Politica
PABE del Comune di Massa, Consigliere Paolo Balloni (Lega): "Soddisfatti dell'approvazione, il Piano rispecchia la visione della Lega che coniuga impresa, ambiente e sicurezza"
L'approvazione dei Piani Attuativi di Bacino Estrattivo (PABE) da parte del comune di Massa è un passaggio cruciale per il futuro del settore del marmo. Il…

Risse, danni e furti a Massa: per i consiglieri del Pd Serve un tavolo per una città più sicura
Negli ultimi mesi Massa sta vivendo una situazione sempre più preoccupante. Si susseguono episodi di violenza, danneggiamenti a edifici e attività, risse, atti di vandalismo e perfino furti…

Degrado ex liceo scientifico Marconi di Carrara: secondo il Polo progressista e sinistra Massa la responsabilità del recupero è del governo Meloni
Il Polo progressista e di sinistra, composto da M5S RC e Mcc, deve evidenziare, sin qua, la totale indifferenza del governo Meloni di fronte alla necessità di recuperare…

Solidarietà del Comitato Cava Fornace ai cittadini di Empoli: "Il referendum è una battaglia di tutti"
Il Comitato ex Cava Fornace esprime il proprio sostegno ai cittadini e alle cittadine di Empoli che il prossimo 9 novembre 2025 saranno chiamati a…

Cade un masso sulla strada di Forno: la segnalazione da Rifondazione Comunista Massa che aveva segnalato lo stato di incuria delle strade montane massesi
"Non più tardi di qualche giorno fa denunciavamo lo stato di incuria e di estrema precarietà in cui vertono le strade della montagna massese. Nella giornata…

Impegno per garantire al Cermec il miglior futuro possibile: l'assessore alle partecipate del comune di Carrara spiega la linea nei confronti di Cermec
"Stiamo lavorando per garantire a Cermec investimenti alternativi nel caso non si realizzasse il biodigestore - spiega l'assessore alle Partecipate del Comune di Carrara Carlo Orlandi -. Cermec è una…

Cittadini a confronto a Marina di Massa il 3 novembre: il comitato “Tra la Gente” invita al dialogo
Un pomeriggio di confronto aperto, tra idee, segnalazioni e proposte concrete per migliorare la vita quotidiana dei cittadini. È questo lo spirito con cui il comitato…

Matteo Martinelli, consigliere M5S: "Si rischia di perdere 26 milioni di investimenti sul territorio. Orlandi si dimetta"
"Siamo di fronte all’ennesimo capitolo della saga dei pasticci dell’assessore Orlandi e della Sindaca – attacca il consigliere M5S Matteo Martinelli - e che questa…

Nausicaa, ancora un’ingiustizia ai danni di un lavoratore storico dei servizi cimiteriali: Fit Cisl chiede le dimissione della direttrice Lucia Venuti
Arriva da Fit Cisl il caso di un lavoratore di Nausicaa s.p.a.: "Assunto nel 2014 con un contratto part-time, dopo oltre 11 anni di servizio e numerose richieste…

Arresto spacciatori all'ex liceo scientifico di Carrara: Forza Italia approva gli arresti e chiede la riqualificazione dell'area
“Forza Italia continuerà a vigilare affinché non ci si fermi alla sola chiusura delle aree pericolose, ma si lavori per una vera rinascita dell’ex Liceo Scientifico Marconi. La…

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Il Comitato Tra la Gente lancia un appello urgente agli enti competenti per un intervento immediato di manutenzione e pulizia del fiume Frigido e delle sue sponde. “È necessario – afferma Andrea Marchini, componente del comitato – pulire gli argini, in particolare nella parte montana, dove i detriti e la vegetazione incolta rischiano di ostruire il normale deflusso delle acque. Dopo le ultime piogge, la situazione è diventata ancora più critica e serve un’azione rapida e coordinata.”Il comitato sottolinea anche la necessità di procedere al dragaggio e alla liberazione dell’arenile e della foce del Frigido, in modo da ripristinare il corretto deflusso verso il mare, nel pieno rispetto dell’ambiente e degli equilibri naturali. “Occorre che gli enti competenti intervengano con urgenza – prosegue Marchini – per autorizzare e finanziare le operazioni di pulizia e sgombero della foce, lavori indispensabili per la sicurezza del territorio e la prevenzione di allagamenti. Non possiamo aspettare l’emergenza per agire.” Il Comitato Tra la Gente chiede quindi una sinergia tra istituzioni e strutture tecniche per pianificare un intervento strutturale e periodico che garantisca la manutenzione costante del corso d’acqua, a tutela dei cittadini e dell’ambiente.“Serve una manutenzione programmata, non interventi occasionali. La sicurezza idraulica del territorio è un bene comune che va difeso tutto l’anno”, conclude Marchini.e pulizia del fiume Frigido e delle sue sponde. “È necessario – afferma Andrea Marchini, componente del comitato – pulire gli argini, in particolare nella parte montana, dove i detriti e la vegetazione incolta rischiano di ostruire il normale deflusso delle acque. Dopo le ultime piogge, la situazione è diventata ancora più critica e serve un’azione rapida e coordinata.”Il comitato sottolinea anche la necessità di procedere al dragaggio e alla liberazione dell’arenile e della foce del Frigido, in modo da ripristinare il corretto deflusso verso il mare, nel pieno rispetto dell’ambiente e degli equilibri naturali.“Occorre che gli enti competenti intervengano con urgenza – prosegue Marchini – per autorizzare e finanziare le operazioni di pulizia e sgombero della foce, lavori indispensabili per la sicurezza del territorio e la prevenzione di allagamenti. Non possiamo aspettare l’emergenza per agire.”
Il Comitato Tra la Gente chiede quindi una sinergia tra istituzioni e strutture tecniche per pianificare un intervento strutturale e periodico che garantisca la manutenzione costante del corso d’acqua, a tutela dei cittadini e dell’ambiente.
“Serve una manutenzione programmata, non interventi occasionali. La sicurezza idraulica del territorio è un bene comune che va difeso tutto l’anno”, conclude Marchini.
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“Nella frazione di Forno sono necessari interventi di manutenzione per la regimazione delle acque (nell'area sovrastante il cimitero) e di messa in sicurezza del muro e del parapetto (nell'area ingresso del camposanto)” Lo dicono i consiglieri del Pd di Massa Stefano Alberti, Ricci Enzo Romolo, Gabriele Carioli, Giovanna Santi e Daniele Tarantino che hanno firmato un’interpellanza all’amministrazione in cui dicono: “Abbiamo avuto modo di raccogliere la preoccupazione di alcuni abitanti della frazione di Forno, in merito alla mancanza di manutenzione delle fosse di canalizzazione e dei fossati che dovrebbero regimare le acque meteoriche superficiali nell'area sovrastante il cimitero della suddetta località. Abbiamo valutato che, se opportunamente pulito, il reticolo di canalette e cunette assolverebbe adeguatamente alla funzione di convogliare le acque meteoriche superficiali nel Frigido e che caso in questione, per una mancata manutenzione, il materiale non rimosso ostruisce lo scolo delle acque con la conseguente dispersione delle stesse verso il cimitero sottostante. Il cimitero di Forno è stato oggetto in questi anni di lavori di consolidamento dovuti agli smottamenti e alla instabilità del versante montano, chiediamo all’amministrazione se sono previsti lavori di manutenzione ordinaria sulla rete di regimazione delle acque meteoriche sovrastante il cimitero. Peraltro, considerato che il muro di contenimento che sostiene l'area antistante l'ingresso del cimitero evidenzia segni di “spanciamento” forse a causa della pressione di un grande albero. Chiediamo anche se sono state fatte le necessarie verifiche circa la stabilità del muro. Secondo quanto riferiscono gli abitanti di Forno, risulta essere poco sicura la protezione del parapetto, muretto sul lato mare dell'area d'ingresso del camposanto e lungo via dei Campi, dove sostano talvolta famiglie con bambini in visita al cimitero, per cui chiediamo su di esso, l'installazione di una ringhiera o altra protezione per impedire possibili cadute".
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"Alle porte di Carrara si estende un viale che, per la sua importanza strategica, dovrebbe rappresentare il vero biglietto da visita dell’economia apuana. È un asse produttivo vitale, sede di decine di piccole aziende, officine, magazzini e – soprattutto – dello stabilimento Baker Hughes, colosso energetico internazionale con oltre mille dipendenti. Eppure, Viale Zaccagna oggi si presenta come una zona completamente abbandonata: buche, immondizia, marciapiedi inesistenti, illuminazione carente e persino carcasse d’auto lasciate a marcire. Durante un temporale la situazione diventa drammatica: le pozzanghere si trasformano in laghi, il viale in un torrente e la visibilità in un miraggio. In queste condizioni pedoni e ciclisti rischiano la vita ogni giorno, tra assenza di marciapiedi, scarsa illuminazione e segnaletica inesistente. È dunque paradossale che una delle aree produttive più importanti della provincia, direttamente collegata alla rete industriale di Baker Hughes – che realizza moduli destinati al colosso americano Venture Global per la fornitura di gas naturale liquefatto (LNG) – versi in tali condizioni di degrado.
A luglio 2025, Eni ha annunciato la firma di un accordo ventennale con Venture Global per l’acquisto di due milioni di tonnellate di GNL all’anno: un’intesa strategica per la sicurezza energetica nazionale, che passa anche dalle tecnologie e dai moduli prodotti proprio nello stabilimento Baker Hughes di Carrara.Una notizia di rilievo internazionale, passata quasi sotto silenzio a livello locale, nonostante coinvolga direttamente uno dei poli industriali più avanzati del territorio. Carrara, insomma, contribuisce all’approvvigionamento energetico dell’Italia e dell’Europa, ma continua a convivere con buche, allagamenti e marciapiedi inesistenti.Tradotto: mentre lo stabilimento lavora per alimentare i flussi energetici del Paese, la strada che lo serve è piena di buche e acqua stagnante. Dentro i cancelli, sicurezza e ordine. Fuori, caos e abbandono. La contraddizione è lampante. La Baker Hughes ha investito in tecnologia, sicurezza e formazione, diventando un modello industriale a livello nazionale.
Ma basta varcare i cancelli per ritrovarsi in un paesaggio da periferia dimenticata. C’è poi un aspetto che molti ignorano: un incidente nel tragitto casa-lavoro può essere riconosciuto come infortunio sul lavoro. Il che significa che l’incuria delle strade non è solo una questione di decoro urbano, ma un tema di responsabilità istituzionale e di tutela dei lavoratori. Chi si fa male in quelle condizioni non paga solo la disattenzione altrui: la subisce. E se oggi il numero di incidenti resta contenuto, è solo grazie alla cultura aziendale di prudenza e sicurezza, non certo al contesto che la circonda. Sul piano amministrativo, la responsabilità è condivisa. Il comune di Carrara, guidato da Serena Arrighi, deve garantire manutenzione urbana, segnaletica e sicurezza pedonale. La Provincia di Massa-Carrara, fino a pochi mesi fa presieduta da Gianni Lorenzetti, gestisce la rete viaria e le infrastrutture principali. Nel frattempo, mentre i cittadini rischiano di affondare nel fango, Lorenzetti è stato eletto consigliere regionale.
Alla recente iniziativa pubblica organizzata dalla Baker Hughes – alla quale erano presenti la sindaca Arrighi, il sindaco di Massa Persiani e la Prefettura – lui non c’era, un’assenza che in molti hanno notato. Un caso? Difficile crederlo.Chi vive e lavora sul viale non chiede miracoli, ma risposte concrete.
Serve un tavolo tecnico immediato tra Comune, Provincia, aziende e cittadini per pianificare, entro 30 giorni, un intervento strutturale che preveda: rifacimento dei marciapiedi e dell’illuminazione; nuova segnaletica e sicurezza pedonale; sistemazione delle fognature e drenaggio dell’acqua piovana; bonifica delle aree degradate e rimozione dei veicoli abbandonati. Alla Baker Hughes si chiede di proseguire nel proprio impegno di sensibilizzazione dei lavoratori – invitandoli, nei transiti mattutini, a utilizzare monopattini o biciclette dotate di luci e segnalatori luminosi – e di continuare a sollecitare le istituzioni pubbliche affinché l’impegno privato trovi finalmente un adeguato sostegno pubblico, facendosi portavoce di un’istanza già espressa anche da noi: l’istituzione di un servizio pubblico di autobus lungo la tratta stazione–stabilimento. Un collegamento che anni fa esisteva e che garantiva una mobilità sicura e sostenibile. La linea, conosciuta come “Avenza–Mare”, era utilizzata non solo dagli operai, ma anche da cittadini e turisti: un tempo rappresentava un vero e proprio ponte tra il cuore produttivo della città e la fascia costiera. In conclusione, Baker Hughes rappresenta un’occasione rara: occupazione, innovazione, competenze, un’opportunità che il territorio dovrebbe saper cogliere e proteggere, se vuole offrire un futuro ai propri giovani.Ma il biglietto da visita – quello esterno ai cancelli – racconta tutt’altra storia. Così i ragazzi crescono vedendo che l’eccellenza c’è, ma è circondata dal degrado. E allora non stupiamoci se, alla prima occasione, fanno come l’acqua piovana su Viale Zaccagna: scorrono via, senza più tornare.
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Il segretario generale di Cisl Toscana Nord Enzo Mastorci parla di atto illegittimo della Provincia nella contrattazione sindacale: " Abbiamo chiesto al presidente della Provincia di Massa-Carrara Gianni Loenzetti e al capo di gabinetto dello stesso, il dottor Leoncini, di rivedere il Decreto 58 del 4 agosto 2025 dove il Presidente, forse consapevole del consenso che avrebbe ottenuto nelle Elezioni Regionali (rispetto alle quali siamo contenti e ci congratuliamo con lui consapevoli che potrà al meglio rappresentare il nostro territorio), è stato preso dall’entusiasmo e si è sostituito alle parti sindacali, destinando di “sua sponte” una parte di risorse sottraendola alla contrattazione.Oltrechè un atto illegittimo (abuso di potere) il Presidente ha emanato un decreto inopportuno premiando poche unità di personale (che sicuramente meritano attenzione e rispetto) dimenticandosi completamente che per l’Amministrazione Provinciale, oltre a 3 Dirigenti e alle 8 E.Q., prestano la propria attività lavorativa circa 100 altre persone e, tra quelle persone, ce ne sono state alcune più dimenticatedegli altri e che ogni giorno assicurano alla cittadinanza la viabilità: cantonieri e capo cantonieri. Come CISL FP già in passato non abbiamo firmato il contratto decentrato perché per questa categoria non erano state destinate risorse.Nel 2025, anche forti dell’esito del rinnovo della RSU che ha attributo alla CISL FP la maggioranza assoluta, vorremmo firmare il contratto decentrato. I nostri sforzi sono stati, sono e certamente saranno orientati a questo ma ad oggi non ci sono le condizioni per poterlo fare. Sicuramente non per nostre responsabilità. L’atto unilaterale del presidente ha creato una forte spaccatura sia tra i dipendenti sia all’interno della RSU stessa perché una parte, forse “appiattita o appagata“ si è piegata sulla richiesta della Amministrazione che vuole destinare al 7 per cento del personale il 30 per cento delle risorse e di destinare il restante 70 cento delle risorse al restante 93 per cento del personale, insomma dal volere della Amministrazione alcune lavoratrici e lavoratori potranno prendere la media di 1875 euro annuali ed altri si dovrebbero accontentare di 343 euro di media. Per la CISL FP una disparità di trattamento di cosi vasta entità non potrà essere avvallata, perché significherebbe disconoscere il lavoro che tutti i giorni circa 100 persone portano a compimento per permettere il corretto funzionamento dell’amministrazione e l’erogazione di servizi essenziali e non si può disconoscere il lavoro altrui solo quando è il momento di riconoscerne i meriti.Considerato che il fondo di contrattazione decentrata della provincia di Massa Carrara (per motivazioni tecniche) è molto risicato, la CISL FP ha chiesto e chiederà una più equa distribuzione e non scenderemo al di sotto di una linea che garantisca alla maggioranza (operai ed impiegati) una somma media che garantisca l’inviolabile diritto a veder riconosciuti i frutti del proprio lavoro secondo principi di meritocrazia, di giustizia sociale, di partecipazione. Si chiama equità, Questo principio che oramai sembra avulso dalla contrattazione decentrata. Nonostante le ampie aperture della CISL Fp, le nostre RSU si sono trovate costrette a “contrattare” con gli altri sindacati, CGIL e UIL, oramai irremovibili sulle loro posizioni che sono curiosamente coincidenti con le richieste della Amministrazione. Per i cantonieri, come si suol dire, oltre al danno anche la beffa: a loro viene chiesto, senza risorse aggiuntive di ampliare i giorni di reperibilità mensile. Ricordiamo che nemmeno un euro era previsto per loro. Una categoria a cui va il merito di lavorare per la gran parte dei loro interventi non in condizioni di sicurezza essendo spesso soli ad intervenire su frane o cadute di alberi"
Ci domandiamo: come potremmo come Sindacato sottoscrivere un accordo di questo tipo ? La CISL FP non lo firmerà e la responsabilità sarà unicamente di chi ha violato le regole della contrattazione!
Non possiamo, né vogliamo accettare la minaccia che nel caso in cui i 15 mila euro non andassero alle Elevate Qualificazioni l’Amministrazione toglierebbe dalla contrattazione tutti i 50.000 di risorse aggiuntive. Si tratta di un ricatto che non accettiamo e rispediamo al mittente.
Come sempre rimaniamo disponibili al confronto significando, se ce ne fosse bisogno, che la contrattazione è paritaria.
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FnaLe Organizzazioni Sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Faisa-Cisal e Ugl esprimono profondo rammarico e sconcerto dopo aver appreso dalla stampa il contenuto di un comunicato diffuso da Autolinee Toscane in merito a possibili disservizi e soppressioni di corse nel territorio della provincia di Massa-Carrara in data 25 ottobre 2025, attribuendo questi ultimi al personale viaggiante, facendo riferimento in particolare ai casi di malattia e alle legittime richieste di permessi previsti dalla Legge 104.Riteniamo inopportuno e gravemente scorretto indicare tali motivazioni come principali cause dei disservizi, omettendo molte altre ragioni di natura organizzativa e gestionale e gettando discredito sul personale nei confronti dell’utenza e dell’opinione pubblica.Un simile atteggiamento, oltre a essere ingiusto, espone il personale viaggiante a rischi diretti e indiretti, di cui nessuno può prevedere gli effetti. Le scriventi Organizzazioni Sindacali ritengono pertanto Autolinee Toscane pienamente responsabile delle eventuali conseguenze derivanti da tale comunicazione, che rigettiamo in toto in quanto non veritiera.Attribuire i disservizi al personale che usufruisce dei permessi previsti dalla Legge 104 rappresenta, a nostro avviso, un grave errore e un autogol: tutte le aziende serie, nella pianificazione dell’organico, tengono conto delle richieste e delle assenze previste per legge, così come le malattie, gli infortuni e le ferie. Evidentemente, come più volte denunciato dalle OO.SS. in passato, Autolinee Toscane non lo fa.Inoltre, denunciare un numero eccessivo di malattie significa non comprendere la realtà lavorativa in cui opera il personale viaggiante. Parliamo di lavoratori che quotidianamente trascorrono ore in una cabina ristretta, a contatto con centinaia di persone. In un periodo autunnale come questo – e ancor più con l’arrivo dell’inverno – è facilissimo contrarre influenze e malanni stagionali.A ciò si aggiunge la vetustà dei mezzi, spesso privi di riscaldamento funzionante e soggetti a malfunzionamenti di porte e finestrini, che provocano correnti d’aria e sbalzi termici tali da mettere a rischio la salute degli autisti. È proprio sulla situazione dei bus aziendali che vogliamo soffermarci, poiché rappresenta la vera causa dei numerosi disservizi che affliggono oggi il TPL. Al momento della presa in carico del servizio, avvenuta il 1° novembre 2021, Autolinee Toscane aveva annunciato un rinnovo completo del parco mezzi. A distanza di quattro anni, però, solo il 50% dei bus risulta effettivamente sostituito.
Quasi ogni giorno come Organizzazioni Sindacali inviamo segnalazioni scritte all’azienda riguardo a malfunzionamenti e mancati interventi manutentivi, in quanto le ripetute note degli autisti sui giornali di bordo spesso non vengono prese in considerazione. Le ultime estati – e in particolare l’ultima – sono state un’autentica ecatombe di corse soppresse, dovuta al mancato funzionamento dei climatizzatori su veicoli in cui i finestrini, ridotti o assenti per la presenza dell’aria condizionata, non consentono alcuna alternativa per il ricambio d’aria.Come Organizzazioni Sindacali, abbiamo sempre cercato un approccio costruttivo con l’azienda, inviando richieste formali di incontro per affrontare e risolvere le varie problematiche. Tuttavia, Autolinee Toscane non risponde.Il settore commerciale procede a spostamenti di personale e demansionamenti di fatto, con atti unilaterali e senza alcun confronto sindacale. Il settore tecnico mostra la medesima chiusura. Il settore movimento, pur accettando con molta calma di incontrare le OO.SS., continua a predisporre turni di lavoro gravosi e non equilibrati, ignorando i carichi effettivi. Le rotazioni dei turni fornite dall’azienda evidenziano ulteriori criticità, che ci costringono a intervenire continuamente per cercare di garantire un’equa alternanza tra i turni mattutini e pomeridiani.In sintesi, l’azienda mostra gravi carenze gestionali e organizzative, acuite dai continui cambi ai vertici che impediscono una programmazione stabile. Invece di affrontare le difficoltà, si tende a scaricare le responsabilità sul personale, che rappresenta invece la vera forza motrice del servizio pubblico.Temiamo che tale situazione non sia casuale e che il clima di tensione e sfiducia generato possa essere funzionale ad altri obiettivi, come possibili esternalizzazioni del servizio. Speriamo sinceramente di sbagliarci tuttavia alla luce di quanto sopra, le Organizzazioni Sindacali ribadiscono la necessità di un chiarimento ufficiale e tempestivo da parte di Autolinee Toscane, nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini utenti, affinché venga ristabilita la trasparenza e la qualità del servizio pubblico di trasporto nonché corrette relazioni sindacali.
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Il comitato Ugo Pisa tornz a parlare di cementificazione selvaggia a Massa e di incomunicabilità con l'amministrazione: "Cencio parla male di straccio, dice il proverbio. Eppure, davanti al degrado della nostra costa e del nostro territorio, è difficile restare in silenzio. Anche noi cittadini sappiamo denunciare, lamentarci, mostrare le immagini del disastro che avanza. Ma oltre a questo, che cosa possiamo noi davvero fare come singole persone? Le nostre voci, pur indignate, non bastano a cambiare lo stato delle cose. Segnalare ciò che non va è un dovere civico, ma è alla politica che spetta agire, prendere decisioni, pianificare e proteggere.Invece, assistiamo impotenti a un teatrino di comunicati stampa in cui una forza politica accusa l'altra, mentre le responsabilità si perdono tra istituzioni che si rimpallano la colpa.E così cresce la distanza tra cittadini e politica. Le persone si sentono tradite, abbandonate, ignorate nei loro bisogni più concreti: la sicurezza delle case, la tutela del territorio, la salvaguardia delle attività locali.
Gli ultimi dati del rapporto ISPRA sul consumo di suolo confermano ciò che temevamo: la cementificazione continua, anche a Massa e nella nostra provincia, nonostante gli esperti avvertano da anni che proprio la perdita di suolo naturale è tra le cause principali di frane e alluvioni.Mentre le montagne e le città si sgretolano, la politica resta sorda — a livello locale, regionale e nazionale. Si moltiplicano parole e promesse sull'attenzione al territorio, ma i fatti raccontano tutt'altro. A Massa, si continuano a progettare nuove colate di cemento: dal Parco degli Ulivi per la futura Questura, all'aeroporto del Cinquale, fino alle aree ex Sensi Garden, ec Olivetti e ex Universal Bench, la variante Aurelia e la Casa della Salute.
A Carrara si prevede l'ampliamento di un porto che avrà notevoli impatti ambientali per la popolazione locale e che rischia di mettere ancora più a rischio il fiume Carrione stretto tra la devastazione delle Apuane e le barriere frontali che nasceranno nel mare.Nel frattempo, la Regione Toscana punta sempre più sulle infrastrutture — strade, porti, grandi opere — che inevitabilmente significano consumo di suolo e distruzione dell'ambiente. Siamo stufi di sentirci raccontare un mondo che non esiste.La realtà è sotto i nostri occhi: il territorio è abbandonato, e con esso la fiducia delle persone.
Non chiediamoci più perché i cittadini si allontanano dalla politica — la risposta è già scritta, nel cemento che ci circonda".
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L'area acquisita nel 2021 dagli imprenditori Mazzi e Maiello presenta una superficie fondiaria complessiva di oltre 92mila metri quadrati, di cui quasi 36 mila edificati. La costruzione era stata realizzata da un precedente Consorzio, denominato Ge.Sco, che più volte si era dimostrato incapace di portare a compimento l'obiettivo di istituire un piccolo polo industriale, richiedendo a tappe cedimenti di destinazione d'uso da industriale a direzionale o commerciale.Il Consorzio Ge.Sco aveva inizialmente costruito dei lotti destinati all'insediamento di attività manifatturiere di piccole e medie dimensioni, ma non si riuscì a trovare soggetti interessati a occupare tali spazi. Successivamente, il Consorzio richiese e ottenne di ridurre le dimensioni dei lotti per poter coinvolgere chiunque volesse aprire un'attività a carattere simil-industriale. Anche questo secondo tentativo di adattamento (o 'cedimento') non sortì gli effetti sperati.L'attuale progetto, oggetto di contestazioni e perplessità, è visto come un ulteriore 'cedimento' a discapito degli spazi industriali. Esso prevede che la metà, o poco più, dei volumi esistenti sia riservata ad attività industriali-artigianali. Il resto, quasi la metà delle volumetrie totali che verranno realizzate, sarà invece destinato ad attività sociali, culturali, direzionali, micro-commerciali e sportive. In sostanza, si delinea una struttura con una vocazione mista, simile, al polo Mare Monti.
L'argomento primario a sostegno di questo progetto è la creazione di nuovi posti di lavoro (un dato che si ritiene indubbio), ma si sta perdendo di vista la progressiva riduzione degli spazi destinati alle attività produttive intese come vere e proprie officine di qualsivoglia natura. Si teme che si stia replicando lo schema già visto a Massa con la costruzione e l'insediamento del Consorzio di Commercianti "Veliero Bianco" (oggi Esselunga) o la realizzazione di Euromercato (oggi Carrefour). A ciò si aggiunge la nuova sede del LIDL a Romagnano, che si presume sposterà l'attuale sede di Castagnola, e la realizzazione di un altro punto vendita LIDL nell'area dell'ex vivaio Sensi Garden, che ospiterà lo spostamento della sede di via Marina Vecchia.
Questi vecchi edifici che ospitavano le attuali sedi LIDL verosimilmente ospiteranno nuove strutture commerciali, portando a un'ulteriore riduzione del commercio di prossimità. In definitiva, l'area potrà sì generare nuovi posti di lavoro, ma se ne perderanno di più 'preziosi'. 'Preziosi' perché l'attività manifatturiera, artigianale e commerciale garantisce un presidio del territorio che si sostituisce sia alla gestione dell'Igiene Urbana sia al monitoraggio delle attività illegali. Si può dunque immaginare che le Associazioni Datoriali di Categoria abbiano dato il loro assenso a questa evoluzione con la motivazione che il sistema del Commercio è mutato anche causa gli acquisti on line e alle comodità di trovare in un unico spazio più prodotti contemporaneamente. Ma il problema di fondo, per quanto le nostre analisi siano corrette, è che la bloccata reindustrializzazione dell'area denominata Zona Industriale Apuana, a causa dei vincoli SIN (Sito di Interesse Nazionale) e SIR (Sito di Interesse Regionale), che non riuscirà a decollare finché tali vincoli non saranno rimossi. Ciò potrà accadere solo dopo la bonifica delle aree interessate, su cui appaiono e scompaiono progetti di bonifica la cui redazione, per quel che se ne sa, appare confusa e, soprattutto, irrealizzabile.
In questo scenario complesso e confuso, sembra che i Partiti di opposizione e di Governo preferiscano disinteressarsi del problema e occuparsi di questioni che, pur necessitando di una soluzione, non generano tali 'patemi d'animo'. Massa è economicamente allo stremo, come testimonia la sequenza di cartelli "vendesi" sulle porte degli ex esercizi commerciali sia in centro che nelle periferie.Come Europa Verde-Verdi ci auguriamo che i cittadini massesi sappiano 'leggere' la situazione. In caso contrario, questo è tempo sprecato per scrivere ciò che reputiamo essere una delle poche sfide cruciali per risanare questo territorio e restituirgli quella redditività che, altrimenti, i nostri figli saranno costretti a cercare altrove.
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