Politica
Massa come Milano, secondo il comitato Ugo Pisa: "Urbanistica governata da interessi privati"
Il comitato Ugo Pisa ha trovato un parallelismo tra lo scandalo legato al settore urbanistica del comune di Milano con la situazione di Massa: "L’inchiesta che ha coinvolto…

«Incendio al campo di Lavello, sfiorata la tragedia. La sindaca faccia rispettare ordinanza di demolizione e sgombero»
"L'incendio che nella notte ha devastato una roulotte abitata nel campo rom di Lavello è l'inevitabile conseguenza di una situazione di illegalità e degrado che denunciamo da tempo.

«Trasporto pubblico a Colonnata, situazione segnalata da tempo, ora anche pericolosa: la giunta Arrighi resta sorda»
“Già in data 26 luglio 2024 e 14 ottobre 2024 attraverso la stampa locale avevo segnalato le allora gravi criticità del servizio di trasporto pubblico a Colonnata, con…

Il cambio di nome dell'aeroporto del Cinquale è irregolare: Italia Nostra Massa Montignoso si appella al prefetto e alla presidenza nazionale
La sezione Massa Montignoso di Italia Nostra ha fatto un appello al presidente nazionale per salvaguardare i toponimi storici della città di Massa: “A Massa, nel corso degli anni, sono…

Il Polo P&S: sono i sindaci azionisti di Gaia a dare le linee strategiche al CDA
Per il Polo Progressista e di Sinistra, composto da M5S RC e Mcc, chi risponde in nome e per conto di GAIA Spa non ha ben chiara la…

Azione U30 Massa: soddisfatti per la riapertura della Biblioteca, una risposta concreta alla città
Come Azione U30, accogliamo con soddisfazione la notizia della riapertura della Biblioteca Comunale di Massa nella sua sede temporanea presso la scuola Bertagnini. Si tratta di una soluzione…

Ponticello in legno sul fiume Frigido in stato di degrado: il consigliere Tarantino e il comitato "Tra la Gente" chiedono un intervento immediato
Ancora una segnalazione sullo stato di degrado delle infrastrutture pedonali nella zona del fiume Frigido. Questa volta è il comitato cittadino “Tra la Gente”, attraverso il suo rappresentante…

Ferro non zincato nel cantiere della scuola Buonarroti: il consigliere Mirabella sottolinea i ritardi, gli aumenti di spesa e le mancate risposte dell’amministrazione
Il ferro usato per i lavori alla scuola media Buonarroti di Marina di Carrara non è zincato, quindi molto più soggetto ad arrugginire, specialmente se usato in una…

Feneal Uil: rinnovato il contratto nazionale lapideo e materiale da escavazione
Lunedì 14 luglio a Milano si è conclusa la trattativa che ha portato al rinnovo del CCNL Lapidei e materiali da escavazione per circa 30mila lavoratrici (3mila…

Fondazione Antonino Capponnetto fa il punto sulla situazione apuana in attesa della Commissione Parlamentare antimafia
La recente operazione che ha visto il nostro territorio come un autentico hub del traffico illecito di sostanze stupefacenti è una ulteriore conferma su quanto sia la…

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"Le linee programmatiche presentate dalla sindaca Arrighi sono molto deludenti dal punto di vista dei contenuti e non prevedono interventi risolutivi per i problemi dei cittadini".
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Il consigliere comunale di Arcipelago Massa Andrea Barotti commenta la nascita della multiutility Toscana e afferma: "La nuova multiutility gestirà acqua, energia e rifiuti di ben sessantasei comuni tra i quali Firenze e potrà, qualora ve ne siano le condizioni, sbarcare in Borsa (sul mercato non potrà andare più del 49% del capitale). Il sindaco Dario Nardella ha aperto la possibilità di allargare l’orizzonte dell’operazione alla costa toscana; tale ipotesi mi lascia perplesso come, in generale, l’idea di un’unica società, pubblica/privata, quotata sulla piazza azionaria, che eroghi servizi essenziali ai cittadini”.
Il civico invita la politica locale a riflettere: “L’acqua è un bene pubblico, l’energia è strategica per la vita delle società evolute, la gestione dei rifiuti è fondamentale per garantire l’integrità ambientale e la salute pubblica perciò va da se che il tema in oggetto sia particolarmente delicato e meriterebbe, in vista di futuri sviluppi, un confronto. Il ragionamento sulla nuova multiutility si innesta in un contesto difficile, penso al caro energia, che dovrebbe propiziare una analisi matura. Per essere più chiaro stiamo osservando, nel settore energetico, cosa accade quando gli Stati lasciano campo, in un ambito strategico, alla finanza; per il nostro paese sono lontanissimi gli anni dell’Eni targata Mattei”.
Il civico prosegue nel suo intervento; “La creazione di multiutility quotate in borsa dovrebbe portarci a stabilire quale sia l’obiettivo che si persegue: l’efficienza? Il contenimento dei costi con una maggior qualità dei servizi? L’utile? È certo che gli investitori privati guardano al rendimento e sono disposti a finanziare una società in cambio di un tornaconto perciò trovo difficile far conciliare tariffe contenute con le logiche del mercato. L’efficienza, la qualità del servizio non dipende dalle dimensioni o dalla natura giuridica del gestore ma dalla politica “industriale” che si adotta quindi non è detto che un’azienda pubblica sia sempre inefficiente e che una azienda privata sia sempre un modello di virtù”.
Secondo Barotti l’utente sarà ancor più debole: “Le società pubbliche/private opereranno in una situazione di vantaggio; oggi scegliamo chi ci ritira i rifiuti? Scegliamo chi ci fornisce l’acqua? E se anche ci fosse questa possibilità potremmo evitare la giungla che certe “liberalizzazioni” hanno prodotto? Saremmo al sicuro da cartelli su beni essenziali? (In questi giorni l’Antitrust ha avviato delle procedure istruttorie nei confronti di 4 società del settore energetico e avviato una richiesta di informazioni ad altre 25 società per verificarne la condotta)”.
Barotti è preoccupato: “Si mantiene la natura pubblica di un bene come l’acqua ma, di fatto, si apre la porta al privato aggirando la volontà popolare e non considerando le esperienze, poco entusiasmanti, che le aggregazioni hanno prodotto; Penso al costo per l’acqua che i cittadini apuani sostengono, alle vicissitudini dell’impianto di depurazione del Lavello. L’esempio di Gaia pone in luce anche la questione del peso che le indicazioni dei cittadini possono avere; l’Amministrazione Persiani non è riuscita a far uscire il nostro Comune dalla compagine della società idrica. La domanda di fondo è: quale considerazione avranno i singoli soci pubblici nelle scelte aziendali delle multiutility?"
Il Consigliere di Arcipelago Massa vede una classe dirigente disattenta, distratta: “Il prossimo passo della multiutility Toscana sarà inglobare Reti Ambiente quindi Asmiu, Cermec? Incorporare Gaia? Sono ipotesi che una classe dirigente responsabile e seria dovrebbe prefigurarsi ed è un vero peccato che le figure politiche di rilievo trovino il tempo per presentare dei libri (spesso scritti da politici o ex politici), per inaugurare fontanelle o aiuole ma non per discutere su ciò che riguarda i diritti e le tasche dei cittadini”.
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I congressi della Lega di sabato 29 ottobre si sono conclusi con l'elezione a segretario di Eleonora Cantoni per il comune di Massa, Andrea Tosi per Carrara e Michela Bertelloni per Montignoso.
Eleonora Cantoni, 34 anni, già consigliere comunale, vice capogruppo della Lega e Presidente della commissione sociale e sanità del Comune di Massa, con il direttivo composto da Francesco Mangiaracina, Irene Mannini, Marco Battistini, Marco Lunardini, Alberto Tarabella e Carmela Federico, avrà il compito, tra i vari obiettivi, di collaborare con tutti i militanti e con il gruppo consiliare nel percorso di ascolto dei cittadini e di presidio nel territorio. "Ringrazio i militanti che mi hanno dato fiducia.- Dichiara Cantoni - È la prova del buon lavoro svolto negli ultimi anni. Sono certa che la Lega continuerà ad affrontare le proprie sfide nei prossimi 3 anni con l'impegno e la determinazione di sempre, a partire dalle elezioni amministrative del 2023.
Andrea Tosi, 21 anni, anche lui Consigliere comunale e militante del partito di Salvini sarà invece coadiuvato da: Cesare Gambari, Nicola Angelotti, Sara Morelli, Gjelina Tuci, Cristina Rocchi e Dino Puccinelli. "È un onere ma soprattutto un onore - afferma Tosi - ricevere questo incarico dai militanti della sezione di Carrara. Mi metterò da subito al lavoro per dimostrare di meritare questa fiducia. Il nostro obiettivo sarà quello di costruire un'alternativa di governo alla Giunta Arrighi, che si sta dimostrando inadeguata e incapace di rispondere alle tantissime esigenze che la nostra città ha. Per fare ciò sarà importante raccogliere intorno al nostro partito, oltre ai nostri alleati di governo, altri movimenti del centrodestra e se possibile altre forze politiche e del civismo che possano condividere con noi un percorso comune fondato sui temi. Dobbiamo interloquire con tutti per costruire una possibile futura alleanza amministrativa per Carrara: ci faremo trovare pronti per le sfide che ci attendono."
Michela Bertelloni, 35 anni, consigliere comunale, affiancata nel direttivo comunale, da Andrea Cella e Massimiliano Marchi, enuncia un articolato programma che accompagnerà la sezione di Montignoso per i prossimi tre anni: "Cinque le priorità che caratterizzeranno il mio mandato" - dichiara Bertelloni - " l'ascolto dei cittadini tramite l'incontro ai gazebo programmati sul territorio; lo sviluppo della pagina facebook con un focus particolare sul pubblico giovane; le riunioni pianificatorie periodiche del consiglio direttivo, allargate a tutti gli iscritti; la creazione di assemblee pubbliche in cui invitare alla discussione cittadini, associazioni e rappresentanti di categoria, su temi che abbiano un impatto diretto sulla situazione economica e sociale di Montignoso; e infine la strutturazione del movimento giovanile, ampliando l'interesse verso la politica e la partecipazione dei giovani montignosini, tra cui poter formare gli amministratori e politici di domani. Un programma semplice ma impegnativo, che per essere realizzato avrà bisogno dell'apporto costruttivo di tutti i leghisti montignosini."
I militanti hanno scelto tre giovani segretari a rappresentare il partito nei tre comuni di costa: riprova del fatto che la Lega crede nella libertà di scelta dei propri rappresentanti, ma soprattutto crede nei giovani.
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Simone Caffaz non molla l'osso e annuncia: "Nuova clamorosa gaffe del sindaco Arrighi e del vicesindaco Crudeli, che a pagina 36 delle linee politico programmatiche dell'amministrazione hanno scritto: Le risorse devono essere accessibili anche ai senza dimora e che, comunque, a causa della compromissione dello stato di salute mentale, non riescono ad accedere a esprimere un loro bisogno".
"Al netto degli errori di sintassi - commenta il consigliere di Carrara Civica - è il contenuto di quanto affermato ad essere inammissibile perché crea un'equazione tra essere senza fissa dimora ed avere problemi di salute mentale. Dobbiamo quindi dedurre che, a giudizio di Serena Arrighi e dell'assessore al sociale Roberta Crudeli, George Orwell, autore della Fattoria degli animali e di 1984, non avendo una fissa dimora, avesse, automaticamente, problemi di salute mentale. Oppure il matematico ungherese Paul Erdos, o l'attore italo-americano Robert De Niro. Tutti senza fissa dimora e, conseguentemente, tutti con problemi di salute mentale".
"Chi gestisce un settore importante come quello dei servizi sociali - argomenta Caffaz - deve sapere che il proprio mandato si basa sull'aiuto e non sul giudizio, e non può incorrere in errori di questo tipo che denotano scarsa conoscenza di quello che si sta facendo, poca sensibilità umana e totale inadeguatezza politica. Chi ha questo tipo di pensieri "primitivi" si dimostra non idoneo ad aiutare le persone con problemi di salute mentale e le persone senza fissa dimora".
Per Caffaz c'è tuttavia una cosa ancora più grave di quanto appena affermato: "Tutta la maggioranza ha votato a favore anche di questa affermazione, nonostante in consiglio comunale sia io che il consigliere Ferri l'avevamo fatta notare e stigmatizzata. È questo un comportamento inammissibile che dimostra che l'unico collante di questa maggioranza è la gestione del potere mentre i valori e i principi non contano nulla".
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Non c’è pace per le nuovi disposizioni, in materia di urbanistica, attuate dalla giunta Persiani. Gli attacchi alle future opere di riorganizzazione e valorizzazione territoriale, come l’ormai famosa variante presso l’ex Sensi Garden, stanno ricevendo critiche sia fuori che dentro la maggioranza, nonostante non sembra ci siano intoppi nell’iter burocratico sui progetti in atto.
L’ultimo ad alzarsi dal coro degli insoddisfatti è Stefano Alberti, consigliere di minoranza in quota PD e assolutamente contrario non solo alle opere di futura costruzione nel capoluogo apuano, ma dell’intero piano di rivalutazione cittadino messo in moto da Persiani, considerato come totalmente slegato dai bisogni della popolazione dell’ambiente, e spinto solo da interessi personalistici e consumisti.
“Lo scontro tra Sindaco e parte della sua maggioranza – si legge nella nota redatta da Alberti – non poteva che manifestarsi anche sul terreno dell'urbanistica, ambito in cui si giocano gli asset di sviluppo della città e dove si scontrano dispute politiche e logiche di potere. Lo abbiamo sempre sostenuto: con questa amministrazione, lo sviluppo della città è affidato al caso e alla visione consumistica del sindaco Persiani, che infatti ha imposto il suo modello di pianificazione secondo la logica delle mani libere sulle varianti urbanistiche, e senza una visione unitarie condivisa. Dopo quasi cinque anni, e gli impegni indicati nei vari DUP (documento unico di programmazione), il Piano Strutturale non è stato nemmeno avviato e tantomeno approvato in Consiglio Comunale (DUP 2022 obiettivo settore Pianificazione Territoriale). Fatto particolarmente rilevante, dato che attraverso il PS (Piano Strutturale) si dovrebbero esplicitare gli indirizzi politico-programmatici di governo del territorio”.
Per Alberti, Massa si sta allontanando sempre di più da quell’idea di città inclusiva, ecologista e solidale che guida i piani urbani delle grandi città europee e italiane, sottomettendosi ad accordi con grandi conglomerati industriali che rischiano di trasformala in un enorme centro commerciale.
Tra un anno ci saranno le elezioni comunali, e Alberti spera che un fronte progressista e di sinistra possa guidare la città verso un nuovo piano di riorganizzazione sociale e territoriale, lenendo le ferite di questi ultimi quattro anni.
“Lo strumento Piano Strutturale è particolarmente importante, anche perché documento che deve essere definito con la comunità massese nel suo insieme, attraverso un percorso e un confronto qualificato con la città, le sue rappresentanze sociali, economiche e culturali. Ma il sindaco ha preferito la scorciatoia di una pianificazione a vantaggio di pochi, privilegiando esclusivamente il commercio delle grandi catene (vedi ex vivaio Sensi Garden) e mettendo all'incasso varianti che stravolgono l'assetto della nostra zona industriale (vedi Sogegross), secondo una concezione del tutto miope. I nodi stanno venendo al pettine e in maniera lampante. Al centrosinistra e ai progressisti spetta il compito di liberare la città da questa visione "padronale" e "consumistica". È necessario costruire insieme un nuovo progetto di sviluppo per una città inclusiva, accessibile, solidale, e che miri a salvaguardare, da scelte avventate e speculative, la zona industriale patrimonio importante per il futuro del nostro territorio”.
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La situazione del sito di smaltimento di Cava Fornace, da sempre croce, e nessuna delizia, dei comuni di Montignoso, Massa, Pietrasanta e Forte dei Marmi, sembra non avere fine. È ormai assodato l’impraticabilità di una riqualificazione della discarica, né tantomeno la possibilità di portare nuovi rifiuti: un vero e proprio rebus, con in realtà un’unica semplice soluzione, ma che vede i comuni “interessati” restii ad aprire un tavolo delle trattative tra loro, i cittadini e la regione.
L’impasse non potrà ovviamente durare in eterno, ma il comitato dei cittadini per la chiusura di Cava Fornace vuole, chiaramente velocizzare le pratiche.
Troppo alto il rischio idrogeologico e sanitario per l’intero territorio: l’inchiesta pubblica s’ha da fare, e il comitato chiede che si segua l’esempio del comune di Pietrasanta, che attraverso l'assessore all'Ambiente Tatiana Gliori ha già fatto partire l’iter per un sopralluogo dei tecnici regionali.
“Apprendiamo, con soddisfazione, della richiesta inviata alla Regione Toscana e all’assessora Monni dal comune di Pietrasanta per richiedere un incontro, oltre che per consegnare tutta la documentazione sulla discarica di Cava Fornace ai tecnici regionali, anche per sollecitare l’attivazione dell’inchiesta pubblica. Quello dell’inchiesta pubblica è un percorso estremamente importante e a nostro avviso decisivo per decidere delle sorti della discarica, visto che nell’inchiesta pubblica del 2011, che si svolse solo ad autorizzazioni concesse, i risultati furono clamorosamente contrari alla riclassificazione di quel sito, riclassificazione che però purtroppo la politica aveva già permesso. Infatti, l’inchiesta pubblica ha chiaramente evidenziato come quel sito non può essere idoneo per ospitare una discarica, industria insalubre di primo grado, a causa del carsismo del suolo e del rischio idrogeologico elevato dell’area, nonché della vicinanza dei centri abitati della zona, a partire dalla frazione di Renella, a 500 metri dal sito”.
Un punto di partenza, certo, che però non può bastare affinché da Firenze possa arrivare il placet definitivo per la chiusura.
È necessario, secondo il comitato, uno sforzo congiunto da parte di tutte le amministrazioni coinvolte nel caso: senza di esso, e con la continua ritrosia di alcune giunte sulla questione, chi ci rimetterà saranno solamente i cittadini e l’intero habitat.
“A nostro avviso, l’iniziativa del Comune di Pietrasanta, che apprezziamo, dovrebbe essere replicata da tutti i comuni interessati, da Montignoso, che continua a disegnare un impegno per la chiusura senza però fare nulla per ottenerla, a Forte dei Marmi, da Seravezza a Massa. I sindaci di questi comuni dovrebbero realizzare il famoso “tavolo” che da anni chiediamo, affinché le azioni volte alla chiusura della discarica siano concertate risultando così maggiormente efficaci. Un tavolo che potrebbe essere anche aperto al Comitato dei Cittadini, alle Associazioni, perché sia un inizio di un percorso realmente partecipativo e soprattutto permetta la presenza di un contributo fattivo dei cittadini, che da sempre chiedono con determinazione la chiusura e la messa in sicurezza del sito, oltre che la bonifica di Cava Fornace.
Giovannetti, Lorenzetti, Murzi, Alessandrini e Persiani, vista l’entità del problema e considerando la probabile prossima attivazione del Paur dovrebbero immediatamente concretizzare questo incontro, perché dalle parole si passi ai fatti, perché se davvero vogliamo chiudere i cancelli devono, anzi dobbiamo realmente lavorare tutti insieme. Nessuno deve dimenticare la fragilità di questo territorio, nessuno dovrebbe dimenticare che noi siamo l’ambiente in cui viviamo”.
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Arriva dai consiglieri Stefano Alberti ed Elena Mosti la proposta per dare un sostegno, sia simbolico che istituzionale, ai movimenti di protesta che ormai da mesi stanno sconquassando il sistema islamico vigente in Iran.
“Donna, vita, libertà”: un inno, un coro, un grido che per i due consiglieri deve diventare simbolo di lotta in favore di diritti negati, un monito che permetta di svelare la coltre di soprusi e violenze che il regime di Teheran applica da più di cinquant’anni sulla popolazione, in particolar modo quella femminile.
Come si legge nella nota ufficiale redatta da Alberti e Mosti, l’uccisione di Mahsa Amini, e di molte altre manifestanti, è solo la goccia in un mare di ferocia che ormai pervade il governo iraniano: una situazione che Massa, Toscana e Italia devono costantemente considerare nelle relazioni con il paese mediorentale.
“Vista la protesta che da alcune settimane sta interessando il popolo iraniano – si legge nella risoluzione ufficiale – in particolare le donne, esplosa con l’uccisione di una ragazza di soli 22 anni, Mahsa Amini, avvenuta, in base alle ricostruzioni, mentre era in custodia in una caserma a seguito delle percosse e dei maltrattamenti della polizia morale (cd la pattuglia della morte), perché non rispettava il severo codice di abbigliamento della Repubblica islamica. Il protagonismo delle donne iraniane che, al grido di “donna, vita, libertà”, stanno coraggiosamente pagando con la vita non solo la possibilità di scegliere di indossare il velo ma l’affermazione stessa delle loro libertà e dei loro diritti, come quello allo studio e all’accesso all’università, al risarcimento in caso di ferimento e morte violenta, all’eredità e al divorzio. Gli arresti, i processi sommari e le numerose altre uccisioni di donne e giovani che stanno caratterizzando la protesta e la ribellione ad un sistema dittatoriale e fortemente maschilista, tutelato da leggi che considerano le donne inferiori agli uomini. L’arresto di una giovane travel blogger italiana, Alessia Piperno, che si trova ancora in carcere e che non sarebbe l’unica persona scomparsa dall’inizio delle proteste. Considerato che,
il regime dittatoriale in Iran che opprime da anni il proprio popolo, tanto che è stato condannato
per la violazione dei diritti umani dall’ONU, per ben 66 volte, da Amnesty International, dalla stessa Unione europea e da altre numerose e organizzazioni internazionali; la morte, in poche settimane, di migliaia di manifestanti, tra cui centinaia di donne, e oltre 12.000 arresti, con dati in continua crescita nonostante la difficoltà di reperire informazioni ufficiali e veritiere; l’interruzione della connessione internet, e quindi degli strumenti di comunicazione come WhatsApp e Instagram, perché le autorità iraniane ritengono che la protesta possa crescere in maniera organizzata e, soprattutto, che possano circolare numerosi video di testimonianza degli abusi subiti dalla popolazione;
i continui soprusi e le oppressioni subite soprattutto dalle donne – continua la nota – continuamente discriminate e private delle loro libertà fondamentali, in nome di un presunto credo religioso; i numerosi ragazzi di appena 14 e 15 anni, i tanti giovani e i molti uomini che si sono uniti alla protesta, segno di un cambio culturale importante e della consapevolezza che la sfida per la libertà delle donne è la sfida decisiva per passare da un regime dittatoriale ad una democrazia; l’iniziativa della CRPO che ha incontrato alcune donne iraniane, residenti in Toscana, che chiedono di introdurre qualsiasi azione possa aiutare le loro sorelle e amiche rimaste in Iran, per continuare a combattere, a partire dalla necessità di mantenere alta l’attenzione su questa protesta attraverso un’informazione reale, attraverso manifestazioni e atti di solidarietà diffusi che possano indurre il regime a fermare la repressione; la collaborazione e i rapporti che la CRPO sta mantenendo con gruppi di donne iraniane per mettere a punto, insieme, tutte le possibili azioni a sostegno del loro popolo”.
Ma cosa può fare una città come Massa, o una regione come la Toscana? Per i due consiglieri l’apporto istituzionale alle proteste è possibile, e non solo simbolico, in particolar modo se eseguito con voto unanime, non solo nel capoluogo apuano, ma in tutte gli altri consigli delle grandi città regionali, con il conseguente invio di lettere all’ambasciata in Italia.
La Toscana, come si legge nella proposta, è da sempre terra di diritti, in certi casi vera e propria pioniera di liberta poi copiate in tutto il resto del mondo: dare il proprio supporto ora, anche dedicando simbolicamente alle donne iraniane la festa regionale del 30 novembre, sarà l’ennesimo endorsement ad un movimento che chiede parità, uguaglianza e libertà.
“Ritiene che sia necessario – sottolineano Alberti e Mosti – che l’Europa e tutta la comunità internazionale prendano una ferma posizione di condanna verso le violazioni perpetrate da questo regime, che ogni relazione con il Governo iraniano debba essere condizionata al rispetto dei fondamentali diritti umani di tutte le cittadine e i cittadini dell'Iran; che la Regione Toscana e il Comune di Massa , da sempre state terre di diritti, non possano rimanere silenti di fronte a questa strage e a queste ingiustizie e debbano prendere una posizione forte e ferma nei confronti del regime iraniano. Chiediamo che il consiglio comunale di Massa esprima piena solidarietà alle donne iraniane attraverso l’approvazione piena ed unanime della seguente mozione, aderisca all’invito della Regione Toscana rivolto a tutti i consigli comunali dei comuni toscani di condividere la stessa mozione affinché esprimano allo stesso modo solidarietà; e che, dopo aver raccolto, le adesioni dei comuni toscani, invii un documento all'Ambasciata iraniana in Italia affinché possano inviare il messaggio di pace e di vicinanza a tutte le donne e a coloro che stanno protestando per un futuro di diritti e di speranza, dedichi, simbolicamente, quest’anno, la Festa della Toscana alle donne iraniane, e continui a lavorare sul raggiungimento della piena parità delle donne affinché la nostra Regione possa essere di esempio e di stimolo alle tante donne che in Iran e in altri paesi nel mondo stanno lottando per la loro libertà”.
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Da Simone Caffaz bocciatura senza appello per le linee programmatiche dell'amministrazione. "Sono imbarazzanti - ha dichiarato in consiglio comunale - inadeguate, dannose, antistoriche, false e per certi aspetti autoritarie e chi le vota si assume una grave responsabilità che in futuro non potrà negare".
"Il documento - prosegue - una lunga elencazione di cose da fare senza un progetto e una visione di città e questa carenza di vede soprattutto dalle cose non scritte. Solo per fare un esempio nelle cinquanta pagine in cui è composto il documento non si cita una volta la scultura e non si cita una volta l'arte contemporanea. Quale futuro può avere una città come Carrara senza scultura e senza arte contemporanea?".
"Altrettanto assurdo - prosegue - è il capitolo sul marmo in cui non affronta nessuno dei temi in calendario e nella sostanza la sindaca avoca così a sé ogni potere"
"Ma l'elenco potrebbe continuare a lungo - conclude Caffaz - è tutto il documento a non rispondere ai bisogni della città. È una modesta rielaborazione del vostro programma elettorale che vorreste imporre senza discussione, senza coraggio e senza dialogo".
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