord della città dove si concentrano le case popolari, spesso occupate abusivamente, trovassero base operativa anche attività criminose. Fino a raggiungere episodi molto gravi che stanno spaventando proprio quella fascia di elettorato cresciuta nel culto del PCI e che oggi è obiettivo privilegiato della destra leghista e meloniana. Credo proprio che, da questo punto di vista, Livorno possa finire tra le sorprese di questa tornata elettorale.
Sinceramente, secondo lei candidare Marcucci a Livorno, Pisa e Viareggio è stato volergli fare un regalo oppure l'opposto?
Per quanto già detto, sinceramente ho trovato la scelta del Pd ben poco strategica. Non dico suicida, ma giù di lì. Non so quanto l'influenza di potere della famiglia Marcucci possa estendersi dalla Media Valle lucchese a Viareggio, ma penso che la reazione negativa all'effetto-paracadute di un candidato così estraneo alla cultura, non solo popolare, di Pisa e soprattutto Livorno alla fine risulterà evidente. Tanto più che si tratta di un personaggio vissuto male anche per quella sua promiscuità tra Pd e renzismo, interpretata come opportunismo di galleggiamento e conservazione del potere.
Noi ci siamo conosciuti proprio alla redazione di Livorno del quotidiano Il Telegrafo nel lontanissimo 1989. Lei era il caposervizio, noi soltanto dei borsisti di prima generazione. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. Come è cambiato il giornalismo?
Il tema è di quelli che richiederebbero un'analisi molto articolata. Mi limito a dire che il giornalismo è sempre figlio del suo tempo e questo è un tempo di crisi gravissima, non solo economica e occupazionale, del giornalismo tradizionale, stampa in particolare. Per capire i tempi che viviamo, in qualsiasi tempo, vale sempre la regola del <follow the money>, segui il denaro. Il denaro per fare informazione oggi più che mai è concentrato solo nelle mani di poche figure dominanti che intrecciano interessi economici e politici. E non essendoci più il mercato di un tempo, anche le cosiddette <grandi firme> restano abbarbicate alle poltrone che garantiscono visibilità e soldi fin quando possibile. Il risultato è un appiattimento asservito, a tratti più che imbarazzante, che non può che accelerare l'agonia in particolare della stampa. Mi spiace soprattutto per i giovani che vorrebbero fare questo meraviglioso mestiere e che rischiano di trovare solo le macerie lasciate dalle generazioni precedenti. Quelle che si sciacquano la bocca in continuazione con il <largo ai giovani>. Confido nell'evoluzione digitale, anche se mi resta ancora difficile capire come raggiungere un livello di business davvero in grado di sostenere quel tasso di autonomia indispensabile a un briciolo di affidabilità dell'informazione.
Livorno è una città unica per molti versi, ma, a dirla tutta, lontana anni luce, per garbo, laboriosità e... anche ipocrisia o tirchiaggine, dalla Lucca che gli sta ad un passo. Cosa prenderebbe a Lucca per dare a Livorno e cosa di Livorno presterebbe volentieri a Lucca?
A metà degli anni Ottanta del secolo scorso, ho lavorato e vissuto per due anni a Lucca. E, vista anche di recente, resto ancora ammirato dalla pulizia e dal decoro della città. Un segno di rispetto dell'appartenenza che fa onore ai lucchesi e che stenta invece ad affermarsi a Livorno. Anche se non mancano i segnali di riscatto grazie a un associazionismo ambientalista che sfida con gigantesco impegno un menefreghismo diffuso e duro a morire. Ma di Lucca, convenzionalismo a parte, conservo anche un bel ricordo umano: anzi, approfitto della tua generosa ospitalità proprio per onorare la memoria di un carissimo collega scomparso di recente, Oriano De Ranieri. A noi livornesi piace l'immediatezza reattiva, possibilmente sempre condita da una battuta. L'irriverenza che, colorandosi di ironia, non scade mai a mancanza di rispetto. Anzi diventa segno di considerazione. Ecco, nella trasfusione ipotizzata, ai lucchesi forse potrebbe far bene un paio di gocce al giorno di questa miscela comunicativa. Un po' come imparare a prendere il ponce un cucchiaino alla volta.
Come vive un giornalista in pensione? E' vero che si rischia di annoiarsi con quell'adrenalina quotidiana che viene a mancare?
Confesso che il distacco a 56 anni, anche per la pesantezza delle ingerenze in cui è maturato, è stato duro. Molto duro. Tanto che, come accennato prima, tanti, anzi troppi direi, sono i colleghi che da pensionati ben più anziani continuano a rimanere attaccati anche all'ultimo sgabello pur di non sottrarsi all'autentica droga del lavoro diventato vita. La libertà è una condizione che richiede tante rinunce. Si dura fatica, ma ci si arriva. E quando la disintossicazione è completa, il piacere della libertà è impagabile: ti scegli gli interlocutori, assecondi chi merita, aiuti chi ha bisogno e mandi a quel paese i soliti ruffiani che vorrebbero usarti magari solo per il tuo passato. Si gode da matti. Poi da quando sono diventato nonno, capisco ancora meglio quanto sia rovinoso e stupido il culto della vaniloquenza.
I suoi anni a La Nazione: ce li può descrivere e ricordare sia pure in breve?
No, non posso descrivere in breve 40 anni di identificazione della vita con una passione nata a 16 anni. Mi limito a dire che ho goduto del privilegio di fare il giornalista in una testata che ha rappresentato meglio di altre la vitalità culturale della Toscana, la sua capacità di difendere e interpretare un'idea aprendosi anche alle altre. La Nazione è stata tutto questo fino a quando l'editore, l'unico tra quelli più in vista in Italia senza altri interessi in conflitto, ha avuto dalla sua i bilanci che gli consentivano di non svenarsi nei conti. Ma ormai da oltre 10 anni a questa parte la crisi ha aperto la porta a pesanti ingerenze esterne. Sotto forma di contratti pubblicitari e, soprattutto, di relazioni di potere clientelare politico-affaristico-bancario. La fine della mia direzione alla <Nazione>, ormai nel lontano luglio 2011, non a caso coincide con le intercettazioni che rivelano, a proposito di industriali farmaceutici, quale peso avesse la famiglia Aleotti della <Menarini> al cospetto dell'editore Riffeser. All'epoca coinvolti in un caso giudiziario dai risvolti pesantissimi, poi ridimensionati nei gradi di giudizio processuale. Rimando per chi è più curioso all'inchiesta dell'Espresso uscita di lì a poco intitolata <I domatori di giornali>. Ma all'editore e a chi per lui non detti la soddisfazione di licenziarmi, mi dimisi io.
Cosa ha Livorno a parte il mare?
Livorno è la città in cui ho vissuto fino all'assunzione al giornale, a 23 anni, che ho perso per tanti anni inseguendo la passione professionale ovunque mi fosse proposto e che ho ritrovato dieci anni fa. Me la godo come un matto, perché Livorno sì, è soprattutto il mare, un clima invidiabile soprattutto ora che l'età avanza, ma è anche tanto altro. E' il gusto, se si è liberi ovvero affrancati dal bisogno, del vivere fuori dalle convenzioni che ti imprigionano nell'opportunismo. Approfitto della tua ospitalità per fare anch'io una marchettina a mio vantaggio: è appena uscito <Livorno, le 100 meraviglie + 1>, Typimedia editore, in cui ho tentato di descrivere tutto il mio amore per questa città. A dispetto degli stereotipi distruttivi, carica di storia e di tante bellezze sottratte alla memoria e abbandonate al più ignobile e scellerato degrado. Per sciatteria, certo. Ma, secondo me, anche per un disegno politico preciso di rimozione del passato per favorire, ancora fino a pochi anni fa, il controllo del presente.
Giornalismo a Livorno adesso che il cartaceo è alla frutta: c'è spazio per chi volesse fare un tipo di giornalismo diverso, aggressivo e critico verso un certo modo di intendere la città?
Vale quanto già detto per il giornalismo in generale. E Livorno non sfugge a questo dato generale. Caso mai si può dire che non la metterei tra le città con le caratteristiche più adatte a sviluppare un mercato in grado di generare le risorse necessarie a sostenere un business professionalmente garantito e protetto. Ma è anche vero che il mercato lo fa anche l'offerta. E, secondo me, non esiste un giornalismo diverso, aggressivo e critico. Il giornalismo per essere tale, soprattutto nei confronti del potere, comunque si manifesti, non può che avere quelle caratteristiche. Si tratta solo di stabilire quanto vale la libertà.
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Nelson Mandela Forum di Firenze con più di duemila persone ad attenderla. E lei è arrivata, puntuale, aprendo la porta di quel palazzetto dello sport con le chiavi onorarie ricevute qualche anno prima dal referente responsabile di questo luogo nominato proprio dal primo cittadino fiorentino Dario Nardella. Era la cena di Natale che Giorgia Meloni aveva fatto proprio qui, ma evidentemente, dice la Meloni, il sindaco Dario Nardella non si ricorda.
E’ scivolato, come si usa dire, “su una buccia di banana”, con dichiarazioni alla stampa che l’hanno fatta infervorare fin da subito. Uno scivolone che rischia di diventare una “grossa caduta di stile” per il primo cittadino. Esordisce la Meloni: “ridicolo, dice stupidaggini, il referente nominato da Nardella responsabile di questo luogo mi ha dato le chiavi e il passaporto onorario del Mandela forum”. Commentando l’infelice uscita del sindaco Nardella che l’accusa di incarnare i valori opposti a quelli di Nelson Mandela, Giorgia Meloni prosegue: “Nardella non se n’era accorto, oppure devo dedurre che cerca di ravanare due o tre voti per il Pd in grande difficolta, la vera apartheid è fare entrare gli stranieri e poi trattarli da schiavi”
Questa e solo una parte del “concerto politico” che Giorgia ha voluto cantare ai suoi avversari su quel palco blu che assomiglia a un ring, al centro della sua platea, in mezzo ai tavoli che hanno visto i commensali entusiasti della sua performance. Giacca bianca, pantalone sportivo e sneakers. Non vuole voltare le spalle a nessuno dei presenti e per questo si muove ininterrottamente su quel ring che le fa già assaporare la vittoria. Illustrando gli punti del programma di Fratelli d’Italia dice: “Il Pd nel suo programma parla di me, roba che se io decidessi di smettere di fare politica, non ha più niente da dire.”
I temi toccati sono molteplici ma il tempo è tiranno, deve prendere il treno perché il giorno dopo si deve trovare pronta in un’altra regione. E allora cerca di spiegarli velocemente, nel modo più semplice e comprensibile a tutti senza però tralasciare nulla. Temi tremendamente attuali che vanno dall’aumento delle bollette energetiche a quello di un fisco più equo, dalla riforma costituzionale con l’elezione diretta del presidente della repubblica per arrivare all’argomento scottante per la Toscana, il rigassificatore di Piombino. Esordisce dicendo: “abbiamo il dovere di verificare se ci sia un’alternativa più veloce per non fare ricadere ancora sacrifici sulla stessa città, altrimenti dobbiamo riconoscere compensazioni.”
A fare gli onori di casa fin dal principio il parlamentare Giovanni Donzelli, deus ex machina dell’avvenimento fiorentino insieme ad altri big nazionali intervenuti alla cena, da Riccardo Zucconi a Ignazio La Russa e Daniela Santarchè. Cena allietata dalla musica del quintetto d’archi diretto dal maestro Giuseppe Lanzetta che ha suonato brani di ogni genere musicale, da Lucio Battisti a La vita è bella. Al suo tavolo era circondata dai sindaci che hanno conquistato le città toscane di Siena; Pistoia, Pisa, Arezzo, Lucca, Massa e Piombino e il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia.
Prima di finire chiede al pubblico: ”siete pronti? siete caldi? Io sono pronta se voi volete un governo che non si fa ricattare, comprare e non guarda in faccia a nessuno”. I sondaggi danno il partito di Fratelli d’Italia al primo posto ma la strada, come spiega, è ancora lunga e non bisogna abbassare la guardia. Prima donna in pectore e qui al Nelson Mandela sono tanti a crederci. Salgono poi sul palco tutti i candidati, parte l’inno nazionale con la sala in piedi e con la mano sul cuore. Prima di correre via, accompagnata dal personale per la sicurezza, a prendere quel treno che la porterà in un’altra regione, Giorgia Meloni saluta il presenti a braccia levate esclamando: “viva l’Italia, viva Fratelli d’Italia.”
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Dall'emergenza ungulati, tema molto sentito anche nella provincia di Massa Carrara, che vede Coldiretti pronta a chiedere al nuovo Governo un decreto legge urgentissimo per modificare l'articolo 19 della legge 157 del 1992 per ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette al piano invasi per affrontare i cambiamenti climatici e la siccità. Dalla legge di bilancio ai 35 miliardi di euro di fondi europei da non perdere, dai secchi no al nutriscore, ai sistemi di allarmistici di etichettatura a semaforo che l'Europa vorrebbe introdurre, al cibo sintetico prodotto in fabbrica e al trattato commerciale UE-Mercosur fino alla battaglia fondamentale per l'indicazione di origine in etichetta ma anche la necessità di attuare al più presto le misure del Pnrr.
Sono sinteticamente le cinque priorità per i primi 100 giorni del Governo che Coldiretti Massa Carrara presenterà ai candidati locali nei collegi uninominali e plurinominali alle elezioni del prossimo 25 settembre a cui chiederà un formale impegno per realizzarli. Il documento sarà illustrato ai candidati attraverso iniziative ed incontri che saranno via via concordati con i candidati.
''La campagna elettorale – ha spiegato Francesca Ferrari, presidente Coldiretti Massa Carrara - non fermi gli interventi necessari per contrastare il devastante caro bollette che sta spezzando le imprese agricole già duramente colpite da mesi di rincari, siccità e cambiamenti climatici; così come non fermi gli investimenti per ridurre la dipendenza alimentare dall'estero ed assicurare a imprese e cittadini la possibilità di produrre e consumare prodotti alimentari al giusto prezzo. Il documento con le priorità per i primi 100 giorni di Governo sarà illustrato e consegnato a tutti i candidati della provincia di Massa Carrara che avranno voglia di incontrarci in queste due settimane decisive per il futuro del nostro paese. A tutti i candidati chiederemo di sottoscrivere il nostro documento sancendo così un impegno formale per raggiungere i cinque obiettivi per salvare la nostra agricoltura".
Le cinque priorità dei primi 100 giorni del Governo
1) Difendere l'agricoltura italiana con l'istituzione del ministero dell'agroalimentare: dalla legge di bilancio ai 35 miliardi di euro di fondi europei da non perdere
2) Europa: no al Nutriscore, no al cibo sintetico e no al Mercosur, sì all'origine in etichetta, sì alla sostenibilità e sì alla ricerca
3) Pnrr: la chiave per la sovranità alimentare, energetica e logistica italiana
4) Stop cinghiali: difendiamo cittadini e agricoltori
5) Invasi: acqua e energia sostenibile per l'Italia
Per informazioni www.massacarrara.coldiretti.it oppure pagina ufficiale Facebook @coldirettimassacarrara
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- Fantozzi-Amorese (FdI): "La regione non ha voluto concedere il riconoscimento dello "stato di disagio" per le colline del Candia"
- Andrea Tosi (Lega) e le dichiarazioni dell'assessore Dazzi sul Politeama: "L'ignoranza genera solo brutalità e disordine"